Date: 27/02/2005
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Formica: «Il socialismo guidi la sinistra» L’ex ministro, ieri al collegio Cardano, boccia la Fed PAVIA. A sinistra, ma contro la Fed: perché ciò che serve è invece un’egemonia socialista. Nel variegato universo post-Psi trova posto anche «Socialismo è libertà», associazione-movimento politico presieduto dall’ex ministro delle Finanze, Rino Formica: ieri mattina era a Pavia, al collegio Cardano, per un incontro (al quale ha partecipato, con un intervento acceso, anche l’ex sindaco Jannaccone Pazzi). Pure «Socialismo è libertà» si propone di ricomporre la disgregata famiglia del vecchio Psi. «Ma sullo sfondo c’è il problema più importante - dice Formica - il socialismo torni a rianimare e a guidare la sinistra, come avviene all’estero: una domanda del genere esiste in Italia. Invece qui la sinistra non vuole essere socialista, o teme di esserlo». Non ci sono già i Ds, che fanno parte del socialismo europeo? «In loro questa sensibilità c’è, in effetti, ma sono prigionieri di un’antica visione unitaria. Esiste il mito dell’unità del partito e dello schieramento - come il vecchio Fronte popolare - ma non arrivano mai a una soluzione socialista della crisi, che deve poi trascinare il resto della sinistra. Si veda il caso del referendum sulla fecondazione assistita. Da una minoranza dello schieramento i Ds si sono fatti imporre di non parlare della questione». Che intende per soluzione socialista della crisi? «Nelle istituzioni italiane c’è il rischio di un vero lassismo democratico. La democrazia pare un lusso, i partiti solo delle sovrastrutture parassitarie. Bisogna rimettere a posto i tasselli istituzionali. Si è parlato tanto di federalismo, abbiamo dato poteri assoluti a sindaci e governatori. Col risultato di avere pessimi podestà e la distruzione del parlamento regionale». Lei si dichiara tuttora uomo di sinistra. Ma il fatto che nella diaspora del Psi molti socialisti siano finiti nel centrodestra fa sorgere il sospetto che il partito di Craxi non fosse di sinistra. «Ma no, quella è solo una conseguenza reattiva a una situazione distruttiva. C’è stata una collocazione a fini di “ricovero”, che però è durata troppo a lungo. C’è una sorta di stanchezza dettata dall’abitudine». La sua frase più celebre resta quella della politica come “sangue e merda”. In questi ultimi anni la “composizione” è cambiata? «C’è stato uno scadimento. E’ diventata l’arte dei sensali». (l.si.)
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