Cosa si deve intendere per socialismo, oggi?

ROBERTO GIULIANO, SINDACALISTA E GIORNALISTA, INTERPELLA SU FACEBOOK GLI ITALIANI  
Recensione di Fabrizio Federici
giuliano libro
 I termini "Socialismo" e "socialista", di fatto, nella storia son finiti col significare troppe cose diverse: nobili e grandiose come vergognose e devastanti . Le grandi realizzazioni delle socialdemocrazie scandinave come i catafalchi concentrazionari dell' Est europeo (non a caso crollati, come teatrini di cartapesta, in poche settimane di quell'incredibile 1989). Le elaborazioni di Marx ed Engels, comunque ancora legate al filone umanista europeo, come gli asiatici, autoritari innesti operati, sul tronco marxista, da Lenin, Mao e gli altri epigoni terzomondisti del leninismo. Sino a realtà spaventose, peggiori, per certi aspetti, di quelle paventate da George Orwell in "1984", come quelle dei regimi cambogiano (coi khmer rossi al potere, 1975- '79) e nordcoreano. Insomma, Turati e Togliatti (nella realtà, acerrimi avversari), Saragat e Berlinguer, Olof Palme ed Enver Hoxha... Rimettere ordine in questo caos, cercando d' eliminare definitivamente i fattori di confusione (di matrice comunista, ma non solo) ricollegandosi, al tempo stesso, ad autori maestri di chiarezza come Bernstein, Kautsky ( "La dittatura del proletariato",1918), Salvemini, Saragat ( "L'umanesimo marxista", 1936), è il fine di "La via allegra al socialismo". Agile libretto che Roberto Giuliano, dirigente sindacale della CGIL e giornalista pubblicista, collaboratore dell' "Avanti!", ha pubblicato ultimamente, con prefazioni di Gianni De Michelis e Duccio Trombadori ( Roma, P.S. edizioni, 2016, e.18,00).
I
"Riflessioni su socialismo e dintorni nell'era di facebook", è il sottotitolo del libro: nato, infatti, dall'idea dell' Autore d' interpellare, su cosa si possa intendere oggi per socialismo, un campione di circa 1000 amici su FB. I circa 100 che hanno risposto eran divisi equamente per area di provenienza (Nord, Centro e Sud Italia), meno per fasce d'età ( la piu' esigua, quella tra i 20 e i 30 anni: dato che fa purtroppo riflettere su quanto poco il tema sia sentito, oggi, dai piu' giovani); 77 gli uomini, solo 20 le donne. Poeticamente Giuliano rileva che, "mutatis mutandis" , chiedere cosa s' intenda per socialismo è un po' come chiedere cosa s' intenda per "amore": e infatti le risposte degli interpellati son state le piu' varie, concordando, però, su un' accezione del socialismo visto soprattutto come solidarietà, amore per i piu' umili, fratellanza tra gli uomini al di là delle differenze etniche, religiose, ideologiche. Una visione, insomma, che sposa, in termini moderni, la spinta al "riformismo forte" tipica delle grandi socialdemocrazie con la visione cristiana (in senso schiettamente evangelico) e religiosa in senso lato (fuori d'ogni integralismo) del mondo. Acutamente, l' Autore (tributario, anzitutto, di Norberto Bobbio, a sua volta discepolo ideale di Carlo Rosselli, e memore delle "dure repliche della storia") evidenzia che il socialismo non può essere che profondamente liberale, piena realizzazione del liberalismo, e non sua antitesi.

Completano il saggio le interviste a Carlo Fiordaliso, presidente del Centro studi UIL ed ex-segretario confederale, e a Mario Serpillo, presidente dell' Unione Coltivatori Italiani. Mentre, nella presentazione del libro alla sede nazionale della UIL in Via Lucullo, Luciano Pellicani, sociologo e direttore emerito di "Mondoperaio", ha evidenziato il vero e proprio "bisogno di socialismo" emergente, oggi, in tante aree del mondo devastate dalla finanziarizzazione dell' economia, dal Terzo mondo agli stessi USA ( "basti pensare che oggi, un candidato nordamericano alla presidenza, Bernie Sanders, si dichiara esplicitamente epigono delle socialdemocrazie europee"). Stefania Craxi ha evidenziato la necessità, per l'Italia, d'una rinascita della tradizione socialista saragattiana, nenniana, craxiana, e cioè internazionalista, laica, liberalsocialista; mentre Carmelo Barbagallo, segretario generale della UIL, ha attaccato fortemente la politica dell'attuale premier, Matteo Renzi ( " i dati macroeconomici piu' recenti sull' Italia son davvero proccupanti: l'occupazione dei giovani, ad esempio, è finita addirittura al solo 15%, percentuale che evoca la Grecia"). "Forse - conclude Roberto Giuliano - la rinascita del movimento socialista in Italia oggi può venire appunto da una rinascita del movimento sindacale: sul modello dell' Inghiterra dei primi del '900, col Partito laburista figlio diretto delle Trade Unions".