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Rosa, affondo dei socialisti «Velleitari». «No, decisivi» Formica: un progetto politico frettoloso ed elitario / Il Corriere della Sera

Date: 13/04/2006
Time: 10.37.07
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Rosa, affondo dei socialisti «Velleitari». «No, decisivi»__________________________ Formica: un progetto politico frettoloso ed elitario Pannella: noi siamo determinanti per l’alternanza ROMA - «Più che Rosa nel pugno è stato un Pugno nella rosa». Emanuele Macaluso, mente critica della sinistra italiana, sintetizza così la delusione elettorale della coalizione radicalsocialista. Una sorpresa amara che ora genera una riflessione sulla opportunità di quel progetto politico. E divide chi, con Rino Formica, lancia accuse di «velleitarismo elitario» e chi, con Marco Pannella, difende una forza «che è stata determinante per l’alternanza tra la maggioranza berlusconiana e la maggioranza prodiana». E su questa linea, nonostante il non brillante risultato elettorale, si schierano i vertici della Rosa nel pugno. Al termine di una lunga riunione, non solo «lasciano», ma decidono di «raddoppiare»: da forza politica diventeranno un progetto allargato ad altri soggetti. SALOTTI - Il più critico resta Rino Formica. «Non si organizzano in tre mesi liste elettorali e un progetto politico ambizioso che si propone di destrutturare la coalizione», evidenzia lo storico esponente socialista accusando l’Rnp di velleitarismo: «Hanno parlato ai salotti, mentre Berlusconi ha parlato all’Italia profonda e nelle elezioni dell’Italia impaurita ha aggiunto quella delle tasse». Secondo Formica la battaglia sulla laicità dei radicalsocialisti non tiene conto della «rivoluzione» di papa Ratzinger. «La Chiesa sociale degli ultimi due secoli - spiega - sta cedendo il posto a un ritorno della Chiesa morale. E il confronto sul laicismo deve avvenire sui temi reali e morali che essa pone». STIMOLO - Macaluso individua il limite: «Le culture e pulsioni socialiste e radicali non si sono fuse». Ma difende il tentativo. «Se non si faceva la Rnp i radicali erano esclusi dalla competizione elettorale» ricorda e sottolinea che in queste elezioni divenute per molti un referendum «contro Berlusconi o contro Prodi sono state favorite le grandi forze politiche». Ma va oltre. «Aver sollevato temi, come la laicità dello Stato, che non sono solo di Zapatero, ma anche di Blair e di tutta la sinistra europea, è stato comunque un fatto positivo. E ora questa forza deve proseguire all’interno del progetto di unità delle sinistre a fare da stimolo in questo senso». LA FIAMMA LIBERALE - «Il fatto che nasca con evidenti difficoltà non sorprende perché socialismo, liberalismo e radicalismo hanno avuto spesso una storia difficile» fa notare Biagio De Giovanni. Ma, aggiunge, «dopo il voto sono ancora più convinto che in questa drammatica transizione, con un Paese spaccato, per il centrosinistra avere dentro una forza che mantenga viva questa fiammetta liberale sia essenziale». Non è pentito Lanfranco Turci, candidato Rnp che dovrebbe essere ripescato come deputato in Toscana. Ammette «una certa delusione sul piano numerico». Ma, evidenzia, «E’ una base importante da cui partire». Enrico Buemi, ex Sdi ora nella Rosa, rimarca: «Su un milione di voti non c’è da sputarci su. Soprattutto da parte di una coalizione che ha vinto per 20mila voti». Lo sottolinea anche Pannella che rimprovera all’Unione di aver trattato la Rosa «con imbarazzo e ostilità». «Abbiamo la responsabilità di essere assolutamente determinanti» dichiara dai microfoni di Radio Radicale. Il primo obiettivo, l’alternanza, è raggiunto. Per il secondo, la riforma della sinistra, occorrerà attendere perché, ammette, «i problemi sono tantissimi, per quel che mi riguarda sono determinatissimo nel non ignorarli, nel non accantonarli. Ed è nella nostra agenda politica».

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