Date: 14/05/2006
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Dissidenti diessini contro il Partito Democratico di Felice Besostri Del tutto fuori luogo e tempo è partita un’offensiva mediatica, sui giornali milanesi, per accelerare la costituzione del Partito Democratico (PD). Fuori luogo, se le decisioni del partito non sono carta straccia per la maggioranza, perché è previsto un passaggio congressuale per decidere l’adesione al progetto del PD. Fuori tempo perché in tempo di elezioni, bisogna fare soltanto le iniziative che uniscono e non quelle che dividono. È noto che nel partito, e non soltanto nelle minoranze congressuali, ci sono forti e motivate opposizioni alla costituzione del nuovo soggetto politico, che già nel nome ha rinunciato all’aggettivo “riformista”. Sorprende poi che tutti quelli favorevoli, che si sono finora espressi, da Mirabelli a Rosati, hanno evitato di parlare, sia pure di sfuggita, dei legami internazionali del futuro PD e della laicità delle istituzioni pubbliche. Il PD sarà membro a parte intera del PSE e dell’Internazionale Socialista o no? Su scuola, famiglia, diritti civili e di libertà sarà chiaramente per l’autonomia dalle direttive della gerarchia cattolica o no? Questi sono temi da congresso. Per senso di responsabilità - e per dare segni importanti di unità durante le elezioni - non siamo intervenuti finora. Per lealtà attendevamo l’apertura di un dibattito congressuale non condizionato e precostituito. Vediamo che non è così e che gran parte dei gruppi dirigenti locali e nazionali hanno preferito dare per fatte le scelte e che, al più, si devono solo definire modi e tempi. Si decide la lista unitaria e si mettono gli elettori nell’imbarazzante situazione per cui votare quella lista (e vogliamo farlo, lavoriamo per vincere) significa anche aderire ad un progetto su cui stiamo ancora aspettando di esercitare il fondamentale diritto di discutere, esprimere limpidamente ipotesi alternative, votare. Siamo iscritti ai Ds e prendiamo sul serio i diritti democratici nella vita di un partito, senza i quali o contro i quali si prepara una politica in cui discutono e decidono solo ristretti gruppi dirigenti con il conforto di giornali e televisioni. Non si può abusare della pazienza dei compagni e del loro senso di responsabilità, perché preferiscono impegnarsi per la vittoria dell’Unione e per l’elezione di Ferrante a Sindaco, piuttosto che proporsi come le prime donne del futuro Partito Democratico. Hanno firmato il documento dell’on. Besostri altri due suoi colleghi di Partito Luciano Belli Paci Alessandro Pollio Salimbeni
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