[Artchivio/_borders/disc2_ahdr.htm]

RIVOLTE SDI...... REGGIO EMILIA. SDI : Usciamo dalla FED e lavoriamo per 'Autonomia e l'unità socialista

Date: 31/05/2005
Time: 18.52.19
Remote Name: 151.28.29.83
Remote User:

Commenti

Dopo il Documento di Luigi Rocca, da Reggio Emilia, un altro documento contro la Fed e per l'Autonomia Socialista. DOCUMENTO SDI REGGIO EMILIA La recente decisione della Margherita, di concorrere da sola alle elezioni politiche, nella quota proporzionale, che ha incrinato il rapporto nella F.E.D. e dissolto la prospettiva del partito unico nel centro sinistra, ci stimola a svolgere le riflessioni e gli auspici seguenti. In primo luogo, osserviamo che, con tale scelta, si è fatto prevalere il valore dell’identità politica sulle ragioni aggregative su cui si è sviluppato il sistema bipolare in Italia, volte a mettere insieme più forze di diverse radici culturali e storiche allo scopo essenziale di rendere i Poli l’uno più competitivo dell’altro, come se si trattasse di una competizione sportiva. C’è chi paventa che possano essere state poste le basi per la nascita di un grande partito cattolico o, addirittura, in una prospettiva (non troppo fantasiosa) di aggregazione delle forze cattoliche di entrambi i poli, per la rinascita della D.C.. Non crediamo che tale disegno, temuto da un lato e auspicato dall’altro, sottenda, oggi, alla scelta della Margherita (pur potendo albergare in non pochi suoi dirigenti, ma, se così fosse, non vi sarebbe nulla di cui scandalizzarsi o aver timore). Noi riteniamo positivo, che abbia inizio, in Italia, un processo di aggregazione nel quale le grandi culture appartenenti alla nostra tradizione tornino a manifestarsi attraverso grandi partiti omologhi a quelli presenti negli altri Paesi europei, laddove si confrontano socialisti, popolari, comunisti, ecc…. ciascun partito, ivi, proponendosi agli elettori da solo (ancorchè con prospettive già definite di alleanza), con propri specifici principi e programmi e non con nebulose piattaforme di coalizione. Ciò a cui noi, ovviamente, siamo più interessati è che, nel nostro Paese, possa rinascere un grande Partito nel quale si collochino tutti coloro che si riconoscono nella tradizione socialista italiana ed europea. A questo soggetto dovrebbero partecipare, innanzittutto, i partiti sorti dalle macerie del P.S.I. (S.D.I. e Nuovo P.S.I.) e singole personalità e circoli liberali, laici, riformisti, ma anche gli stessi diessini, che rappresentano, tra i partiti aderenti al socialismo europeo, quello più forte. Tramontata la prospettiva del Partito Unico dell’Ulivo, è arrivato il momento di dar vita a un grande Partito Socialista Italiano. Perché ciò possa avvenire con il contributo dei diessini occorrono diverse condizioni. I diessini devono finalmente liberarsi del pudore di definirsi socialisti in Italia. Si tratta, non di una semplice questione nominalistica, ma di un banco di prova fondamentale per stabilire se i postcomunisti intendano veramente assumere i valori e la storia del movimento socialista democratico italiano e europeo come loro punto di riferimento. E’ necessario, inoltre, che non si concepisca alcun processo aggregativo che assomigli, anche lontanamente, alla cosa uno o alla cosa due di infausta memoria. A tal fine occorre che tutte le formazioni interessate a promuovere la nascita di un nuovo Partito Socialista Italiano si sciolgano, avviando un processo costituente nel quale i militanti si confrontino liberamente e abbiano davvero la possibilità di decidere gli assetti del futuro Partito Socialista. Occorre, in definitiva che i diessini rinuncino alla vocazione egemonica e, al tempo stesso, all’aspirazione di costituire un contenitore onnicomprensivo: caratteristiche del vecchio P.C.I.. Ciò significa anche rinunciare all’attuale sistema bipolare e a quello elettorale, prevalentemente maggioritario, da cui il primo è scaturito. Probabilmente, per la maggioranza dei diessini, i tempi non sono ancora maturi per percorrere la strada che abbiamo sommariamente delineato. Fino a quel momento i socialisti (quelli che lo sono da sempre, per intenderci) dovrebbero cercare, oltre che di incalzare i diessini su tali temi, di dar impulso a un processo di aggregazione tra loro (non essendo stata, purtroppo, mai superata la diaspora), coinvolgendo, inoltre, quei soggetti di estrazione laica, liberale e riformista che condividono l’idea di superamento dell’attuale sistema politico. On . Dino Felisetti Gianluca Soliani Autonomisti S.D.I. di Reggio Emilia Per altre informazioni www.sdiautonomia.3000.it

[Artchivio/_borders/disc2_aftr.htm]