Le pensioni e lo stato sociale

La data di nascita della sicurezza sociale risale al 30 aprile 1969, quando il ministro socialista del lavoro Brodolini, tra le molte proteste dell'opposizione comunista che si astiene nel voto alla Camera vara definitivamente la riforma del sistema. Da quel momento, gli anziani poveri non devono più chiedere assistenza , hanno il diritto alla pensione sociale, e 766 mila persone, per lo più donne, iniziano a percepire un pur esiguo assegno mensile

Alla svolta della riforma Brodolini, segue, negli anni, una serie di innovazioni. Non ultima per importanza il pagamento delle pensioni ai lavoratori italiani emigrati all'estero i quali, in alcuni Paesi ad altissima inflazione, ad esempio il America meridionale, vedono ricompensati da uno Stato italiano normalmente avaro i loro sacrifici: percepiscono infatti, acquistando improvvisamente un nuovo status sociale, in lire e cioè in una moneta forte, somme modeste per l'Italia, ma enormi, ad esempio, per gli standard retributivi argentini o brasiliani.

La riforma Brodolini, che pure non deve essere un punto di arrivo, ma di partenza, rappresenta il risultato di lunghe lotte, condotte seguendo una direttrice ideale coerente dalle prime associazioni volontarie di mutuo soccorso, dalla tutela degli ex lavoratori almeno negli impieghi statali (che ha fatto sognare a generazioni la tranquillità del pubblico impiego), alla conquista, nel 1920, della obbligatorietà, anche per le aziende private, di sistemi assicurativi.

Adesso, si intravedono le nuove frontiere del welfare state, mentre il problema degli anziani, a causa dell'invecchiamento della popolazione, tende a diventare l'impegno di solidarietà numero uno. Come, al tempo del baby boom, lo Stato ha saputo concentrare le sue energie nella costruzione di asili, scuole materne ed elementari, così oggi, in pieno boom dei capelli bianchi, occorre uno sforzo altrettanto mirato e imponente. Occorre una edilizia studiata con intelligenza per gli anziani, che eviti la forzata convivenza dell'ospizio o la altrettanto innaturale solitudine. Ad esempio, con edifici per abitazioni dai servizi centralizzati.

Occorre organizzare il volontariato "per" gli anziani, ma anche quello "degli" anziani fisicamente validi; prevedere lavori part time e corsi di insegnamento, aggiungere vita agli anni, aiutando chi ha dei bisogni, ma nel contempo utilizzando l'esperienza di chi invece ha la volontà e la capacità di fare. Occorre una moderna industria del tempo libero mirata sui gusti dell'anziano che quando, come spesso avviene, ha mezzi economici, può fornire grandi opportunità di sviluppo economico a intere regioni.