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NPSI Delbue : Il dialogo con Mussi e Salvi? Siamo pronti / Il Riformista

Date: 10/10/2006
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NUOVO PSI. RIUNITI SOTTO L’INSEGNA SOCIALISTA. MA A TRE CONDIZIONI DI MAURO DEL BUE ------------------------------- Il dialogo con Mussi e Salvi? Siamo pronti i Nel numero del Riformi5ta di ieri si accennava alla volontà del senatore Cesare Salvi di coinvolgere nel progetto del nuovo partito di identità socialista le componenti dell’ex Psi. Dico subito che, anche se sui contenuti della politica tra noi del Nuovo Psi e le componenti che si richiamano a Salvi e a Mussi si sono riscontrate molte differenze e molte se ne possono riscontrare nel presente, il confronto sul terreno dell’identità, non solo possiamo accettano, ma siamo pronti anche a promuoverlo, se necessario. Il Nuovo Psi è nato per far rivivere l’esperienza socialista in Italia, in particolare quella del socialismo riformista e liberale, e più in particolare ancora quella, purtroppo criminalizzata, almeno allora, della fase craxiana del Psi. E’ naturale che chi rifiuta la strategia del Partito democratico, in nome dell’identità socialista europea, e ci auguriamo anche di quella italiana, si imbatta anche nel nostro cammino. Preciso subito, a onta di equivoci, che il Nuovo Psi ha ufficialmente collocato i suoi rappresentanti par lamentar in una posizione autonoma dai poli e non più dunque di supporto, se mai lo sia stato, alla Casa delle libertà, che peraltro, come è stato ricordato da alcuni sui leader, non esiste più. E preciso anche che nel giro dei prossimi giorni dovrà essere accolta, ne abbiamo avuto più di una conferma, la richiesta dei parlamentari europei del Nuovo Psi di aderire al Gruppo socialista europeo. Del resto noi siamo nati piu per una esigenza cli identità, che non per ragioni di contenuti, Per questo condivi- diamo le critiche al progetto del Partito democratico e le facciamo nostre, quando sono attinenti la questione della identità. Scoprire che l’anomalia italiana, una volta dovuta alla presenza del più forte partito comunista d’Europa, si possa trasformare in un’altra anomalia, determinata dalla futura presenza del solo Partito democratico d’Europa, basta e avanza per motivare le opposizioni. Se vi aggiungiamo anche il fatto che nella stessa Europa il nuovo partito non avrà una sua collocazione omogenea e si ipoti77a addirittura che i suoi rappresentanti a Strasburgo possano far parte di gruppi diversi, si completa l’opera. Diciamolo con chiarezza: il progetto di Partito democratico risente di motivazioni e di obiettivi solo italiani e tutti di carattere tattico, cioè di opportunità. Per Prodi l’opportunità è quella di avere un nuovo partito, anche se l’aspettativa di Parisi di passare attraverso lo scioglimento anticipato di Ds e Margherita appare davvero utopistica. Per i Ds e la Margherita esso rappresenta l’unica opportunità di costruire in Italia il primo partito politico, capace di sdoganare i Ds dal nuovo fattore K (cioè dalla impossibilità di designare il leader dello schieramento) e di fare uscire la Margherita da una crisi elettorale, testimoniata dal voto di aprile. Il dialogo tra quanti oppongono a questo progetto quello del partito socialista può cominciare, a patto che esso non ignori tre questioni. La prima è che al tavolo debbono essere invitati tutti coloro che al socialismo riformista e liberale hanno fatto riferimento nella loro storia personale e politica, e che pertanto non considerano tale obiettivo solo un approdo del presente, ma anche una trincea di lotta del passato (nessuno di costoro può essere ritenuto incoerente o non sufficientemente affidabile, se la discriminante è l’identità). La seconda è che di questo progetto siano parte anche coloro che nei Ds, da posizioni riformiste (penso alle parole di Caldarola, di Angius, di Spini, e anche a quelle di Morando) si sono da tempo battuti per una prospettiva di tal genere. La terza riguarda. naturalmente, il confronto sui contenuti. Non sono contrario all’idea di costruire un Partito socialista dove esistano anche tendenze diverse da quelle riformiste e liberali. Credo. però, che non si possa pretendere che il nuovo partito socialista nasca contro tali tendenze e che i riformisti si ritrovino in minoranza, come nel vecchio Psi dell’epoca demartiniana. Anche se qualcuno arriva a sostenere che è meglio un contenitore con un nuovo De Martino segretario che nessun contenitore. Deputato e vice segretario del Nuovo Psi Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

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