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DEMOCRATS E PSE Una casa più grande / Il Riformista del 7

Date: 09/09/2006
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Una casa più grande---------- Ma chi ci sta? _____________ Il progetto del partito democratico va bene. A noi vanno bene sia Romano Prodi sia la Margherita. Il vero problema è: chi altri ci può stare?». Suona più o meno così la questione che i leader del Partito socialista europeo hanno voluto porre ieri l’altro a Piero Fassino, recatosi in visita a Strasburgo per sondare gli umori del Pse a proposito della nascita del nuovo soggetto politico ulivista. Nella stanze dei bottoni del gruppo di Strasburgo, infatti, non riescono a comprendere a quali forze - presenti negli altri ventiquattro paesi dell’Unione - possa mai interessare una nuova cosa europea che abbia nel Pse il suo punto di partenza. Ha detto il vero il segretario dei Ds quando ha affermato di aver colto, nei colloqui con gli esponenti del socialismo europeo, «l’interesse per il progetto dell’Ulivo e per la creazione di un grande partito riformista in Italia». Non a caso, il presidente del Pse, il danese Poul Nyrup Rasmussen, verrà presto a Roma e Romano Prodi è stato invitato a Strasburgo. Ma mettiamo pure il caso (lo diciamo per assurdo) che Rutelli accetti di attenersi - come ha ammonito Martin Schulz su Repubblica - «al programma socialdemocratico», quali altre forze potrebbero convergere? Siamo sicuri che, tanto per dirne una, i francesi di Bayrou siano pronti a cotanta svolta in nome di un progetto che all’estero sembrano vedere come «una cosa principalmente italiana»? Da ultimo, non si può trascurare la soluzione “all’italiana” suggerita dai più ottimisti: quella di una “via di mezzo”. Un modello di riferimento già c’è: l’Alleanza dei liberali e democratici europei guidata da Graham Watson. Ai più distratti, ricordiamo che nell’Alde i margheritini (eletti nelle liste uliviste insieme ai Ds) convivono con i radicali di Marco Pannella (eletti per i fatti loro). Stando alle cronache, pare che non vadano molto d’accordo. Siamo ancora sicuri che l’Alde sia un modello da seguire? Attendiamo fiduciosi la prossima puntata. Accompagnati da quella strana sensazione che - soprattutto quando si parla di collocazione internazionale - l’unica operazione su cui i fondatori del partito democratico sono d’accordo sia...la divisione.

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