Il correntone è morto e sepolto ora
parliamo di socialismo europeo
"Il correntone è morto”, così Fabio Mussi ha aperto i lavori
della Assemblea Nazionale della Fiera di Roma dell'11 novembre scorso.
Cosa ha inteso dire con questo? Secondo chi scrive ha voluto dire che il
confronto che aveva caratterizzato il precedente congresso di Roma e che
aveva portato la maggioranza a trovarsi in dialettica con le mozioni di
Mussi, Salvi e Bandoli, era ormai superato. Questo confronto è superato
proprio perché il tema del socialismo europeo è stato posto al centro
del dibattito nell'incontro di Roma, proprio mentre ci viene proposto di
superare il Partito dei Ds in un partito, quello democratico, che non ha
più rapporto nel nome e nella simbologia con il Partito Socialista
Europeo.
La risposta dell’’Assemblea dell’11 novembre è stata non solo
quella di porre al centro del dibattito il socialismo europeo e il suo
rinnovamento, ma anche lo stesso socialismo italiano.
Che cosa doveva fare di più l'assemblea di Roma che applaudire Giovanni
Pieraccini, l'uomo che a ventinove anni prese la parola al congresso dell'Astoria
del 1947 per contrastare (purtroppo invano) la proposta di Nenni, Morandi,
Basso per la lista unica del Fronte Popolare, il direttore dell'Avanti
della svolta autonomista di Nenni del 1958-1963, il ministro dei governi
del primo centro-sinistra? Quando sento qualcuno rimproverarmi di essere
andato ad un' assemblea di finti socialisti, devo rispondere che se
fingevano, fingevano bene, con molto entusiasmo. Viceversa è con grande
amarezza, essendo stato uno dei cofondatori della "cosa due",
che ho sentito all'ultima riunione della direzione DS, il presidente del
partito, Massimo D'Alema, dire che non si poteva chiedere agli ex
democristiani di diventare socialisti quando non lo erano in fondo
diventati gli ex comunisti italiani.
Allora il riferimento al socialismo viene a superare i termini del
precedente confronto congressuale perché socialismo significa una
qualificazione politica e ideale del termine riformismo. Ed è ad una
mozione socialista, la più ampia possibile, che vogliamo lavorare per il
prossimo congresso, non ad una difesa dei Ds così come sono, perché la
proposta di partito democratico li ha difatto superati.
Ma proprio il dibattito scaturito da questa proposta, sta portando a
chiarire che l'alternativa allo scioglimento dei Ds è quella della
costruzione di una forza del partito del socialismo europeo in Italia, che
non abbia l'aspirazione a superarsi o a sciogliersi ma quella di permanere
, svilupparsi e rinnovarsi. Su questa prospettiva il prossimo congresso può
salvare i Ds rinnovandoli. Condensiamo in quattro punto una proposta di
gestione del partito:
1) permanenza, rinnovamento e sviluppo dei Ds, forza del Partito del
Socialismo Europeo in Italia nel quadro di un chiaro sostegno all’Unione
e al governo Prodi. Collocazione dei Ds all’interno
dell’Internazionale Socialista e del PSE elemento quest’ultimo
necessario per collocare il bipolarismo italiano nel bipolarismo europeo.
2) Piena disponibilità ad esaminare la possibilità di rilanciare la
Federazione dell’Ulivo, mai sciolta formalmente, ma mai riunita in
questi anni. E’ vero che nella Federazione dell’Ulivo c’era lo SDI.
Ma potrebbe essere positivo coinvolgere anche questo partito.
3) Rinnovamento della politica e quindi dei Ds. Attraverso innanzitutto la
proposta di legge elettorale maggioritaria a doppio turno che ripristini i
collegi – cioè il rapporto diretto eletti-elettori - lasciando una
quota proporzionale con sbarramento per la rappresentanza delle forze
politiche con un minimo di consistenza. Adozione delle primarie
obbligatoria ogni volta che si tratta di designare un singolo candidato
che sia di partito, dell’Ulivo o della coalizione.
4) Presentazione di una prospettiva unitaria rivolta alla sinistra che si
è assunta la responsabilità di governo in Italia ma con chiaro ed
inequivocabile presupposto e condizione di adesione al PSE. Appello
all’intera area socialista italiana perché veda nella nostra iniziativa
un punto di riferimento utile.
Sappiamo che vi sono molte compagne e compagni che si interrogano su
domande apparentemente spicciole ma in realtà importanti: quale sarà la
loro attività politica in un futuro Partito Democratico, se vi saranno le
sezioni, se vi saranno le Feste dell’Unità e così via. Un dibattito
che non può essere eluso, e al quale, in questo periodo, che va fino alla
presentazione delle mozioni congressuali, vogliamo dare un punto di
riferimento non correntizio, ma aperto e costruttivo.
Ciò rivendicando la giustezza della proposta, a suo tempo approvata
all’unanimità al congresso, per scrivere per esteso Partito del
Socialismo Europeo nel simbolo dei Ds assumendo così con chiarezza il
volto e l’identità dei Ds. Si tratta di proseguire su questa strada.
Allora il correntone è morto, viva il socialismo!
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