Date: 19/10/2006
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Le Idee dei Socialisti', i punti-cardine del Programma dello SDI ------------------- Il partito- Ritorno al PSI. Lo SDI si appresta a ridiventare PSI (o meglio PSE) e a riproporsi quale forza di riaggregazione di un polo socialista e autenticamente riformista nel nostro Paese. L'affermazione dei Partiti socialisti gemelli in Europa sta a dimostrare che il socialismo non è affatto morto. A breve scadenza, forse a fine anno, vi sarà un Congresso appositamente convocato e, per il momento, si sta pensando ad un referendum tra gli iscritti e i simpatizzanti per sapere cosa ne pensano. E' quindi terminata l'esperienza della "Rosa nel pugno". Rivolgiamo, a tal proposito, un appello ai vecchi socialisti, a quei socialisti che per un verso o per l’altro si sono estraniati dalla vita politica o hanno trovato provvisoriamente ospitalità in altre formazioni, perché tornino a fare politica in un partito che ha ancora da dire qualcosa nel futuro, anche in una prospettiva europea dove la collocazione dei socialisti e dei riformisti in genere non può che essere nel PSE (Partito Socialista Europeo). Gli altri partiti, il nascituro Partito Democratico dove si collocheranno? Nel PSE oppure nel PPE, insieme a Forza Italia e ad Alleanza Nazionale? La nostra è l’unica lista socialista presente in questa competizione elettorale, e ciò per un motivo semplicissimo: è l’avvio di un processo di riunificazione che, se pure a fatica, si va seriamente concretizzando. Dopo circa 15 anni è ora di superare la demagogia imperante del personalismo e dell’arrivismo e ricostruire un tessuto politico serio, attraverso cui selezionare le classi dirigenti. Questa funzione è centrale ed assolutamente urgente per affrontare le sfide particolarmente complesse della modernità. Nella prossima legislatura una presenza socialista può essere utile soprattutto per ristabilire le condizioni per un confronto serio tra le varie realtà operanti nella Regione. Il nostro Programma, difatti, si conclude individuando in una grande opera di concertazione fra tutte le forze sane della società civile e le rappresentanze di interessi collettivi l’unica via per definire le linee guida di un rilancio del sistema economico regionale. Laicità dei socialisti. I socialisti rappresentano da sempre il vero polo laico nella tradizione culturale del nostro Paese, nella misura in cui hanno sempre inteso la democrazia come uno spazio istituzionale entro cui esercitare le libertà individuali. Questo tipo di laicità non si contrappone alla fede religiosa (di cui può anzi risultare un prezioso alleato) ma agli integralismi di destra e di sinistra. Basta ricordare, a tal proposito, la revisione del Concordato col Vaticano voluta dal Governo Craxi, che tanti benefici ha portato proprio alla Chiesa cattolica. Va ribadita con convinzione la centralità del confronto, del dialogo, della condivisione. Autonomia. Ferma restando la loro appartenenza alla sinistra, i socialisti sono e si impegnano a restare autonomi, con proprie idee, con proprie proposte, senza voglia di innalzare barricate ma fermi nel difendere i propri concetti di democrazia, di giustizia giusta, di rispetto dei diritti dei più deboli innanzitutto. Ne è una prova la nostra assenza dal "listino". Pur sostenendo, con lealtà e convinzione, il candidato Presidente scelto dall'Unione di centro sinistra (avremmo preferito percorsi diversi), la nostra competizione si esercita sostanzialmente sul proporzionale, sistema elettorale al quale abbiamo sempre creduto e che riteniamo il più idoneo per una libera espressione della volontà popolare. (Il Programma - Appunti) Nuova Regione. E’ ora di pensare seriamente all’aggregazione di quelle zone limitrofe (dell’Abruzzo, della Puglia, della Campania e del Cassinate) che da tempo bussano alle porte, per fare del Molise una Regione competitiva sul piano dell’efficienza amministrativa, della produzione di beni, della Ricerca scientifica che non può essere lasciata alla sola Università ma deve coinvolgere anche la imprenditoria privata, come succede altrove, competitiva nel campo delle tecnologie avanzate, della fornitura dei servizi, dell’offerta turistica, di un’agricoltura moderna, ecc. In una Regione piccola come la nostra è obiettivamente impossibile: Affrontare e risolvere il problema del lavoro e dei giovani, per la cui occupazione è necessario rilanciare processi di sviluppo veri. Evitare lo smantellamento dei vari uffici. Oggi è stata sventata la minaccia di soppressione della Prefettura e della Questura di Isernia, ma prima o poi il problema si ripresenterà, e in termini più drammatici. Parlare di equità fiscale, stante la forte inadeguatezza di risorse rispetto al resto d’Italia. ed è a dir poco irresponsabile: Continuare ad alimentare carrozzoni come le attuali Comunità montane e le Unioni dei Comuni, mentre è ragionevole pensare, ad esempio, a Società di servizi a capitale misto pubblico/privato o istituti similari per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, per la manutenzione stradale, per il trasporto, per la gestione di alcuni servizi come quelli scolastici, ecc. Questione morale. Tralasciando di parlare delle alte indennità dei consiglieri regionali che tutti, a parole, vogliono ridurre, e del pessimo esempio, per i giovani soprattutto, quello del Presidente Iorio, che, infischiandosi con estrema disinvoltura della Costituzione, delle leggi e delle sentenze, invoglia tutti a fare altrettanto, per noi socialisti è assolutamente irrinunciabile: Eliminare le spese pazze per consulenze, quasi sempre affidate solo per “meriti politici”, a volte a gente priva di qualsiasi competenza. Intervenire con decisione su quello che, nel campo della Sanità, è un vero scempio, riducendo gli sprechi e creando le condizioni perché il cittadino, quello che non ha amici potenti, si senta veramente protetto nel bene più prezioso, la salute. Rimuovere i tanti casi di Conflitto d’interessi, come quelli: a) degli imprenditori della sanità che siedono in Consiglio Regionale; b) degli imprenditori d’assalto che, direttamente o indirettamente, hanno rapporti di lavoro o professionali con la Regione o con Enti comunque finanziati dalla Regione; c) dei dipendenti e tecnici che cumulano nelle proprie mani doppi o tripli incarichi di consulenza ed altro, con la conseguenza che molti professionisti restano a spasso; d) dei dirigenti che al contempo risultano essere controllori e controllati; Creare, al contrario, pari opportunità di accesso al lavoro per tutti, senza dover fare la fila dal politico di turno per vedere riconosciuto un proprio sacrosanto diritto. Viabilità e Infrastrutture. Portare avanti un programma serio, condiviso e soprattutto fattibile, senza vendere sogni, e, per la Termoli–San Vittore, evitare che la cosiddetta “bretella” di Venafro, se realizzata, diventi un pretesto per il rinvio sine die del secondo lotto della variante vera e propria (Piana di Venafro-San Pietro Infine). Informazione. Specialmente nel campo del diritto alla salute e in quello delle opportunità di lavoro è urgente creare sistemi di comunicazione che pongano il cittadino nelle condizioni di essere sempre e tempestivamente informato. Attilio Peluso
[Artchivio/_borders/disc2_aftr.htm]