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Boselli e i socialisti «desaparecidos» / Il Giornale

Date: 04/06/2006
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Boselli e i socialisti «desaparecidos» - di Stefania Craxi - In un articolo appassionato e documentato dal titolo «Socialisti, chi li ha visti» Giuseppe Tamburrano ha elencato una serie impressionante di episodi di ieri e di oggi, a dimostrazione di una scientifica volontà di distruzione della grande storia e della memoria del socialismo italiano. Sono mobilitati storici, politici, intellettuali. La storia del primo Novecento, che ha per protagonisti il socialismo e Turati, è distorta e Turati e il socialismo scompaiono; la storia della seconda metà del Novecento, che ha per protagonisti il socialismo, Nenni e Craxi, diventa la storia dei cattolici e dei comunisti: Nenni scompare e Craxi, che nessuno riesce a far scomparire, è demonizzato, ricoperto da colpe. Tutto vero, tutto esatto. Lo riconosce anche Boselli che non riesce però a rispondere alla domanda «perché succede tutto questo» che lui stesso si è posto. Boselli cerca la spiegazione nella mutazione di identità dei partiti e nei soliti errori di Craxi che «dopo il crollo del muro di Berlino... non aprì un cantiere con i comunisti per creare un partito socialdemocratico». Le parole di Boselli non spiegano né l'accanimento antisocialista della cultura ufficiale, eternamente dominata dal comunismo, né la pretesa scomparsa dei socialisti, unica razza estinta del panorama politico italiano. La verità è semplice: poiché tra il socialismo e il comunismo ha vinto il socialismo, i post-comunisti, per trovare un minimo di credito nella società italiana, non possono fare altro che distruggere il socialismo: e Boselli ha la responsabilità non lieve di aver assecondato i propositi comunisti,

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