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Mussi: i Ds si sciolgono? Si a un partito socialista / Corriere della Sera

Date: 10/10/2006
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Il ministro: dopo Orvieto aria di populismo, di plebiscito democratico ---------------- Mussi: i Ds si sciolgono? Si a un partito socialista ------------ «Alleato con Bertinotti? Vedremo in futuro» ROMA — «Scissione? Io non faccio nessuna scissione, sono loro che si sciolgono». Non sarà che ci ha ripensato e che porterà la sinistra Ds nel Partito democratico? Ministro Fabio Mussi, confessi che si e pentito dino» essere andato a Orvieto... «Non sono pentito, a Orvieto si è parlato di materie che hanno a che fare con la distribuzione del potere e con le strutture organizzative. In genere i partiti nascono in un altro modo». Da una scissione, spesso. «Guardi, se i Ds si sciolgono è difficile paziare di scissione, nel senso che ognuno farà le scelte che più corrispondono alle sue idee, alle sue passioni e alle sue inclinazioni. Vedo che molti mi offrono di fare una corrente nel Partito democratico, c’è una vasta offerta di costruire correnti prima di costruire un partito. Cominciamo bene... Mi pare che a Orvieto si sia discusso di molte cose, anche interessanti, ma non di quelle essenziali». La forma del futuro partito non è essenziale? «Nella formazione di un partito sono essenziali quattro cose. L’identità, i valori fondativi, la rappresentanza del lavoro e la collocazione internazionale. Quando mai si è visto nascere un partito di una certa forza che non sa dove collocarsi nel mondo e che addirittura rinvia o elude la questione preliminare? Dove si sta in Europa ha a che fare con cosa si è in Italia, non è roba da diplomazia internazionale». La segreteria Ds dice che quello di primavera non sarà il congresso di scioglimento. «Si assumano le proprie responsabilità. Se si fa un altro partito quello vecchio si scio glie il che comporta conseguenze. Non accetto giochini linguistici, non si usino circoniocuzioni per rassicurare». D’Alema ha ammonito coloro che sperano, con il Partito democratico, di tagliare fuori le ali. E anche Fioroni le ha chiesto di ripensarci. «Credo che D’Alema sia stato sincero e così Fioroni, li ringrazio e assicuro che, qualunque cosa succeda, la mia amicizia non diminuirà di un grammo. Non è questo in discussione, ma le opzioni politiche di fondo». Teme anche lei, come D’Alema e i popolari, un par-. tito «dei cittadini e del leader»? «L’idea che un partito possa nascere sotto un gazebo ha fondamento scientifico come quella che i bambini nascono sotto i cavoli, Prodi non è Berlusconi perché non ha i so1iii e non ha le tv, ma leggendo le cronache di Or- vieto sento circolare umori neopopulisti, sento un venticello che mi fa temere una qualche tentazione di plebiscito democratico. E io non penso che un partito moderno possa essere fatto così». E lei, che partito ha in mente? «Un partito radicato, partecipato, di massa, che coltiva una memoria e costruisce una coscienza e forma delle idee. I bisogni identitari sono sempre più forti, le persone si chiedono prima di tutto chi sono e i grandi partiti non possono eludere questo bisogno di appartenenza». E il nome? Il partito di Mussi conterrà la parola «comunista» o «socialista»? «Calma, non mettiamo il carro davanti ai buoi. Non voglio fare annunci prematuri. Andremo al congresso e presenteremo una diversa prospettiva, perché la nostra contrarietà all’approdo del Partito democratico è molto forte. E un grande comitato elettorale e le cose fondate così non hanno durata». Insomma ministro, come stanno le cose? State lavorando a una fondazione culturale, a un manifesto e a uno statuto, il 18 e 19 novembre 11 Correntone si riunirà a Orvieto e c’è chi giura che la sede sia già pronta. Nascerà o no, il partito di Mussi? «Quella è la sede di Aprile e l’incontro di Orvieto è la nostra assemblea annuale, annunciata già a Pesaro. Non mi impegno nei dettagli, è prematuro, ma la nostra idea è molto diversa da quella di una semplice fusione tra Ds e Margherita, è una forte sinistra collegata al socialismo europeo. Non vorrei sentir pronunciare la parola scissione, non l’ho fatta e non la farò. Ma se si va a un processo nuovo ognuno farà le sue sceI te. Faremo la nostra battaglia al congresso e se i Ds dovessero scomparire, la nascita di una nuova forza è una delle opzioni». Bertinotti propone l’unità a sinistra. «Questi aspetti li vedremo nel prossimo futuro. Ma è inesorabile che, se si fa il Partito democratico, tutte le bocce si rimettono in moto». Non dice che non andrà con Bertinotti... «Questi aspetti li vedremo nel prossimo futuro». Se romperà coni Ds, lascerà il governo? «Il mio incarico è in ogni momento a disposizione. C’è un certo numero di parlamentari che la pensano come me, ma io non ho mai messola rnìa posizione davanti alle scelte politiche. Spetterà agli altri valutare», Il tavolo. dei volenterosi sulla Finanziaria le piace o sente puzza di inciucio? «Vorrei che il centrosinistra fosse autosufficiente». Monica Guerzoni

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