La lotta all'analfabetismo
Se il voto è lo strumento formale per raggiungere le conquiste sociali, l'istruzione è lo strumento sostanziale, che trasforma le plebi in cittadini coscienti. E d'altronde, nel 1894, 900 mila lavoratori che avrebbero voluto votare sono respinti dal seggio elettorale perché non dimostrano un livello sufficiente di alfabetizzazione. Gli sforzi del movimento socialista, a cavallo del secolo, sono puntati all'elevazione dell'obbligo scolastico, che nel 1904 raggiunge i 12 anni di età, e soprattutto al suo effettivo adempimento. Ma non soltanto. Nella scuola si formano, a contatto con le miserie del tempo, generazioni di maestri socialisti, come il personaggio de "Il cuore" di De Amicis. Si sviluppa un'opera di insegnamento per gli adulti e di educazione civica basata sul volontariato. L'Avanti! stesso, che nella prima decade del '900, è l'unico quotidiano nazionale e popolare, è letto collettivamente nei circoli e sui luoghi di lavoro, diventa una "bibbia" laica dei poveri, lancia campagne martellanti e apparentemente ingenue che, con linguaggio moderno, potrebbero essere oggi definite "pubblicità progresso": contro l'alcolismo, come oggi contro la droga; contro la bestemmia e il maltrattamento degli animali; per l'emancipazione della donna e per il controllo delle nascite; per il rispetto delle regole igieniche. Sulle prime pagine del suo quotidiano, come nella vasta attività editoriale del movimento socialista, il presupposto di ogni campagna di progresso, di un saldo legame nazionale tra i militanti, di un'unificazione a livello popolare dell'Italia, attraverso una cultura e un linguaggio comune, che superi i dialetti regionali, è proprio l'alfabetizzazione. Anche questa opera concreta è tra i meriti
storici dell'umanesimo socialista. |