Date: 07/11/2006
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Gelati i Ds/ Per la prima volta Prodi ammette: "Mai il partito democratico nel Pse". E così l'ala dalemiana prepara la rivolta. Fassino ko-------------------- Martedí 07.11.2006 15:58 "Il Presidente del Consiglio non ha detto alcun 'no', se non all'ipotesi che oggi, negli incontri di Berlino si sia trattato dell'adesione del nascituro Partito Democratico al Pse. Prodi ha infatti affermato che 'non è assolutamente detto quale sarà formalmente il punto d'arrivo, è quello che stiamo studiandò. L'opinione più volte ribadita del Presidente Prodi a proposito del dibattito sulla collocazione europea del Partito Democratico è nota da tempo. Dispiace che una posizione chiara ed espressa sempre con linearità e coerenza venga oggi travisata e costituisca oggetto di polemica". Lo afferma Silvio Sircana, portavoce del Presidente del Consiglio Romano Prodi Gelati i Ds. Per la prima volta il presidente del Consiglio ammette senza mezzi termini che il partito democratico non entrerà nel Pse. "Si pensa a forme di coordinamento ma da parte dei socialisti europei l'attenzione è fortissima per il nuovo soggetto politico", ha spiegato Romano Prodi partecipando a un convegno del Pse a Berlino, durante il quale affronterà con i leader della Spd il tema dei rapporti tra partito democratico e Pse. "Parleremo di questo in modo da vedere quale può essere l'azione parallela che possiamo fare". Ma entrerete nella famiglia socalista europea?, chiedono i giornalisti. "No - risponde il Professore - quando parlo di coordinamento e di azione comune ci sono molti modi per poterla fare. Questo sarà l'oggetto dei miei colloqui, che cominciano oggi in modo diretto e si snoderanno nei prossimi mesi". "Ma le ipotesi sono molteplici - tiene a precisare il premier - come a Bruxelles vi sono accordi molteplici fra i diversi partiti". Dunque "non è assolutamente detto quale sarà formalmente il punto di arrivo. E' proprio quello che stiamo studiando". Di una cosa, però, Prodi si dice certo: "L'esperienza italiana non è vista come un problema nell'attuale fase di riaccorpamento dei partiti europei, è vista come un'opportunità: questo è il cambiamento". Le parole di Prodi, però, rischiano di creare un vero e proprio terremoto nei Ds. A parte il Correntone di Salvi e Mussi, contrario al partito democratico e pronto a uscire dalla Quercia, all'interno della maggioranza del partito - ala dalemiana - si moltiplicano i dissensi. E a questo punto i 58 dirigenti della Quercia pronti a presentare una terza mozione al congresso di primavera (tra i quali Angius e Caldarola), per chiedere una federazione-Ulivo senza quindi sciogliere i partiti esistenti, potrebbero aumentare nelle prossime difficoltà. Mettendo così in difficoltà il segretario Fassino.
[Artchivio/_borders/disc2_aftr.htm]