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Bobo e Stefania Craxi, una famiglia divisa dal voto /Il Giornale

Date: 13/03/2006
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I figli del leader storico del Psi presentano le campagne elettorali. «Di là la peggiore sinistra della storia». «A destra gli avversari più feroci di generazioni di socialisti» Bobo e Stefania Craxi, una famiglia divisa dal voto __________________ Lei nel Polo: mio fratello? Un dolore. Lui nell'Unione: mia sorella? Come la bimba dell'Esorcista Stefania con Berlusconi e Bobo con Fassino. Partono le campagna elettorali dei fratelli Craxi, entrambi candidati per la Camera a Milano (Lombardia-1 lei, Lombardia-3 lui). La raccolta di consensi comincia nello stesso fine settimana. Ieri, Stefania ha fatto la sua presentazione ufficiale in una sala della Rinascente, con vista sulla Madonnina; oggi Bobo sarà alle 18 al Circolo De Amicis accanto a Piero Fassino. L'attacco arriva dalla primogenita del leader del garofano morto in esilio: «Questa è la peggiore sinistra della storia e se i socialisti della sottomissione stanno a sinistra, non è una cosa che mi riguarda». Fra di loro, c'è anche Bobo. «Dal punto di vista personale — ammette Stefania — vivo la scelta di mio fratello come dolorosa e sorprendente. Quando succedeva quello che è successo, lui non stava sulla luna...». Pronta la replica dell'altro figlio di Bettino, schierato con l'Unione: «Stefania mi ricorda quel personaggio dell'Esorcista, la bambina che cammina tenendo la testa rivolta all'indietro». Il passo successivo è l'analisi politica. Quella di Stefania: «Mio padre ci ha insegnato, anzi credevo ci avesse insegnato, a riconoscere i nostri avversari mettendoli in fila. Io li ho ben presenti: sono i post-comunisti, i cattolici integralisti, la grande finanza e i grandi giornali e sono tutti a sinistra. Mio padre ci ha insegnato anche a non averne paura». Quella di Bobo: «Nel centrodestra ci sono gli avversari più feroci di generazioni di socialisti, compresa la nostra. Sono i fascisti, i post-fascisti, i leghisti e i conservatori della peggior razza. Chi oggi è socialista e appoggia il centrodestra, non può dirsi tale». Il resto è la dichiarazione d'amore di Stefania per la «sua» Milano: «Ho chiesto a Silvio Berlusconi di essere candidata qui perché è la città nella quale sono nata e cresciuta, dove sono nati i miei figli, ho cominciato a lavorare, ho respirato l'aria dell'impegno politico. Ed è la città nella quale ha vissuto e lavorato mio padre, che ne è stato deputato dal 1968 al 1994». Stefania Craxi ha anche qualche idea: «San Vittore non sia più un carcere ma un campus per studenti. Sarebbe bello che il carcere di San Vittore potesse diventare sede per i giovani che vengono da fuori città per studiare». E poi «bisogna impegnarsi sull'assistenza agli anziani e sul problema degli immigrati, con una politica di case per gli stranieri per evitare che poi si formino tante baraccopoli dove si annidano l'illegalità e la violenza». In sala, ad applaudire e incoraggiare Stefania Craxi ci sono alcune decine di ex socialisti tra cui l'ex vicepresidente della Regione, Ugo Finetti, il senatore Giampiero Cantoni, il consigliere comunale di Forza Italia Stefano Pillitteri, cugino di Stefania. La Craxi cita altri dirigenti socialisti «che oggi raggiungo»: da Maurizio Sacconi e Margherita Boniver, da Fabrizio Cicchitto e Franco Frattini a Renato Brunetta. Non ci sono garofani in sala. Soltanto un po' di nostalgia. Elisabetta Soglio

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