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Socialisti a caccia di exit strategy dal Pd / da Il Riformista

DEMOSCETTICI. LA QESTIONE SOCIALISTA DEL’UNITA’ E LA LEZIONE OLANDESE.------- Socialisti a caccia di exit strategy dal Pd------- Gianni De Michelis, Bobo Craxi, Enrico Boselli, Fabio Mussi. Cesare Salvi, Valdo Spini, Peppino Caldarola e l’elenco potrebbe continuare s lungo. Minimo comune denominatore : socialisti. O meglio , socialisti convinti che la nascita del Partito Democratico non possa portarsi appresso come conseguenza la sparizione di un Ps italiano . E’ il motivo per cui Caldarola, tra i principali animatori della mozione demoscettica al congresso Ds, conferma che l’iniziativa è destinata a rimanere in campo. Lo stesso motivo per cui , fuori della Quercia , lo Sdi e Bobo Craxi hanno risposto << no grazie >> alla proposta lanciata due giorni fa da Piero Fassino di entrare tra i soci fondatori del Pd, mentre De Michelis , il cui Nuovo Psi è collocato in terra di nessuno fuori dalla Casa delle Libertà è lontano dal corteo anti-finanziaria del 2 Dicembre, spiega che << l’unità va ricostruita prima di tutto nel contesto europeo del Pse >>. Guarda caso , laddove Ds e Margherita continuano a non trovare convergenza. Ma la vampata di orgoglio socialista ha qualche possibilità di disegnare una exit stratey comune per i fuoriusciti dal Pd? << Le famiglie si ritrovano nei momenti di difficoltà>> dice al Riformista Bobo Craxi . << Io credo – ggiunge – che sia arrivato il momento per tutti i socialisti , non solo per quelli che provengono dalla diaspora del Psi , di avviare una discussione seria, di alto profilo, facilitata dalla mancanza di scadenze elettorali , perché solo a un partito che riunisca tutti i leader, i militanti e padri nobili del socialismo italiano può riuscire l’impresa di riportare a casa gli elettori di sinistra che continuano a votare centrodestra>>. Già, ma chi ha diritto a far parte della famiglia ? Per Craxi jr., ancora in causa con De Michelis per il possesso del simbolo del Nuovo Psi, c’è chi può e chi no: << Nelle posizioni di Angius e Caldarola riconosco una apertura dialettica importante. In Mussi e Salvi no, mi pare che la loro linea sia quella di una rifondazione socialista all’olandese >. L’idea che tutta l’area che in questi giorni ha rilanciato la parola d’ordine dell’orgoglio socialista possa ritrovarsi sotto un unico tetto appare del tutto irrealistica. Nel commentare l’esito delle elezioni olandesi e il successo del Partito socialista di sinistra a scapito dei Laburisti, Cesare Salvi conferma indirettamente la distanza da Craxi: << I vertici Ds non hanno ancora detto la loro, eppure la lezione olandese dovrebbe essere attentamente esaminata : il Partito Socialista di sinistra , infattim da quelle parti ha quasi triplicato i voti e seggi parlamentari diventando la terza forza politica del paese. E in Olanda c’è ancora un partito laburista. Che cosa potrebbe accadere in un Italia senza neppure l’ombra di un partio socialdemocratico ?>>. Nel giudizio sulle posizioni della sinistra della Quercia borselli concorda con Bobo. Con i suoi , il leader dello Sdi è stato chiaro : << Sulla questione socialista ha ragione Fassino. L’idea di socialdemocrazia che ha la sinistra ds è vecchia e superata da anni ovunque , in Spagna, In Gran Bretagnam in Germania<<. Ma superata, o quasi, è ormai anch la Rosa nel pugno. Ieri sera Borselli è stato impegnato in una decisiva riunione della segreteria della Rnp, conclusasi troppo tardi per darne conto, ma che in sostanza , senza annunciare il divorzio tra radiali e socialisti, dovrebbe di fatto dare il, via a una lunga fase da separati in casa, utile a ciascuna delle due aprti in causa a risolvere intanto i problemi interni. E lo Sdi, che ha suo interno una forte componente democrat, è probabile se ne stia per un po alla finistra. Del resto , in prospettva , Borselli ha sempre considerato interessante la proposta che più volte gli ha lanciato Lanfranco Turci. L’ex esponente della Quercia è infatti convinto che , uscendo dalla Rosa , lo Sdi debba puntare subito a una interlocuzione privilegiata con quella pare dell’area liberal Ds, da cui lo stesso Turci proviene, ostile al Pd e pronta a ragionare su soluzioni alternative. In nome di una socialismo riformista lontano da ogni tentazione olandese. Cioè bertinottiana.

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