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«Non si può prescindere dall'unità dei socialisti» dal Quotidiano Calabria

Date: 20/05/2005
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A Barillà piace il processo avviato con le regionali «Non si può prescindere Il progetto d'unificazione delle diverse anime del socialismo, piace anche al consigliere provinciale, Giuseppe Barillà. L'ex esponente del Nuovo Psi, poi passato al gruppo misto, in aperta frattura col partito di De Michelis, ha spiegato le valutazioni politiche determinate anche, ma non solo, da risultato delle recenti elezioni regionali. Un risultato che «assume un significato parecchio rilevante perchè apre degli scenari nuovi nel panorama politico attuale, agevolando alcuni processi di ricomposizione prima difficilmente immaginabili» al punto che «oggi più che mai, si impone una profonda riflessione in tutta quell'area laico-riformista-socialista, le cui variegate anime hanno finora campeggiato nell'uno e nell'altro schieramento». «Un dato però», secondo barillà, «deve rimanere chiaro, la "questione socialista" è la questione fondamentale della sinistra. Sbagliano quanti, a sinistra, hanno sottovalutato l'importanza della questione socialista. Ne è prova il fallimento dei tentativi di annessione, di assimilazione, di quanti, negli anni, difficilissimi per i socialisti italiani, della falsa rivoluzione mediatico-giudiziaria, avevano pensato di poter liquidare la diaspora socialista per raccoglierne l'eredità democratica. Oggi più che mai si comprende che non può esservi una prospettiva dì crescita per la stessa sinistra senza il rafforzamento dei socialisti, indennizzati per i torti subiti nel passato attraverso il riconoscimento della validità della loro azione politica. Bisogna capire che la prospettiva dell'unità riformista, da alcuni auspicata, non può prescindere dalla crescita di consenso dei socialisti che legittimati più degli altri a farsi interpreti credibili del riformismo autenticamente democratico, devono avere la possibilità di percorrere la via che li porti alla ricomposizione dello loro casa. Ed è proprio la prospettiva dell'unità socialista, quest'obiettivo oggi forse più vicino, che apre in me, come in tanti che come me hanno militato nel Psi, la speranza di poter riprendere quel percorso, fatto di grandi ideali ma anche di forti risposte per la democrazia, che è stato soltanto temporaneamente interrotto». «Qualcuno - sottolinea il consigliere provinciale - potrebbe obiettare che nella mia storia politica vi sono stati alcuni momenti dì apparente contraddizione con questa aspirazione. Non mi sottrarrò, com'è nel mio stile, anche all'autocritica se necessaria, ma non posso non ricondurre il tutto, pur senza spirito di polemica, a quel tormentato periodo del 2002 in cui il partito nel quale avevo militalo fin dalla sua nascita, il Nuovo Psi, in occasione della formazione della giunta provinciale di Reggio Calabria, ha attraversato una crisi di democrazia interna senza precedenti, che non ha consentilo, e non solo a me, di potervi continuare la coabitazione». «Oggi, naturalmente, non posso non riflettere sulle prospettive che si fanno strada nel panorama politico italiano. Adesso che il risultalo elettorale ha così radicalmente modificato gli scenari, mentre nel centro-destra c'è chi avanza l'idea della costituzione del partito unico dei moderati, dimostrando così di non aver più ragioni d'interesse con quell'area laico-riformista che pure con la Cdl ha condiviso una parte del proprio percorso politico, credo possa finire per molti socialisti il "periodo di Purgatorio", per far ritorno umilmente nella casa socialista, naturalmente nell'alveo naturale del socialismo, quello della, sinistra riformista, in cui, facendo valere la propria identità ed autonomia, possa rendersi concreta la prospettiva dell'attuazione dì quel riformismo autenticamente democratico di cui la società italiana dimostra di avere bisogno. L'esperienza fatta in Calabria alle ultime elezioni regionali, dove lo Sdi soprattutto, ma anche il Psf dì Mancini e il movimento Socialismo e Libertà hanno avuto il grande merito di riuscire a coagulare molte delle anime socialiste intorno alla lista dell'Unità Socialista, nella coalizione dell'Unione, non può e non deve rimanere un esperimento limitato al momento elettorale. E' tempo di assumere maggiore consapevolezza che la prospettiva del socialismo riformista, non assimilabile né cooptabile, capace di dare dignità alla politica, potrà aprire per il Paese e per la nostra Regione una nuova stagione ricca di speranze

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