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SPECIALE "
03
Agosto
2004
- da Stampare e distribuire -
Lettera dell'On.
Rino Formica a De Michelis e Boselli
Caro
Enrico, Caro
Gianni, Il
mese di luglio dell’anno scorso si portò via la speranza dell’unità
dei socialisti per le elezioni europee. Lo
SDI fu suggestionato dal sogno prodiano, il N.Psi non volle modificare il
rapporto di concretezza con Berlusconi ed il suo Governo. In
politica gli errori producono
un lascito: si può solo evitare di ripetere gli stessi sbagli. Il
mese di luglio di quest’anno si chiude con due avvisi, sia pure deboli, di
segno opposto. L’incidente
di Montecitorio tra Lega e socialisti, ed il garbato corsivo di Macaluso sul
“Riformista” del 31 u.s. La
questione socialista viene riaperta in modo truce e bieco dalla Lega, ed in
versione politica, razionale e mite, da un dirigente storico dell’ala
unitaria e riformista del comunismo italiano. Perché
due modi così diversi nel valutare le conseguenze di un timido ritorno dei
socialisti? Proviamo
a dare una risposta fredda e razionale. La
fine degli anni ’80 portano in Italia un vento impetuoso di paure e di
panico. Il
crollo del comunismo nel mondo sblocca il sistema politico italiano e rende
possibile la democrazia dell’alternativa. L’ingresso
in Europa e gli accordi di Maastricht distruggono le basi materiali per un
grande capitalismo assistito, espongono alla competizione il nascente
tessuto produttivo delle partite IVA, mettono in discussione una protezione
sociale universale, fondata sul principio della crescita continua ed
esponenziale. Queste
paure si riversano sopra le forze politiche tradizionali che non sono pronte
a gestire l’insicurezza diffusa. La
degradazione e la decapitazione delle classi dirigenti più esposte non
avviene attraverso la via della lotta democratica, ma si materializza con
una offensiva mediatico-giudiziaria e con l’introduzione di meccanismi
costrittivi artificiali (leggi elettorali). Le
conseguenze sono devastanti per l’evoluzione democratica del Paese e
producono effetti differenziati nell’area di centro-destra e in quella di
centro-sinistra. Nel
centro-destra vi è il massimo di concentrazioni delle forze avvantaggiate
da una rivolta animata dal panico e dalla manipolazione della verità. I
post-fascisti emarginati, i leghisti, schiuma di visceralità mai assorbita
dalla ragione, e Berlusconi alla testa di imprenditori che si ingrassarono
nel sistema bloccato della prima repubblica non avrebbero mai potuto
aspirare ad essere classi dirigenti per governare . Il
centro-destra ( è bene che il N.Psi lo tenga sempre presente), negli eventi del
’92-’94 ha le radici fondative della sua ragione di esistenza
politica. Senza la memoria di quella matrice non potrebbe essere
legittimata a governare! Non
si tratta di negoziare un nuovo patto con il Cavaliere. Si deve prendere
atto che le divergenze tra socialisti e centro-destra non sono solo di
programmi o di prospettive ideali, ma sono di natura fondativa. Di
diversa qualità è la difficoltà dei socialisti nel centro-sinistra. In
questa area la rivolta epuratrice contro i socialisti fu accompagnata da un
rigurgito di culture giustizialiste, giacobina e salvifica della sinistra. Ma
a sinistra vi è anche un’altra cultura maggioritaria e silenziosa che si
nutre di dialogo, di tolleranza, di liberalità e di rispetto. Comunque,
la sinistra per essere al governo non ha bisogno di ricercare, come deve
fare il centro-destra, una legittimazione nella giustizia sommaria dei primi
anni ’90. Mi rivolgo a voi perché possiate prendere atto che con il centro-destra vi è incompatibilità fondativa mentre con il centro-sinistra deve essere aperta una battaglia politica senza tregua per emarginare le tendenze illiberali e forcaiole.
Perché
non cominciare dalle poche e chiare parole di Macaluso sul “Riformista”: ......................................”Ma, se c’è una questione socialista, il tema resta. Bertinotti è fuori dall’Ulivo e lo condiziona: da sinistra (radicale). Perché non potrebbe farlo un partito socialista autonomo?”……………………………………….
Non
è questa l’ora dei chiarimenti di cortesia: il passato non può tornare,
ma il nuovo mostra la corda. Il
bipolarismo, artificiale e manipolato, sprofonda nella sua miseria morale e
materiale. I
socialisti possono salvare le cose sacre senza litigare su chi deve montare
la guardia ai sacrari. “Socialismo
è Libertà” sarà al vostro fianco se vorrete riprendere un cammino
comune che la forza delle cose vi obbliga a seguire. Fraterni saluti.
Il Presidente Socialismo è Libertà - On. Rino Formica |
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