Date: 25/09/2005
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Convention sull'unità socialista. Applausi a Formica Bobo Craxi e De Michelis in marcia verso l'Unione ROMA«Questo non era un congresso, ma in ogni caso le mozioni restano, perchè se c'è la loro, c'è anche la nostra. Loro non l'hanno ritirata, noi non ritiriamo la nostra». Al termine della convention sull'unità socialista organizzata da Saverio Zavettieri e dal Npsi, è Gianni De Michelis a tirare le somme, mentre si allontana, quasi da solo, dalla folla che acclama Formica e Craxi. L'assemblea di ieri mattina alla Fiera di Roma è stata una sorta di pre-congresso, con il vicesegretario e il segretario che parlano l'uno dopo l'altro, davanti ad una platea numerosa e partecipe. All'entrata si distribuiscono a tutti rose e garofani, mentre la regia ironica diffonde la canzone «era una casa molto carina, senza soffitto, senza cucina, non ci potevi entrare dentro...». Quindi si entra nel vivo. Ed un punto è subito chiaro. Tra De Michelis e Bobo c'è convergenza di approdo. «Marciamo verso il centrosinistra, sono maturate le condizioni di unità con Boselli», dice il primo. La differenza è di metodo. Con l'ex ministro degli Esteri che ribadisce la difesa dell' «identità e dell'autonomia dei socialisti nel nome di Bettino» e invita a mettere «Craxi davanti alla triade Blair-Zapatero-Fortuna». Bobo invece è più diretto. «L'unità allargata dei socialisti liberali e libertari è un'opportunità di crescita da cogliere con intelligenza mostrando apertura di idee e di visione», dice. «L'autonomia non è a rischio - ribadisce - e anzi si misura anche con il coraggio di saper rischiare, di non temere delle abiure». E suggella la sua visione con una citazione dall'ultimo discorso di suo padre: «Il partito dovrebbe ricercare le alleanze possibili su ogni terreno accettabile, vincere una sfida di sopravvivenza». Non basta a smuovere De Michelis. «Rimetterò il mio mandato di segretario al prossimo congresso - dice alla platea, che a volte lo contesta - ma voglio convincervi a seguire lo stesso percorso che abbiamo seguito fin qui, cioè la difesa della storia e dell'autonomia socialista. Agli alleati io non pretendo di dettare regole, ma voglio almeno che siano difese e rispettate le mie idee socialiste, esattamente come fa Bertinotti con Prodi». Il segretario apprezza il chiarimento di Prodi («che non si riferiva ai socialisti quando parlava di «esami del sangue») ed anche le parole di Boselli («quando dice che non esisteranno socialisti di serie a e di serie b»), ma un appunto lo rivolge a Stefania Craxi: «Fai bene a difendere tuo padre - dice De Michelis - ma sbagli se lo fai dimenticando i socialisti. E' una separazione impossibile». Anche Bobo ha un impeto d'orgoglio e replica ad Umberto Eco che aveva chiesto a Prodi di non accogliere ex rappresentanti della Cdl. «Vorrei rassicurarlo - dice Bobo - nel Parlamento del 2006 ci saremo nel nome della rosa. e del garofano socialista».. Molto applaudito l'intervento di Rino Formica: «Boselli non può dire tranquillamente che fa le elezioni con i radicali per un nuovo soggetto politico e che dopo le elezioni riproporrà il progetto prodiano della Fed. Per conciliare troppe cose diverse si corre il rischio certo di restare sul marciapiede». «I socialisti - ha detto Formica - devono riconoscere che l'improvvisazione ed il rapido mutamento di alleanza e di strategia politica non apre al dialogo ma ripropone vecchi schemi, inutilizzabili in un mondo che, mettendo in ombra le ideologie, ha dato peso alle religioni. Riconoscere un dato di fatto spinge alla ricerca di un laicismo che rispetta le ragioni altrui per vedere rispettate le proprie. Solo così si eviterà la comica di una continua altalena tra ipotetica ed astratta convergenza dei riformismi cattolici e socialisti con le appassionate esaltazioni delle scorciatoie radicali.» Formica, leader del movimento 'Socialismo è liberta» ha aperto il suo contributo ringraziando Bobo Craxi, perchè «ha rotto l'incantesimo che vedeva i socialisti allontanarsi dalla loro storia per punire chi apparteneva ad altra storia». Presente alla convention il senatore diessino Nicla Latorre «Sono qui per portare un saluto, ma conosco da anni Rino Formica, conosco Bobo Craxi e posso dire che oggi non mi sento un ospite». Per Latorre è possibile «costruire una grande forza riformista e socialista. Fra i socialisti ci sono compagni che si sono schierati con il centrosinistra e compagni che si sono illusi di poter influenzare le politiche del centrodestra. Altro che combattenti e reduci, ora questi compagni possono essere i protagonisti di una nuova forza politica». Latorre, parlando alla convention dei socialisti, dice a 'compagne e compagnì che i socialisti hanno «radici profonde nella storia e nella società dell'Italia».Mal 241315 SET 05 25/09/2005
[Artchivio/_borders/disc2_aftr.htm]