Date: 05/05/2006
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Al direttore - Per un socialista è difficile scegliere tra un ex socialista e un post-comunista; ma in politica, che è una scienza esatta, vale la ragione più gelida. Cosa è Amato? I suoi meriti: vestire con arte avvocatesca le volontà altrui; piegare la logica comune all’opportunità politica di parte; ingannare con la parola la verità dei fatti; coprire i propri desiderata con l’illusione del bene comune; far apparire sottile ciò che è grossolano. I suoi limiti: essere noto perché sa fare benissimo il secondo. La sua storia politica è accettabile quando ha saputo eseguire; è da rigetto quando ha dovuto decidere da solo. È un re Mida rovesciato: trasforma l’oro in friabile argilla. Non è adatto a compiti direttivi irresponsabili. È sottile se è al servizio, è sfuggente se si mette in proprio. Se le istituzioni devono riconquistare autorevolezza la cipria non serve. Cosa è D’Alema? L’esatto contrario di Amato, anche se gli fa velo la scuola berlingueriana. Scelgo D’Alema come avrei scelto Craxi, perché il ritorno alla politica richiede una personalità inorganica ai poteri dell’antipolitica. Fraterni saluti - Rino Formica Roma - ************************************************************ I giudizi su Amato, perfetti, trascurano soltanto, secondo me, il peso relativo, notevole, della sua intelligenza, che però non arriva a forgiare il carattere di un politico, virtù senza dubbio maggiore. Per il resto, una lettera così sembra illustrare la sopravvivenza della cultura politica in Italia. l’Elefantino (Giuliano Ferrara) (° da Il Foglio 3 maggio 2006
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