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RESOCONTO DELL'INCONTRO
SCRITTO
da Nicola
Terracciano
P.S.
Trattandosi di una relazione personale, quindi può contenere
inevitabilmente omissioni o sintesi eccessive.
11
febbraio 2007.
Ieri pomeriggio presso una piccola sala dell’Hotel Universo di Roma, nei
pressi della Stazione Termini, si è svolta una preziosa assemblea di
‘movimenti e associazioni di area socialista’ di varie parti
d’Italia, convocata via internet e con contatti personali senza dare
ulteriori, più analitiche indicazioni, se non quelle presenti sul sito di
‘www.domanisocialista.it” del gruppo Delbene-Formica.
Nella convocazione si diceva:
“Care compagne e cari compagni,
molti fra noi hanno la certezza che oggi in Italia si stia aprendo uno
spazio importante per una moderna forza laica, liberale e socialista.
L’iniziativa messa in campo dai Ds e dalla Margherita, mirante alla
fondazione di un Partito democratico, assume ogni giorno di più i
contorni di un’operazione neocentrista dai connotati cattolici, condita
tutt’al più da una certa quantità compatibile di elementi
liberaldemocratici.
D’altra parte, si parla della possibilità di agglomerare, tramite
federazione o altro, i partiti dell’Unione che si autodefiniscono
antagonisti, in un’area massimalista cui dovrebbe corrispondere il nome
di Sinistra Unita.
È dunque urgente e necessario che tutti coloro che pensano che sia
un’assurdità politica che l’Italia possa essere il solo, tra i paesi
fondatori della Comunità Europea, a scoprirsi apertamente privo di una
robusta forza laica, liberale e socialista, facciano sentire la propria
voce.
È necessario altresì che questa esigenza sia manifestata dalla base, e
sia rappresentata in modo tale da far spirare un vento in grado di piegare
i vertici di tutti i settori politici italiani che si pongono come
referenti di quell’area, a riunirsi per dare luogo, nel più breve tempo
possibile, all’iniziativa di una costituente laica, liberale e
socialista.
A tal fine, è stata promossa da un gruppo di associazioni e circoli una
riunione autoconvocata il giorno 10.02.2007 a Roma presso l’Hotel
Universo in Via P. Amedeo 5-B alle ore 14.00
Fiduciosi della tua presenza, ti salutiamo fraternamente
Il comitato promotore.
Chi volesse può segnalare anticipatamente la propria partecipazione
scrivendo a: domanisocialista@ libero.it
Esprimi le tue opinioni sul Forum Nazionale Socialista cliccando qui. “
Su internet erano apparsi interventi di adesione, come quello formale del
fiorentino Nicola Cariglia, del Gruppo dei 101, del ‘Polo laico
liberalsocialista’, che così ha scritto sul suo sito ’Pensalibero’
“INNANZITUTTO LA NOSTRA AUTONOMIA”
L’autonomia dovrà essere la bussola di ogni iniziativa tesa a dar vita
in Italia ad una forza laica e liberalsocialista.
Alla vigilia della riunione autoconvocata in programma per sabato 10
febbraio a Roma, alla quale prenderanno parte circoli e associazioni
svincolate da appartenenze ai partiti, mi sento di dire che questo è il
valore che può costituire il cemento di una auspicabile aggregazione, la
più vasta possibile.
Se, a quindici anni dal big bang che ha sconvolto il sistema politico
italiano frantumando in mille pezzi il mondo laico-socialista, esistono
ancora migliaia di circoli, associazioni, siti internet, bloggers che
sopravvivono tramandando quella cultura, una ragione c’è. Ed è il
bisogno di custodire gelosamente la propria autonomia: che ha indotto
molti a non riconoscersi in alcuno dei due poli, altri ad uscirne dopo
brevi ed insoddisfacenti esperienze.
I partiti che si ispirano alle stessa tradizione, laica, liberale e
socialista e che, invece, hanno cercato un ruolo nel centro-destra o nel
centro-sinistra, purtroppo non lo hanno trovato. E i loro gruppi
dirigenti- come ha rilevato di recente l’on. Lelio Lagorio- appaiono
logorati da alleanze subalterne.
