Date: 30/01/2005
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Ma il socialismo ha bisogno di una identità Ogni indugio dello SDI a promuovere o aderire ad una lista unitaria di socialisti, è una perdita secca per il movimento socialista di Basilicata. Le passioni, quando sono tali, non si possono reprimere. Parlo della passione di tanti socialisti militanti e non, sileziosi e pensanti, giovani e reduci lontani dalla cabala delle postazioni, ma decisi a non celebrare con le prossime elezioni regionali, l'addio per sempre al socialismo di Basilicata. Il movimento culturale di Socialismo è Libertà non può restare inerme e rassegnato dinanzi alle manipolazioni di un'idea. Esso non si limita ad attingere dalla storia, ma vuole cimentarsi nelle nuove sfide che sono reali, attuali e culturali insieme. Nelle istituzioni, i socialisti vogliono starci con fierezza e responsabilità, con un'identità ben definita e percepibile, conquistata sul campo nel rispetto della volontà popolare, in ossequio alle regole democratiche non distillate in laboratori romani e regionali. Vogliono essere presenti per quanto c'è da dire e da fare con la sinistra e per la sinistra di governo. In Basilicata non ci si può appagare dei fasti del PIL. La Regione, con i nuovi poteri e con la sua storia, deve porsi le mete di una nuova civiltà che inverta il trend della migrazione, specie intellettuale, e della povertà. I compagni dello SDI, pur nel rispetto della loro buona fede, restando nella lista di Prodi, operano di fatto una scissione dalla storia, e soprattutto dal futuro del socialismo. Sono in molti ad attendere un passo decisivo, anche tra quelli che avevano fatto scelte non coerenti. A questi e non solo a questi si deve offrire una casa socialista e non un approdo di servizio. Michele Cascino Coordinatore regionale di Socialismo è Libertà 29/01/2005
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