Date: 09/01/2006
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Il segretario del Nuovo Psi tenta di coinvolgere lo Sdi ma riceve il no di Boselli---- Rosa nel pugno, Craxi si sfila «Meglio una lista socialista»----- Pannella: Vasco Rossi e Andrea Bocelli candidati simbolici ROMA - Dopo tre giorni di lavori, il Comitato nazionale dei Radicali finisce come era iniziato: con la denuncia del «silenzio assordante di Prodi» e l’appello ai Ds a dialogare con la Rosa nel pugno. Ma Pannella e Capezzone si rivolgono anche agli alleati dello Sdi, chiedendo un forte rilancio del nuovo soggetto politico. Un progetto da cui si sfila definitivamente Bobo Craxi: «Un’alleanza elettorale con i Radicali in questo momento non è utile», spiega il segretario del Nuovo Psi che punta ad una lista tutta socialista. «LA SCEGLI O LA SCIOGLI» - Da giorni Pannella denuncia la sua preoccupazione per lo stato di salute della Rosa, che «o subito torna a esplodere o è destinata a implodere». La nuova legge elettorale detta tempi stretti: bisogna far conoscere il nuovo simbolo, raccogliere le firme, preparare le liste e allora il leader radicale chiama all’impegno attivo simpatizzanti e militanti anche illustri, come Vasco Rossi (tesserato da 20 anni) e Andrea Bocelli: «Se decidessero di candidarsi simbolicamente all’ultimo posto delle liste, potrebbero rimettere in gioco le cose in cui credono e sconfiggere l’antidemocrazia». Ma Pannella, in vista della direzione della Rosa che si riunirà stamattina, lancia un accorato appello anche a Enrico Boselli e compagni: «Non siete ancora abituati a gestire le crisi politiche e le crisi di crescita e allora vi dico: abbiate fiducia in voi, non sottovalutatevi, alzate il tiro!». Sulla strada della Rosa ci sono i veti dell’Udeur, forti resistenze nella Margherita, tanti che accusano i Radicali di aver «strumentalizzato» lo Sdi, dice Pannella. Ma c’è anche il timore, diffuso sin dall’inizio, che la ricerca dell’unità socialista possa frenare la creazione di un progetto politico nuovo: «Parleremo di Craxi, Nenni e Saragat e li renderemo attuali attraverso l’amore critico che si deve agli antenati, ma ora occorre scegliere con urgenza, ci stiamo distraendo - avvisa il leader radicale -. L’unità socialista non è una logica, non passa attraverso l’unità di socialisti, non può esserci se si riduce a un esercizio di gestione dell’eredità del padre». Per dirla come Capezzone, «non bisogna restaurare una casa vecchia ma costruirne una nuova». E pure lui esorta gli alleati ad abbandonare «il mantra dell’unità socialista»: «Smettete il lutto del ’92, bisogna camminare in avanti senza la testa rivolta all’indietro».
[Artchivio/_borders/disc2_aftr.htm]