Date: 06/06/2006
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LA LETTERA ___________________ Formica: non distrussi io il Psi. Altri non lo difesero ___________________________ Caro Direttore, ho letto la replica di Boselli alle mie dichiarazioni rese domenica al Suo giornale e ritorno sul tema non per fatto personale ma perché è stato aggirato il principale argomento politico della questione socialista: può rinascere il Partito Socialista? Boselli capovolge la frittata e mi accusa di aver concorso alla distruzione del Psi. Già, già, chi ha distrutto il Psi? Ecco un bel tema che potrebbe affascinare plotoni di storici, di politici, di studiosi di antropologia e, forse, di criminologia. Ma tutto si perderà nel terreno melmoso dell'invettiva solitaria, oppure sconfinerà nei cieli del cosmogonico. Il problema di oggi è semplice e solare: perché i socialisti in questi quindici anni non hanno saputo o voluto difendere la loro storia e la propria organizzazione? All'inizio ('93-'94) vi fu un gruppo di sindacalisti e di amministratori di province rosse che d'intesa con un composito mondo esterno epurò la classe dirigente del Partito, colpevole di essere indiziata di contaminazione. La vera frattura umana a sinistra nacque prima tra i socialisti e poi tra i socialisti ed i postcomunisti. E' vero che i predicatori della Buon Costume erano stati mantenuti agli studi dalla contaminazione, ma allora non si vollero aprire polemiche perché si pensò che era meglio salvare il salvabile. E veniamo al dunque. Oggi dopo 15 anni di prove elettorali sempre combattute sotto altre bandiere e dopo aver raggiunta la vetta dell'1%, cosa attende il gruppo degli autoconservati a passare la guida ad una nuova generazione? Errare è umano. Perseverare è un po' bovino! __________ Rino Formica
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