Il movimento dal basso che prende il via con la riunione romana e che dovrà,
negli auspici, concludersi in tempi non biblici con una grande Costituente
Laica, Liberale e Socialista potrà avere anche questo di positivo: fare
emergere forze nuove, uomini, donne e giovani capaci di rappresentare quel
bisogno di non subalternità ai grandi partiti tuttora non appagato.
Assieme ai volti nuovi, la Costituente dovrà produrre anche idee e
programmi: senza farsi condizionare dal problema di ottenere a qualsiasi
costo una rappresentanza parlamentare.
Autonomia significa anche rifiutare pregiudiziali scelte di campo, col
centro-sinistra o con il centro-destra.
Per diversi e buoni motivi: il più importante dei quali è che non è
noto quale sarà la legge elettorale.
Invece di disputare se sia meglio giurare fedeltà a Pecoraro Scanio e
Marco Rizzo piuttosto che agli onorevoli Pedrizzi e Calderoli, è
preferibile definire al meglio le nostre priorità.
E decidere le alleanze in base alla concreta possibilità di realizzarle
almeno in parte e di svolgere un ruolo che non sia subalterno. “
Di questa riunione, non analiticamente precisata, avevano parlato alla
tavola rotonda sul socialismo liberale presso la sezione socialista della
Garbatella nella serata del 9 febbraio sia Sandro Natalini, sia Lanfranco
Turci, sia membri dell’Associazione della Rosa nel Pugno, che non a caso
erano impegnati a proporre a livello esterno temi analoghi con la
pubblicazione a pagamento sul quotidiano ‘Il Riformista’ del giorno
dopo un intervento di Turci dal titolo ’Verso una costituente laica
liberalsocialista’, nel quale si dava già per convocato
l’appuntamento a Bertinoro (Cesena-Forlì) e il ‘Manifesto’ della
stessa Associazione (perfezionato da Alberto Benzoni).
Quindi un’operazione Turci – Benzoni – Ciuffoletti – Natalini -
Del Bene – Formica – Cariglia –Laroni - Di Maro, con la simpatia del
direttivo della Federazione Giovanile Socialista, dello SDI, che aveva
formalmente accettato il ‘Manifesto’ dell’Associazione per la Rosa
nel Pugno di Benzoni-Turci-Ciuffoletti, prima che uscisse pubblicamente su
‘Il Riformista’, col supporto operativo, che verrà fuori poi
all’interno del dibattito, dell’Associazione ’Socialismo Liberale’
di Forlì-Cesena, presieduta dal cesenate Gilberto Gallone, vero regista
della convocazione dell’assemblea di Roma (insieme al suo amico
cassinate Massimo Perna) e dell’organizzazione del già preordinato
appuntamento di Bertinoro, presso la modernissima struttura del Centro
Universitario di Bologna (www.ceub.it), anche per i rapporti cordiali con
il sindaco Ds della cittadina.
Nella hall dell’albergo si salutano Delbene, Laroni, Cariglia e altri
del suo gruppo, Benzoni, Natalini, nella sala che si affollerà siedono
compagni di Cesena, di Cremona, di Firenze.
Manca Turci, forse esausto del tourbillon degli impegni settimanali e
bisognoso di riposo in famiglia, o impegnato a verificare altre
disponibilità e le reazioni all’uscita del suo intervento e del
‘Manifesto’ della sua Associazione per la Rosa nel Pugno su ‘Il
Riformista’.
Al tavolo della presidenza siedono Gallone, Perna, Delbene, Cariglia.
Introduce PERNA, che parla subito del seminario di Bertinoro, che sarà
concentrato sulle possibilità di costruzione di una forza socialista
nuova e incisiva.
Tra Partito Democratico e Sinistra radicale esiste uno spazio vuoto. La
questione socialista è tornata all’interno dei postcomunisti. Si apre
una vasta area politica.
Non si vuole aprire polemica con alcuno, ma bisogna pur dire che i vari
spezzoni socialisti hanno tentato l’unità, hanno dato illusioni, che
sono state sempre seguite da delusioni, facendo emergere vecchi radicali
problemi di ruggine.
Allora si è pensato che il modo migliore per cominciare fosse quello di
partire dal basso, senza quelle scorie.
Il processo dal basso farà anche riflettere i vertici dei vari spezzoni.
