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VENTIDUE ANNI FA MORIVA RICCARDO LOMBARDI./ l'Avanti

Date: 18/09/2005
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VENTIDUE ANNI FA MORIVA RICCARDO LOMBARDI. IL RICORDO SEMPRE VIVO DI UN GRANDE CONDOTTIERO. di Giulio Laroni_________ Nella scientia res publicas administrandi esistono epiteti che il tempo non sa cancellare. Epiteti che restano, quasi fossero marchiati a fuoco, nella storia politica e personale di chi li ha portati, svelandone la formazione culturale e i valori di riferimento. Oggi, a distanza di un quarto di secolo, un "socialista lombardiano" si riconosce con facilità per quel quid che lo rende diverso e originale, una sorta di vis vitalis che lascia trapelare l'irrequietezza dell'insoddisfazione. Il 18 settembre di ventidue anni fa si spegneva a ottantatrè anni Riccardo Lombardi, figura storica del socialismo italiano e personaggio scomodo dai tempi della Resistenza all'avvento del craxismo: arrestato nel 1930, fu tra i fondatori del movimento di Giustizia e Libertà e del Partito d'Azione (1942), e dopo il 25 luglio 1943, rappresentandolo nel CLNAI, ebbe un ruolo fondamentale nelle trattative con Mussolini per la resa dei fascisti della RSI. Prefetto di Milano e Ministro dei Trasporti nel primo gabinetto De Gasperi (1945-1946), è direttore dell'Avanti! nel 1949-1950 e poi, per breve tempo, nel 1964. Deputato alla Costituente (1946-1948) sempre rieletto fino alla morte, entra nel PSI in seguito allo scioglimento del Partito d'Azione (1947) e un anno dopo, in occasione delle elezioni amministrative, si oppone al Fronte popolare con il PCI. Fautore dell'astensione alla ratifica dei Trattati istitutivi del Mercato Comune Europeo (1957) , sostiene l'importanza di un'economia di piano come diretta conseguenza del nuovo corso del capitalismo: "Una volta il capitalismo era giustamente qualificato e contraddetto (…) per il suo carattere anarchico, per la sua incapacità di dominare coscientemente l’organizzazione economica della società, e (…) per la incapacità conseguente di dominare i cicli: gli si contestava perciò di portare necessariamente a delle crisi di sovrapproduzione e di sottoproduzione provocando nella società uno stato di permanente instabilità." La programmazione, quindi, "era qualche cosa di assolutamente inassimilabile per il vecchio capitalismo, il quale appunto si basava sulla potestà del mercato che poi veniva interpretata come una democrazia del mercato." Oggi, tuttavia, il capitalismo è diventato "neo-capitalismo e pianificatore (…) sotto l'impulso (…) della pressione dei sindacati, che hanno contestato la riduzione dei salari, e dalla democrazia politica, che ha immesso nel corpo sociale la pratica ormai generalizzata delle spese sociali", ed è stato quindi costretto "a lasciare la presa su una quota sempre più rilevante di reddito destinata all’investimento e a trasferirla ai consumi." (Salone Matteotti, Torino, Primo Maggio 1967) . In prima linea nella battaglia per la nazionalizzazione dell'energia elettrica (che ottiene, anche se con un'impostazione diversa, nel 1962), è a capo della minoranza di sinistra a partire dalla nascita del PSU (1966). Si definisce "acomunista" ma non "anticomunista" e guarda con favore alla proposta di Giorgio Amendola per un governo PCI-PSI-PSDI: "Il raggiungimento del 51 % significherebbe che una buona parte dell’elettorato ha mutato opinione, che e’ disposta a dare il voto , il suo consenso, alla sinistra , non gia’ per condizionare meglio il potere dell’altro partito, quello moderato, quanto per mandare la sinistra al potere". Fallito il progetto di Amendola, Lombardi, con notevole lungimiranza politica, sostiene la necessità di sfaldare il "compromesso storico" attraverso un'alleanza strategica con il PCI, e non, come riteneva Bettino Craxi, rafforzando la posizione del PSI in un governo di pentapartito. Nominato presidente del PSI alla morte di Pietro Nenni (1980), ma dimessosi quasi subito, sarà l'oratore più applaudito al congresso di Verona dell'11-14 maggio 1984.

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