Date: 14/03/2006
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Il leader dl: nel ’93 dichiarai che libero era una sciagura, mi spiace. La figlia dell’ex segretario psi: ritiri la causa contro di me __________ Rutelli: non direi più «Craxi in carcere» ____________- Bobo: confronto con Stefania se ha il coraggio. Lei: i Ds ti hanno fatto fuori ROMA - Si rivede e si ravvede: «Sono passati dodici anni, era un altro momento». Si pente e si duole: «Mi dispiace... Oggi quella frase non la ripeterei più». Fra tanti duelli all’ultimo round e qualche abbandono prima del limite, ecco uno che sceglie le scuse: Francesco Rutelli va a Matrix e nel faccia a faccia tv porge l’altra guancia. Non a Gianfranco Fini, che gli sta di fronte, ma a Bettino Craxi che sta sottoterra. Enrico Mentana fa risentire a Rutelli quel che disse nel dicembre 1993, in un identico confronto con Fini moderato dal medesimo Mentana («vorrei vedere Craxi in galera al più presto - disse l’allora esponente radicale -, a consumare il rancio delle patrie galere... È una sciagura che vada ancora in giro»), poi gli chiede che pensa oggi: no, mi spiace - il leader della Margherita si cosparge il capo di cenere -, quella frase non la ripeterei più. In ginocchio da lei: «Oddio, ha detto davvero così?», ha il fiatone Stefania Craxi, mentre rincasa. «Non l’ho visto, non lo sapevo, non me l’aspettavo...». È solo il cedimento d’un attimo: «Benissimo, finalmente ammette - si riprende la figlia di Bettino -. Adesso però mi aspetto che ritiri la causa civile, ancora in piedi contro di me. Il signor Rutelli, non contento d’avermi querelato penalmente, m’ha trascinato in tribunale per tirare a casa anche i soldi». Guerra antica, rosa radicale contro garofano socialista. Aperta proprio da quelle parole del 1993, esplosa quando Stefania reagì a tono («sei un grandissimo stronzo»), proseguita con la di lui querela (vinta) e la di lei vendetta: condannata a 50mila lire di risarcimento, la giovane Craxi pagò la multa in 50 comode rate «per potergli scrivere 50 volte "grandissimo stronzo" sulla causale di versamento». Le scuse non levano le accuse. «Da quella parte sento solo chiacchiere - dice oggi Stefania -. Mi chiedo perché Rutelli non disse queste cose quando mio padre era vivo. Lui stava sempre nei suoi corridoi ad aspettare d’incontrarlo. Ci rimase tanto da diventare amico della sua segretaria. Evidentemente, questa sinistra deve fare ancora i conti non con la questione socialista, ma con la questione Craxi. Non basta dire vent’anni dopo che aveva ragione lui sulla scala mobile. O che fu perseguitato da quel poveraccio di Di Pietro, strumento d’una giustizia politica, e che fu esiliato sotto il governo D’Alema». E se un alleato di Rutelli, il fratello Bobo, la sfida a un pubblico «confronto politico, non personale», Stefania sorvola: i Ds, «dopo aver fatto fuori Bettino a Hammamet, ora fanno fuori Bobo candidandolo al 9° posto in Lombardia». Un dubbio, Stefania: non è che anche i Craxi debbano qualche scusa all’Italia? «Non devo niente a nessuno. Mio padre disse: ho lavorato 40 anni per il Paese, m’aspetto almeno un grazie. Sulla bilancia di Anubi si pesino i meriti storici e gli errori commessi. E si vedrà che quel grazie è dovuto». Francesco Battistini
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