Oltre questo processo da attivare all’interno dell’area socialista,
c’è il processo interno ai DS.
Non vogliamo che si dissolva la tradizione socialista, anzi che essa si
rinnovi in senso moderno ed europeo. Non vogliamo che l’Italia sia
l’unico paese a non avere una forza formalmente socialista. Bertinoro è
un momento di questo processo costruttivo socialista. Da domani occorre
contattare i responsabili delle varie forze interessate.
"DELBENE racconta che Massimo Perna lo ha contattato e gli ha detto
’partecipo e dò il mio contributo’. Siamo in un momento
storico-politico molto importante e delicato per il futuro della sinistra
italiana. Buona parte della sinistra ha imboccato la strada del Partito
Democratico. Un partito che nascendo senza motivazioni fondanti e senza
modelli sociali caratterizzanti rischierebbe di essere succube di frizioni
religiose, senza un’anima vitale. Il Partito Democratico si
configurerebbe solo come forza di gestione del potere. In tutti i paesi
europei esistono grandi partiti socialisti e socialdemocratici,
espressione della sinistra riformista; non si vede perché l’Italia
dovrebbe essere l’unico a seguire strade diverse senza un motivo. E’
infatti nella maturazione della sinistra e sulle sue prospettive che il
ruolo dei socialisti tradizionali diviene di fondamentale rilevanza per la
normalizzazione della sinistra italiana. La costruzione di un grande
Partito del Socialismo deve essere la nostra sfida.
Deve essere la ‘base’ a scuotere quei dirigenti dell’area socialista
tradizionale, che in questi anni hanno continuato a vivere e non a
divenire interlocutori di un serio e necessario progetto politico. Occorre
dare una spinta, uno scossone. Nessuno deve mettere il cappello
sull’iniziativa politica per il buon esito della stessa. A Bertinoro
bisogna far nascere un percorso costituente per un partito del socialismo,
che veda al suo interno rappresentata tutta la sinistra laico socialista
riformista italiana. Dobbiamo essere in grado di scatenare forze oggi non
prevedibili. Bisogna guardare con attenzione a ciò che avviene nei DS
dove, in parte, si è aperta la questione socialista . E non bisogna
dimenticare i socialisti in camicia azzurra, come dice Formica, che stanno
dall’altra parte, nel centro-destra. Occorre promuovere un coordinamento
organizzativo e non politico, che conduca alla grande Assemblea dei primi
di Marzo e all’avvio della Costituente Nazionale Socialista.
Nessuno è e deve essere più rappresentativo di altri, perché tutti sono
elemento essenziale e pertanto protagonisti di questa nuova fase storica e
politica per la sinistra e il nostro paese."
GILBERTO GALLONI di Cesena, che ha una lunga esperienza politica
socialista alle spalle, consigliere comunale SDI di Cesena, confessa che
ha partecipato dal 1974 ad ogni tentativo di rianimazione del cadavere
socialista, sempre fallito.
Ha avuto un lungo rapporto con Massimo Perna, si sono telefonati a lungo,
non ha dormito quasi da giorni per preparare questa assemblea e
l’incontro di Bertinoro, perché ci teneva e ci tiene affinché il tutto
riesca bene.
I più interessati all’incontro di Bertinoro sono i DS.
A Bertinoro c’è un sindaco Ds, con un centro dell’Università di
Bologna dotato delle più moderne attrezzature, fatto apposta per ospitare
una iniziativa di più giorni. Si è fatto un accordo per stare in camera
singola in albergo 4-5 stelle a 50 euro al giorno con mezza pensione. La
struttura ha come sito www.ceub. It, dove la segreteria è già attivata
per quella iniziativa.
Fa presente che per l’affitto della sala a Roma si è pagato 400 euro e
si pregano i compagni di dare un contributo tra i 5-10-15 euro.
La pubblicizzazione dell’incontro di Bertinoro sarà fatto sobriamente
con la segnalazione delle associazioni che hanno aderito all’iniziativa,
delle personalità che saranno presenti, ed infine di una una cooperativa
locale, che ha con generosità ed interesse sponsorizzato l’iniziativa
nei suoi inevitabili costi.
Il primo a intervenire è FRANCHINI, venuto in omaggio a Cariglia.
