Date: 26/10/2006
Time: 21.29.05
Remote Name: 87.18.133.9
Remote User:
La base dei DS ai leader: diteci che questa manovra è un Bell’Anatroccolo -------- ---- di Mario Ajello In un celebre sketch di una trasmissione di Serena Dandini, su RaiTre, c’erano Ficarra&Picone nei panni di due dirigenti di una remotissima sezione post-Pci, in un paesino siciliano: «E la base? La base non chiama?», si chiedevano spiritosamente i due comici. Adesso la base, anzi la «bbase», visto che siamo a Roma, ha chiamato i vertici Ds. Il mitico popolo di sinistra, la famosa «ggente», perplessa e dubbiosa per questa Finanziaria su cui i ricchi piangono ma i poveri non sanno se ridere, vuole essere rassicurata dai capi. Cerca conforto in Piero Fassino e nel ministro del Lavoro, Cesare Damiano. Intende saperne di più su questa manovra. Che «serve a far quadrare i conti dello Stato, ma i nostri conti della spesa riusciranno a quadrare?»: così dice un anziano compagno al suo vicino di sedia, nella platea venuta a chiedere lumi al segretario, al ministro e ai sindacalisti presenti in questo «bagno di popolo» al Teatro Italia. Nel quale si raccolgono lavoratori dell’Alitalia, ferrovieri, infermieri, operai, pensionati, giovani precari. E qualcuno distribuisce volantini così: «Finanziaria 2007. A noi, precarietà. Ai padroni, condoni». Fondo sala, prima dell’arrivo dei capi, un ferroviere Francesco narra: «I miei colleghi, mi dicono: “A Fra’, che ce dici de ’sta Finanziaria?”. E io: “Che ve devo da di’? Magggica Roma!». La «bbase» perplessa è comunque fiduciosa si tratta pur sempre di militanti e applaude quando Damiano le dice: «Questa è una buona Finanziaria!». E Fassino: «Questa è una buona Finanziaria!». E il delegato dei lavoratori Alitalia: «Questa è una buona Finanziaria!». E lo studente capelluto e riccioluto: «Questa è una buona Finanziaria!». «La buona Finanziaria» però precisa dal palco un attivista di cellula, con pizzetto radical-trendy «ha bisogno di uno scatto in avanti!». E avrebbe bisogno di essere comunicata meglio è opinione comune di vertici e base ma «Padoa Schioppa è un freddo professorino», anzi no puntualizza un anziano: «E’ un rigido feldmaresciallo. Non viene, del resto, dalla superbanca europea di Francoforte?». Comunque altro scampolo di conversazione «quando s’annava al mercato prima dell’euro, i broccoletti stavano a 700 lire. Oggi, un euro e venti. E er governo che ffa?». «Guarda che quella è stata colpa di Berlusconi». «Soltanto sua?». La «bbase» milita e spera, ma non sa maneggiare la manovra, se la sente strana fra i polpastrelli, non la può buttare via ma neanche se la sente di innamorarsene. E guarda verso il palco dei capi, come affettuosamente implorando: «Diteci qualcosa di sinistra!». La cosa più di sinistra che volteggia in sala è che la manovra è necessaria, ma ora vogliamo equità e ridistribuzione e qualche motivo in più per farcela piacere davvero. Intanto, davanti a un uditorio così, Damiano è in versione di “lotta e di governo”: «L’esecutivo dev’essere più capace di trasmettere al Paese i buoni contenuti della Finanziaria. Questo è un errore grave, perché rischiamo di non essere compresi dai cittadini e anche dal nostro elettorato». Il quale, nella sua parte più motivata, sta appunto seduto al Teatro Italia. In atteggiamento d’attesa. E con tanta voglia di non disilludersi. Ma non sarà facile neppure per questi diessini doc, che stasera si sentono sinceramente rassicurati dai loro capi, andare domani nei quartieri e nei luoghi di lavoro, a spiegare quanto è bello il Brutto Anatroccolo.
[Artchivio/_borders/disc2_aftr.htm]