Date: 26/07/2005
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Socialisti/radicali. Il dibattito tra socialisti, alla ricerca dell’unità perduta News del 25-07-2005 Dopo il direttivo dello Sdi di sabato, prosegue il dibattito nell’area socialista alla ricerca dell’unità perduta e dell’accordo con i radicali. Intervistato dall’Avanti, Rino Formica, esponente storico del fu PSI, afferma di ''non comprendere bene a cosa stia andando incontro lo Sdi'', perché ''quello chiesto da Enrico Boselli nella sua relazione sembrerebbe essere un accordo tecnico tra affini per superare la soglia elettorale di sbarramento del 4 per cento''. Formica avanza il sospetto che ''Boselli e compagni abbiano solo fretta di accantonare il progetto dell'unità socialista'', altrimenti ''non si spiegherebbe come un partito, che per tre anni ha coltivato nei congressi e nelle decisioni ufficiali l'idea strategica di unire le tradizioni storiche e politiche comunista, socialista e cattolica, improvvisamente scopre che in Italia è possibile invece raggruppare le culture radicali, liberali e socialiste''. ''Se così fosse, si tratterebbe - secondo Formica - di un salto mortale triplo in una notte di mezza estate che, se non copre una realtà ben diversa (aggirare l'ostacolo del 4 per cento) è almeno sintomo di improvvisazione politica e culturale''. Di alleanza elettorale pura e cruda coi radicali si preferisce parlare invece sul fronte nuovo Psi. Secondo Zavettieri se “l’ accordo si farà sarà un accordo elettorale e non si darà vita ad un soggetto politico unico, anche perché le divergenze con i radicali ci sono, a cominciare, ad esempio, dall'idea diversa che si ha sul sistema elettorale''. Comunque sia, per il membro della direzione nazionale del NPSI l’alleanza con Pannella viene dopo: “come prima tappa c’è l’Unità socialista”, obiettivo che il Nuovo Psi ha deciso di perseguire con ''la scelta di uscire dalla Cdl assunta nell'assemblea del 18 luglio scorso, durante i lavori del Consiglio Nazionale del nuovo Psi”, alla quale, salvo ripensamenti, il Congresso del 22 23 ottobre apporrà il sigillo. Sul punto non appare così convinto Stefano Caldoro. ''L'unità socialista è una cosa troppo seria per consumarla in una giornata, credo sia meglio non accelerare i tempi'' - ha affermato il ministro per l'Attuazione del programma riferendosi alle proposte, emerse in vista del congresso del 21 ottobre, di riunificare le varie anime socialiste. ''L'unità socialista è il nostro obiettivo strategico - ha spiegato il ministro che non dovrebbe “mangiare il panettone”, ma su come si deve costruire questa unità le condizioni sono varie. Noi chiaramente poniamo le nostre, e quindi lo abbiamo fatto nel nostro consiglio nazionale e lo rifaremo al congresso''. Dunque, il problema è di sostanza, come ha precisato Gianni De Michelis, ribadendo che ''Non basta dire – come ha fatto Boselli: 'é sufficiente che i compagni del Nuovo Psi cambino la loro collocazione nell'attuale schema bipolare per passare a sinistra e l'unità socialista sarà cosa fatta'. Così' sarebbe troppo facile e non si capirebbe perchè è nato il Nuovo Psi, perché‚ oltre mezzo milione di italiani hanno scelto di votare il Garofano e non la Rosa, perchè‚ moltissimi socialisti non hanno scelto né la Rosa né il Garofano''. Insomma, sottolinea De Michelis, ''non è solo un problema di collocazione'', ma ''è anche e soprattutto un problema di valutazione dei rapporti come di altre scelte politiche, ivi comprese quelle dell'Unione''. Il segretario del Nuovo Psi indica alcune problematiche: ''I rapporti tra la sinistra riformista e quella fondamentalista, il rapporto col giustizialismo, le questioni, decisive e fondamentali delle scelte internazionali e del modo di affrontare la lotta al terrorismo fondamentalista islamico''; inoltre ''vi sono i conti da regolare una volta per tutte con quello che potremmo sinteticamente chiamare il cattocomunismo che fin dagli anni '80 è stato il principale avversario del riformismo craxiano''. ''Una prospettiva si è aperta - aggiunge - ma Boselli sbaglierebbe se ritenesse che essa possa chiudersi solo attorno alla questione di una scelta di coalizione''. E da ultimo, insiste de Michelis, ''non puo' essere in alcun modo sottovalutata l'importanza della questione della riforma elettorale, essendo noi fermamente convinti che solo una riforma in senso proporzionale, sia pure, come si suol dire, alla tedesca, può creare le condizioni per andare oltre il cosiddetto bipolarismo 'bastardo' e correggere le storture del sistema politico della cosiddetta Seconda Repubblica, al fine di rendere possibile il ritorno ad un'efficace governo del paese''. Antonio Marulo
[Artchivio/_borders/disc2_aftr.htm]