Prende la parola poi ALBERTO BENZONI, a nome dell’Associazione per la
Rosa nel Pugno, il quale decisamente afferma che a Bertinoro non dovrà
esservi, non ci sarà un seminario accademico o intellettuale, ma avverrà
un fatto politico: si sta facendo un soggetto liberalsocialista. Lo
spirito autocritico dovrà essere egemone: in cosa abbiamo sbagliato nel
lontano e nel vicino passato? La decisione costituente di Bertinoro dovrà
essere diversa da quella nemmeno tentata dai vari Spini, Borselli, De
Michelis.
Oggi ci sono condizioni nuove: se Boselli ad es. non fa questo, non assume
la prospettiva del ‘partito liberalsocialista’, finisce in un vicolo
cieco.
Gli italiani devono sapere che il 4 marzo a Bertinoro nasce il partito
liberalsocialista. Devono sapere che non facciamo la rimpatriata dei
socialisti. Ci sono tanti che aspettano la ripresa in grande del
socialismo liberale, oppressi come individui.
Se sentono parlare o si presentano Boselli, De Michelis si addormentano e
si allontanano.
Nessun comitato centrale, nessuna operazione al vertice, di vecchi ceti
dirigenti.
Occorrono progettualità e strategie alte e di qualità.
La prospettiva è di non stare a rimorchio dei DS e del loro congresso.
Sono le esigenze di libertà che emergono e che emergeranno sempre di più,
che richiedono la nascita in grande di un partito liberalsocialista.
Segue l’intervento di NICOLA TERRACCIANO, a nome del Partito d’Azione
Liberalsocialista, fondato a fine 1998 dal compianto Bruno Zevi, Aldo
Rosselli, figlio di Nello, da Giorgio Parri (attuale presidente onorario),
che ha avuto contatti con Turci e con l’Associazione per la Rosa nel
Pugno, è in dialogo con il Gruppo di Cariglia, come con quello di
Natalini, aperto ad altra associaizone o movimento che voglia seriamente
contribuire alla costituzione di un soggetto federativo, non autoritario,
nuovo partito liberalsocialista, collocato chiaramente a sinistra, ma su
posizioni indipendenti.
Fa presenti con franchezza le perplessità sulla riunione romana,
convocata anonimamente via internet, di cui non si sapeva bene quali
fossero i promotori.
Il veramente nuovo in politica si crea solo se vi è anche uno stile umano
di chiarezza, di franchezza, di umiltà, di sincera autocritica, oltre che
di dignità.
E per far nascere il nuovo liberalsocialista, occorre fare
un’autocritica impietosa non solo dei fallimenti comunisti, ma anche
delle cadute socialiste e ricorda ad es. l’espulsione
dell’indimenticabile Tristano Codignola, uno dei protagonisti della
storia antifascista, liberalsocialista, azionista, socialista italiana,
nel 1981 dal PSI di Craxi, Martelli, Spini, perché aveva posto
decisamente nel partito la ‘questione morale’ e morì a Bologna nello
stesso anno, mentre commoventemene cercava di organizzare una ‘Lega dei
Socialisti’.
Altro esempio da approfondire in senso autocritico è la stagione
leninista-stalinista nel PSI, sempre marxista nel suo statuto, che portò
alla subalternità ai comunisti, alla cacciata dall’Internazionale
Socialista, al premio Stalin a Nenni.
Il Partito d’Azione Liberalsocialista guarda con estremo interesse al
progetto di una Costituente Laica Liberalsocialista e alla iniziativa di
Bertinoro, alla quale parteciperà con serietà e responsabilità, ma che
aderirà alle successive fasi se il progetto si muoverà lungo le seguenti
linee: 1) che il partito si chiami espressamente ‘liberalsocialista’
(o socialista liberale); 2) sia collocato chiaramente a ‘sinistra
indipendente’, perché storicamente e politicamente il socialismo è
stato, è e sara a sinistra, altrimenti non è più socialismo; scelga
soprattutto di radicarsi negli 8.101 Comuni italiani con sezioni (es.
quella bella della Garbatella) o con referenti seri e integri, e assuma
come linea politica di andare da soli al governo o da soli
all’opposizione, senza pastette e confusioni con altri partiti di
‘questo’ limitato centro-sinistra, per far emergere dalla trincea
locale anche la nuova classe dirigente liberalsocialista, che sappia far
vedere nei fatti alla gente il diverso, più moderno stile
liberalsocialista amministrativo e di regolazione dei problemi attuali,
specialmente a vantaggio dei ceti più deboli socialmente.
