Dichiarazione
di Daniele Delbene, Presidente Nazionale
Costituente Pse e membro Esecutivo Nazionale
Socialismo è Libertà, in merito alla
Relazione di Enrico Boselli, alla Direzione dello
SDI del 28 Novembre, di cui riportiamo
alcune frasi :
“……Voglio
ancora una volta ricordare che l’unità socialista
non può essere considerata in sé una prospettiva
nella quale rinchiudere tutto il nostro impegno
politico. Noi siamo oggi nella Rosa nel pugno.
Non
credo che la Rosa nel pugno debba essere solo una
somma tra i socialisti uniti e i radicali perché in
questo caso avrebbe un futuro incerto e una vita
breve.La Rosa nel pugno è il nuovo soggetto
politico nel quale noi vogliamo coinvolgere tanti
cittadini alla ricerca di una vera e propria novità
che sappia interpretare le aspirazioni di
innovazione di modernizzazione e di laicità del
Paese. .Non
ci interessa ripercorrere a ritroso la storia del
movimento socialista, nei suoi momenti gloriosi come
nei suoi momenti di crisi. Se così facessimo, non
sapremmo neppure interpretare il lascito della
nostra stessa tradizione che si è fondata sempre
sulla ricerca di forti innovazioni.
Noi non vogliamo ricostruire un partito
socialista post-craxiano, né vogliamo ricostruire
un partito socialista postnenniano e neppure post
turatiano, perché né Turati né Nenni, né Craxi,
quando hanno guidato i socialisti, si sono posti il
problema di ripercorrere il passato ma hanno
guardato sempre e con coraggio all’avvenire…..”
[ E. Boselli ]
Delbene
:<< Non vi è futuro senza storia . La
storia con le sue battaglie, le sue conquiste e le
sue sconfitte, fa parte di ognuno di noi e della
nostra formazione politica. Quella rappresentata
da Turati, da Nenni,da Craxi e da moltissimi
altri, fa parte della storia del Partito
Socialista Italiano. Una storia da cui non si può
prescindere se si vuole essere, tutt’oggi,
socialisti. Essere socialisti, oggi, non significa
guardare al passato, ma esserne, come ci hanno
insegnato i nostri predecessori, una moderna e
rinnovata continuità politica. Se così non
fosse, saremmo dirigenti politici di forze senza
radici e senza futuro. Se così non fosse, oggi,
agli stessi Ds
non si potrebbe lamentare di non essere del
tutto socialisti perché carenti del confronto con
la storia socialista italiana. Se così non fosse,
il nostro impegno politico non sarebbe necessario
perché già colmato da una miriade di dirigenti
senza colori e senza cuore. Noi socialisti non
siamo stati cancellati neppure dagli avvenimenti
dei primi anni ‘90, sicuramente non lo saremo da
nuovi soggetti politici che non siano una chiara
continuità storico-politica del movimento
socialista. Resteremo socialisti,
eredi di un secolo di storia, collocati con un
chiaro riferimento nel Partito Socialista Europeo
e nell’Internazionale Socialista,
contraddistinti dalla capacità di affrontare le
sfide del nuovo millennio per raggiungere un
sempre maggiore progresso sociale. E’ proprio
nell’alveo del Socialismo Europeo che dovremo
spendere le nostre energie per costruire un grande
Partito del Socialismo anche in Italia . I
voti socialisti non andranno a chi rinnega la
storia socialista e i suoi protagonisti.>>