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Riflettori sul nome del Psi - dal Corriere della Sera

Date: 31/01/2005
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di Pietro Mancini - COSENZA Invece di lanciare le solite e scontate geremiadi contro De Michelis, presunto traditore del socialismo, «che non può mai allearsi con la infame Cdl», non sarebbe più utile e produttivo che Intini e Boselli, dirigenti dell'ulivista Sdi, pretendessero da Prodi e Fassino una maggiore attenzione della Gad alla del tutto trascurata e oggi marginale «questione socialista»? Con tutti i suoi difetti e i limiti, fissati per il suo partito dall'attuale legge elettorale, De Michelis ha fatto un bel discorso (forse troppo lungo ed eccessivamente craxiano), le ha cantate anche al Cavaliere e, soprattutto, ha riacceso i riflettori sul nome e sul simbolo del Psi (Corriere , 24 gennaio). Insomma, ha parlato ai socialisti, da socialista, orgoglioso del passato, ma consapevole degli errori commessi, anche da lui, e del fatto che siamo entrati in una fase politica nuova. Credo che gli amici e i compagni dello Sdi, invece di demonizzare De Michelis, Bobo Craxi e i tanti socialisti, accorsi alla Fiera di Roma, anche come semplici invitati, come il sottoscritto, meglio farebbero a confrontarsi, in modo aperto e costruttivo, con il Psi, piuttosto che accontentarsi di far da ruota di scorta, ininfluente, al Triciclo del professor Prodi. Pietro Mancini Cosenza

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