Prende poi la parola il collega preside prof. NILO CARDILLO, di Formia,
che milita nello SDI ed è coordinatore di alcune sezioni del Sud-Pontino,
dal punto di vista dell’animazione politico-culturale (con immediata
preoccupazioni e sospetti del responsabile provinciale dello SDI, che
invece avrebbe dovuto essere contento).
Dice che in giro c’è stanchezza dei reduci, delle vecchie facce
socialiste, che ogni tanto rispuntano, si riaffacciano.
Il socialismo liberale deve sapere parlare non solo ai socialisti, ma ai
giovani, ai ceti deboli, far fronte alle nuove povertà. Le fasce sociali
più da capire e da difendere sono gli anziani e soprattutto i giovani.
Operando con realismo ed umiltà. Il socialismo ha un lungo passato, deve
avere un lungo futuro, costruendo così una prospettiva che attragga.
Uno dei problemi preliminari e costanti deve essere la ‘questione
morale’, il rapporto tra etica e politica, giacchè se non è chiaro
questo problema, se non si affronta questo problema, se non si fa vivere
nel nuovo soggetto politico liberalsocialista questo problema, non si
costruirà mai veramente il nuovo.
Prende la parola TOMMASO CIUFFOLETTI, giovane responsabile
dell’Associazione della Rosa nel Pugno, di Firenze.
Anche lui condivide l’indicazione di Cardillo che occorre rivolgersi ai
giovani, che essi abbiano voce per rendere il nuovo progetto una vera
forza innovativa.
Non bisogna aspettare sulla via di Damasco Boselli o Pannella, ma occorre
muoversi con decisione e alla luce del sole, come abbiamo fatto noi
dell’Associazione con la mezza pagina a pagamento su ‘Il Riformista’
di oggi.
Non bisogna costruire una cosa all’antica, fatta di reduci.
Occorre parlare a nuovi settori della società civile.
Bertinoro deve essere un evento politico fortemente innovativo.
Interviene poi NICOLA CARIGLIA, che legge un messaggio di consenso della
Fondazione Saragat.
Fa presente che egli e il suo gruppo non hanno condiviso, ma non hanno
ostacolato questa assemblea di autoconvocati. Ma richiama quello che è il
valore già formalmente affermato sul sito: l’autonomia assoluta del
progetto laico liberalsocialista. Non getta pietre contro le dirigenze che
si sono schierate a destra o a sinistra. Oggi hanno entrambe una immagine
perdente e subalterna, perché hanno agito non tanto e non solo per motivi
personali, ma perché hanno ambito ad una rappresentanza parlamentare, con
strategie a volte miserevoli.
Quello a che a lui, al gruppo interessa è il percorso da fare. Si spera
che Bertinoro sia l’inizio, che nasca un serio processo costituente. Il
problema è presentare una vera novità. Occorre un lungo processo
costituente, che deve avere il suo tempo, con la formazione di strutture
costituenti provincia per provincia.
Il processo costituente deve avere un suo tempo, perché solo così si fa
una cosa seria e meditata e si costruisce una nuova classe dirigente. Il
tempo vale anche per le gestazione delle idee e delle progettualità.
Non bisogna poi autolimitarsi nelle posizioni e nelle collocazioni. Con
questa legge elettorale non c’è spazio per terze forze.
Occorre sempre rispettare ed esaltare il valore dell’autonomia, che
finora ci ha tenuto insieme.
Interviene successivamente il giovane PAREA della FGS di Cremona, che
parla anche a nome dei compagni di Milano e di altre città lombarde.
Dice che sarebbe un crimine guardare all’iniziativa come ad un astuto
ingrandimento dello SDI, pur nel rispetto dello SDI stesso.
L’altro errore è fare matrimoni tra piccole associazioni, perché si
sarebbe nella stessa logica degli spezzoni nazionali socialisti.
