Formica:l'intesa BR contro la democrazia
di
Mauro Del Bue - da Avantionline -
Il telefono squilla e mi risponde lui con la sua inconfondibile voce. Rino Formica è sempre un fiume in piena. E risponde senza domande. Con
ragionamenti, previsioni, ricordi sempre lucidi, avvolgenti. Conditi con pepe e aceto. Con graffi come quelli d’un gatto che ti punta.
“Lasciate perdere il 4,5 o 4,7 per cento”, sostiene deciso. Mi viene in mente De Gregori: “Non è mica da questi particolari che si
giudica” … un socialista. “Ci sarebbe una grande battaglia di democrazia. Questo è il punto di fondo. La questione è semplice. La ponemmo noi socialisti nel
1993 con una proposta di legge che riteneva l’introduzione del maggioritario incompatibile con l’architettura della nostra Costituzione.Il
nostro equilibrio dei poteri è regolato dal proporzionale. Se introduciamo il maggioritario dobbiamo intervenire sul quorum per l’elezione dei giudici della
Corte e del Csm,sui quorum per l’elezione del presidente della Repubblica,
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Formica: "La questione è semplice. La ponemmo noi socialisti nel 1993 con una proposta di legge che
riteneva l’introduzione del maggioritario incompatibile con l’architettura della nostra Costituzione"
CONSULTA LE RELATIVE PROPOSTE DI LEGGE (dal 1993 al 2008) - [clicca qui] -
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anche sulla soglia necessaria per l’approvazione dei regolamenti delle Camere e sullo stesso articolo 138 per le modifiche
costituzionali.Noi prevedevamo allora il referendum confermativo anche in presenza dei due terzi alla Camera e al Senato. La legge venne approvata dalla Camera poi
saltò il banco e ci furono le elezioni. Teniamo presente che già nell’inverno del 1947 Antonio Giolitti, allora comunista, propose l’introduzione in
Costituzione della legge elettorale proporzionale, essendo essa stessa il perno su cui la Costituzione era stata costruita. E ricordo anche che nel 1995 tutti i
gruppi presentarono una legge per modificare la Costituzione. Gli ex democristiani e gli ex comunisti fecero un progetto più organico per modificare le quattro
questioni prima richiamate. Ma oggi siamo al paradosso. Non si propone solo il maggioritario, ma un sistema che permette di vincere con la minoranza, cioè col 37
per cento. E di andare al ballottaggio anche se prendi meno. E per di più con la logica delle coalizioni i grandi partiti anche se prendono poco più del venti per
cento assorbiranno i voto dei minori che non raggiungono il quattro e mezzo e col venti rischiano di salire al 53. Pazzie. Roba da accordo BR, Berlusconi-Renzi.
Sì, il compromesso Bierre. Con doppia fucilazione. Dei partiti minori e delle opposizioni dei grandi partiti, con i listini bloccati. In Italia c’è il
tripolarismo, non il bipolarismo. E allora ecco che Renzi e Berlusconi introducono per legge il bipolarismo. In realtà c’è un quarto polo, il più consistente,
quello delle astensioni. Che viene oggi sondato al 32 per cento”.
Cerco di inserirmi a fatica. Passo al Formica profeta. Alla zingara Formica che legge il futuro. Osservo che parte del Pd potrebbe approvare l’introduzione delle
preferenze, assieme a grillini, Sel e altri e gli chiedo se a quel punto Berlusconi potrebbe far saltare il banco. Mi risponde che a suo giudizio Berlusconi il
banco lo farà saltare sul Senato.
“Aspetterà le europee, e se gli andranno bene, magari con la legge elettorale ancora aperta, chiederà le elezioni in autunno con il
proporzionale”.
E Renzi? Gli chiedo una sua previsione. E lui mi assesta un altro graffio: “Renzi è un condannato a vincere. Se perde una sola mano viene lapidato. Può cadere
sulla legge elettorale. Magari su un emendamento che riguarda il Senato. Che senso ha fare un legge elettorale per un’Istituzione che si vuole sopprimere? Poi
perché eliminare la sua eleggibilità? Occorrerebbe invece un Senato delle garanzie e delle tutele democratiche, un consesso dove si eleggono i giudici
costituzionali e del Csm, si vigila e si promuovono i trattati”.
E siamo alla crisi della democrazia come l’abbiamo vissuta in Italia. Siamo alla web democrazia. Siamo alla fine dei partiti. Al massacro dei piccoli e delle
opposizioni nei partiti. Alla massima centralizzazione e personalizzazione della politica. All’estetica e alla oligarchia della politica. E Formìca mi lancia un
ultimo graffio.
“Quei 120 collegi saranno un nuovo ente decisivo. Non più comunale, provinciale, regionale. I parlamentari dei centoventi collegi si
riferiranno al loro collegio, non saranno più parlamentari dello Stato che è ormai in frantumi”.
Mauro Del Bue
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