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Socialisti e Radicali segno di debolezza / Quotidiano Calabria

Date: 24/11/2005
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Socialisti e Radicali segno di debolezza Il documento sottoscritto da Bobo Craxi e Rino Formica, rimbalzato in questi giorni sui siti socialisti, ha indubbiamente portato una ventata di chiarezza e messo ordine e puntini nella storia e nella tradizione socialista. Le iniziative politiche e culturali portate avanti, in questi anni, dal Nuovo Psi e da Socialismo è Libertà, hanno rappresentato autentici centri di resistenza, mantenendo viva la tradizione socialista. I dolorosi cedimenti dell'ultimo decennio, le rinunce e la mancanza della proposta socialista sono ormai alle spalle. La poderosa e mirabile di relazione di Rino Formica all'assemblea del N. Psi e Sèl alla fiera di Roma del 24 ottobre scorso, può costituire la pietra miliare della rinnovata comunità organizzata dei socialisti. I giochi di qualche dirigente dello Sdi, senza motivazione e senza anima, in stridente contrasto con un processo ormai inarrestabile, tendenti a sottrarre a Sèl, una rappresentanza assessorile, largamente conquistata sul campo, a fronte della pochezza del proprio risultato, non riusciranno a circuire le nuove generazioni ed un elettorato che percepiscono il riemergere della "questione socialista" come elemento principe della discussione e la vera novità del panorama politico. Anche i socialisti vibonesi si sono lasciati alle spalle la sindrome e hanno preso coscienza che possono essere la forza del rinnovamento e della partecipazione. Lo dimostreremo con l'appuntamento elettorale del 2006, nella consapevolezza che non ci sarà una prova d'appello per i socialisti. Anche per questo il documento Craxi Formica ha posto dei paletti invalicabili alla deriva radical borselliana. Il movimento socialista sarà più efficace se sarà cosa diversa dai radicali. I socialisti che s'incontrano con i radicali rappresentano un dato di debolezza e non di forza dell'area socialista. Riaprire la questione del concordato si appalesa, per la storia socialista, come un'autentica baggianata. Abolire il concordato sarebbe come rinnegare una delle poche questioni risolte positivamente dalla politica italiana, soprattutto per merito dei socialisti. Discutere il concordato significa far emergere irresponsabilmente in Italia un'area dell'obbedienza religiosa, contrapposta all'obbedienza civile. È la prima, in barba a tutti i sondaggi, esibiti da Boselli, sarà sempre vincente rispetto alla seconda. E'un problema di cui né la politica italiana, né il comune sentire dei cittadini sentono il bisogno. Di converso Boselli e Radicali hanno ignorato nell'incontro di Fiuggi i grandi temi ancora sul tappeto, legati soprattutto alle problematiche sociali (mezzogiorno, lavoro, sanità, scuola, ricerca ecc.). La scelta radical socialista rimane sostanzialmente lontana da quanto SèL ha perseguito in questi anni. Questo vale anche e soprattutto per i socialisti di Vibo valentia. Alfonso Del Vecchio

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