L’operazione costituente liberalsocialista è nuova e ardua. Un corpo
nuovo da far crescere. Il punto di partenza è la Rosa nel Pugno, il cui
risultato politico è chiaro e forte. Esiste uno spazio, esiste una
richiesta. Il messaggio della Rosa nel Pugno è entrato nell’immaginario
della gente. E’ un partito della sinistra, ha l’aggancio europeo e
internazionale. La sfida che abbiamo è a sinistra, è nel centrosinistra.
Afferma infine l’importanza di riconcentrarsi fortemente su Milano e
sulla Lombardia, perché il socialismo è entrato in crisi quando si è
perso il rapporto con entrambe.
Parla poi ROBERTO GIULIANO di Roma, che, con franchezza, fa presente che
la crisi del socialismo non è di Tangentopoli, ma dei socialisti che ci
hanno messo la loro parte. Si è rimasti poi su percentuali minime, e dopo
il 2% delle europee e della Rosa nel Pugno ci si è divisi di nuovo.
Occorre una carta socialista liberale, che disegni essenzialmente una
politica economica comune, una politica estera comune, che sappia parlare
dell’oggi in poche pagine, non col volume di Prodi, sappia rivolgersi
alla gente, ai suoi problemi, che sono ignorati anche da questo
centro-sinistra, per il quale ci si pente quasi di averlo votato.
Richiama l’esperienza di 20 anni nella CGIL. La forza di Pannella è
quella di aver fissato suoi obiettivi e di aver cercato di attuarli tra
destra e sinistra. Non bisogna stare né a destra, né a sinistra.
L’ideologia comunista è ancora possente, anche dopo il lavoro teorico
del nuovo corso craxiano ed essa si incontrerà con l’ideologia
cattolica ancora più possente e pervasiva. Il comunismo non è finito in
Italia. Occorre una grande battaglia culturale, esplicitando i valori che
ci accomunano.
Interviene SANDRO NATALINI, dell’Associazione Terzo Millennio, che, dopo
aver lavorato per la Rosa nel Pugno, dopo essere stato anche nella
direzione dello SDI, non ha rinnovato la tessera, stanco e deluso da tante
occasioni perse dalle varie dirigenze.
Il paese merita una sinistra riformista, moderna, europea, laica. Il
Partito Democraticao va in altra direzione. Si dà un calcio così a
processi identitari veri, si resta senza passione, fede, vere identità.
Alla fine si rischia di avere il vuoto e un insieme di clan che si
spartiscono le prebende e fanno leggi elettorali atte a consolidare i
processi oligarchici. Questo è diventata la politica.
Avevo entusiasmo per la Rosa nel Pugno, era l’occasione per una rivincità.
Occorre aver chiaro che si è a sinistra e la sfida è all’interno della
sinistra e del centro-sinistra.
L’iniziativa che si vuole portare avanti non è una stizzita reazione
contro il Partito Democratico. Occorrono processi e azioni lente e
pazienti per rilanciare la questione socialista. E la via è il socialismo
liberale, che apre la curiosità dei giovani.
Bisogna essere aperti, ma non ricostituire altra diaspora. Non bisogna
commettere gli stessi errori di essa. Non si deve dare l’impressione di
una tavola apparecchiata.
La Rosa nel Pugno è stata spergiura in quello che aveva promesso di
essere e in quello che è stata poi. Me la prendo sia con Pannella che con
Boselli. Vi sono l’egoismo degli apparati, il notabilato locale.
Dal punto di vista anche mediatico occorre che si percepisca una grande
novità, non canali diplomatici con le dirigenze della diaspora.
Incalzare tutti quelli che sinceramente ci vogliono stare e creare una
sponda al dibattito interno ai Ds.
Con cautela, piano piano, non facendo una caricatura di partito.
Prodi è ostaggio della sinistra radicale.
Occorre rinnovare la sinistra, mettere a punto un manifesto preciso.
Interviene poi NOVELLI, dell’associazione ’Parliamone ora’, che si
è costituita recentemente, appoggiandosi ora alla sezione socialista
della Garbatella, ora alla sede di Via dei Rammi, dove terranno il giorno
6 marzo un dibattito con Turci, Caldarola, Del Bue-Sdi. Egli è
consigliere comunale a Narni e sta aggregando compagni socialisti anche di
Terni.
