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Basta, il socialismo è morto /Il Manifesto

Date: 30/08/2006
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Basta, il socialismo è morto • da Il Manifesto del 30 agosto 2006, pag. 1 di Valentino Parlato Il famoso e celebrato Anthony Giddens a forza di camminare sulla ”terza via” è arrivato a una conclusione definitiva: “ll socialismo è morto” e da un bel po' di tempo: dal 1989. Basta, il socialismo è morto e non se ne parli più. Le sue idee-forza: la libertà fondata sull'eguaglianza; l'economia governata dall'interesse di tutti e non solo dei padroni; l'intervento pubblico per governare o almeno regolare il mercato. Tutta roba da buttare nella spazzatura o, massimo, in un museo archeologico. Ma, aggiunge subito il buon Giddens, la sinistra non è morta, vive ancora. Ma per che fare? Per fare l'assennata e generosa ancella del signor capitalismo: “favorire un miglior funzionamento dei mercati ed espandere il loro ruolo, piuttosto che ridurlo”, spiegare che la politica di liberalizzazione del mercato del lavoro non è antioperaia: «il welfare deve assumere sempre più le caratteristiche di un meccanismo di investimento sociale». E così prosegue: “non è di destra ammettere che la criminalità e il disordine sociale rappresentano un grave problema per molti cittadini”. "Non è di destra sostenere che l'immigrazione dovrebbe essere controllata” e così di seguito. A questo punto sono inevitabili due domande al professor Giddens. Indubbiamente il socialismo attraversa una fase di bassa, e anche l'aggettivo “socialdemocratico" può apparire troppo di sinistra. Dato tutto questo per scontato come si fa - è la prima domanda - a firmare il certificato di morte dell'aspirazione a un mondo più eguale? Aspirazione che ha una storia, che ha fondamenti culturali forti, che affonda le sue radici nella società degli uomini e delle donne e che è un'idea di liberazione direi insita nella società. Per precisare aggiungerei che sbaglierebbe anche chi dicesse che il liberismo è morto. Qualche riflessione di più sulla storia e la natura del genere umano dovrebbe far argine a queste semplicistiche (e interessate) sentenze di morte. La seconda domanda tocca la sostanza di questa sinistra che ancora sopravviverebbe. A leggere Giddens su “Repubblica” di ieri sembra il contrario di quel che abbiamo sempre inteso come sinistra o, al massimo, una disgustosa sciacquatura del socialismo dato per morto.

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