E’ stanco di tutte le occasioni tentate e perse. Si cercherà di capire
come e perché è successo e se vi sono prospettive con Bertinoro e dopo
Bertinoro.
MARCELLO PALAZZI, vice presidente dell’Associazione ‘Terzo
Millennio’ concorda con l’intervento di Natalini, fa notare quante
forze e meteore sono passate nell’orizzonte socialista post PSI, dallo
SDI, al Nuovo PSI, a Unità Socialista, a Martelli, alla Rosa nel Pugno, e
come tutte si siano ridotte ad uffici di collocamento, le stelle polari
sono state solo gli interessi personali delle dirigenze.
Non voglio più fare il socio fondatore di nessuno. A Bertinoro deve
nascere un insieme di contenuti precisi. C’è stata Fiuggi che ha
preparato la Rosa nel Pugno. Non dobbiamo fare un gruppetto, dove scattano
gelosie e rivalità. E bisogna mettere a fuoco profondamente quello che si
vuole andare a fare a Bertinoro, come si è orientati.
Interviene poi FRANCESCO ATTOLICO, pugliese,
dell’Associazione’Democrazia Sociale Mediterranea’ e del gruppo dei
101 di Cariglia. Dice no a etichettarsi in partenza. Bisogna capovolgere
l’impostazione. La necessità storica è ricomporre l’area socialista
e quindi è deleterio definirsi di destra, di sinistra. Occorre muoversi a
360 gradi (è interrotto da Terracciano, che gli ricorda la doverosa
collocazione a sinistra del socialismo, altrimenti esso non è socialismo)
e decidere caso per caso, es. di fronte al referendum elettorale, che
porta sostanzialmente ad uno scenario bipartitico ed uccide lo scenario
pluralistico. Occorrono pochi punti e basta. Il sociale è stato
dimenticato, si sono dimenticate le precarizzazioni, le marginalizzazioni,
i giovani, i pensionati, il Mezzogiorno. Non bisogna essere ruota di
scorta.
Prende la parola a nome personale FIORENTINO di Sorrento (Napoli), che
afferma che ognuno rappresenta soprattutto se stesso ed egli è un
liberale fedele (già vice-segretario napoletano del PLI). E’
naturalmente critico del marxismo. Riconosce che un polo liberalsocialista
è prezioso, ma gli pare che si è ondivaghi, perché occorre creare
qualcosa di nuovo che sia sintesi di liberalismo e socialismo messi sullo
stesso piano e non una egemonia socialista.
Non dare nessuna primogenitura, non avere chiusure, dare pari dignità
alle istanze sociali e liberali.
Occorre dire no alle attuali classi dirigenti di sinistra. Occorre dare
voce a chi non ha voce.
Il progetto deve essere espressione della società civile.
Prende la parola GATTONI, fiorentino di nascita, socialista dei 101 di
Cariglia, che è arrivato al socialismo per via culturale. E’ stato
ufficiale di artiglieria. E’ stato invitato da Cariglia.
L’attuale sistema politico è una camera a gas soffocante per la società
e le distinzioni tra destra e sinistra sono solo geometriche e non
significano niente (brusìì in sala).
Prende la parola l’avv. DI MARO, del gruppo dei 101 di Cariglia, che si
era già fatto promotore senza riuscirvi di un’assemblea del genere il
27 gennaio, che ha avuto rapporti molto intensi con Raffale Mauro.
Riconosce un prezioso valore alla riunione, pur convocata in modo un po’
anonimo.
Si ha una grande opportunità, occorre ancorare l’iniziativa di
Bertinoro ai fatti nuovi, che non c’erano l’anno scorso. Ad esempio
ora c’è il centro-sinistra.
E’ rimasto deluso da Pannella e da Boselli, non si deve riciclare la
Rosa nel Pugno, bisogna tener presenti i voti socialisti a destra, si deve
dialogare con i giovani.
Occorre costruire non il partitino, ma una cosa in grande.
Ha cominciato l’impegno socialista nel 1974. Il Partito Democratico
esiste da decenni, perché da decenni esiste il compromesso storico tra
comunisti e democristiani.
I giovani devono avere la dirigenza, per avere vera discontinuità. Il suo
concetto di autonomia del progetto coincide con quello indicato da
Cariglia.
C’è lo spazio enorme lasciato dal Partito democratico.
Interviene RAFFAELE MAURO, dell’Associazione per la Rosa nel Pugno, che
ha ricordato il turbinio di email e di interventi per capire quello che
succedeva in relazione a questa assemblea autoconvocata.
Oltre che su internet tuttavia la politica si fa fuori, nelle piazze, tra
la gente, con la radio.
Devono interessare quelli che stanno fuori dell’assemblea e si espliciti
la cabina di regia, affinché tutto sia più chiaro.
Come ultimo intervento c’è quello del giovane SILVESTRINI
dell’Associazione ‘Parliamone ora’.
Si ha voglia di parlarsi, di incontrarsi. Questo paese ha ancora bisogno
di una forza socialista e laica. Ne hanno bisogno i disoccupati, gli
emarginati. Da quando non esiste il partito socialista si stanno perdendo
tutti i diritti. Il passo deve essere fatto, perché è richiesto dalla
società. E il nuovo partito bisogna farlo vivere non solo con internet e
sui giornali, non solo a Bertinoro, ma nelle sezioni e nelle piazze e
andare dove non si è mai andati.
Siamo qui, a questo punto, perché la classe dirigente è fallita (da Unità
Socialista alla Rosa nel Pugno), ma per i loro piccoli interessi è andata
bene.
Occorre coinvolgere gli iscritti, i quadri, i dirigenti locali dello SDI.
Per non perdere tempo e occasioni dobbiamo fare il soggetto
liberalsocialista, che sia di sponda ai Ds che non vogliono andare nel PD.
Occorre far viaggiare il dibattito politico e la politica.
Bisogna tornare nelle piazze.
A conclusione della serata prende la parola PERNA, che dà riconoscimento
al dibattito bello e profondo. Dal senire tutti si ha fiducia per i passi
successivi a Bertinoro. Risponde alle critiche di essere stati troppo poco
chiari o troppo predefiniti. Le cose sono andate così. Si è sentito con
Cariglia, con Del Bene, con Galloni e si è deciso di non mettre il
cappello all’iniziativa.La regia è costruita da tutti.Bertinoro è
stata scelto perché è al centro dell’Italia, nel cuore del mondo Ds,
è un centro universitario, in un luogo di sinistra simbolo, la Romagna.
Occorre costruire una forza socialista liberale, moderna che non stia
accanto alle altre, ma capace di mettere insieme le forze per dare avviare
una costituente liberalsocialista di rilievo, che guarda avanti, a livello
europeo. Siamo tutti protagonisti.
Ma quando incomincia a parlare di un nuovo sito ‘network in progress’
(strano, generico americanismo), che dovrebbe gestire e sintetizzare
l’iniziativa e si dà incarico a Del Bene di leggere un documento già
predisposto, che ripete sostanzialmente quello di convocazione, questi
ultimi passaggi vengono percepiti dall’assemblea come un tentativo di
mettere un cappello all’assemblea autoconvocata. C’è la reazione da
parte della maggioranza dei presenti, che non vogliono che si ripetano
stili e procedure che sanno tanto di vecchio, di tentativo di egemonia di
tipo vecchio (si parla, si parla, e poi, alla fine, chi più ha resistenza
ad essere presente, chi si sente il vero regista del tutto, presenta un
documento conclusivo, approfittando della stanchezza di tanti,
all’uscita, del fatto che sono andati via tanti, e chiude
frettolosamente il tutto, chiedendo di votare per alzata di mano il
testo).
Non essendovi tempo di riunirsi per sintetizzare i vari interventi, le
varie sensibilità, dopo un momento di tensione del Galloni, che un po’
nervosamente quasi minaccia di interrompere, di bloccare
l’organizzazione di Bertinoro, ci si mette d’accordo su una
telegrafica, sintetica, fotografica dichiarazione, che segnala soltanto
che associazioni, movimenti di area laica liberalsocialista si sono
riuniti in assemblea a Roma e si riuniranno a Bertinoro il 3-4 marzo per
discutere una possibile costituente laica liberalsocialista.
Questa soluzione veritiera rende alla fine tutti più sereni e non
diffidenti gli uni con gli altri, altrimenti sarebbe stato il modo
peggiore per arrivare a Bertinoro.
Nicola Terracciano
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