" SPECIALE INTERVISTA RINO FORMICA" 

Dall'AGENZIA ADNKRONS 19-03-2006

Ma sul cuneo fiscale ''il Professore ripete l'illusione berlusconiana''

Formica: ''In tv Prodi ha vinto per i demeriti di Berlusconi'
L'ex ministro delle Finanze ed esponente di spicco del Psi: ''La vera 'porcata' non è il proporzionale ma la lista bloccata''. L'errore del Cavaliere?  ''Ignorare i timori della gente''

Roma, 19 mar. - (Adnkronos/Ign) - Come talvolta avviene nello sport, anche nella politica ci si può ritrovare vincitori più per i demeriti dell'avversario che a causa dei meriti propri. Lo schema si è riprodotto martedì sera, quando Silvio Berlusconi e Romano Prodi si sono affrontati in tv di fronte a sedici milioni di italiani. Tra questi c'era anche Rino Formica, ex ministro delle Finanze e esponente di spicco del Psi, ormai uscito dalla mischia ma che ha conservato la curiosità dell'osservatore interessato. ''Al di la della passione che ci hanno messo le 'curve' nel commentare il confronto tv - dice Formica - mi sembra che Berlusconi abbia fatto un errore grave di impostazione: ha ritenuto che, avendo il suo governo fatto tante cose e avendo contro di sé i sondaggi, potesse riempire il divario dall'Unione inondando gli elettori dei risultati del suo governo''.

''Da qui - aggiunge l'ex responsabile delle Finanze - il diluvio di numeri che ha snocciolato. Il suo è stato un approccio da capo d'azienda che ha pensato: 'gli azionisti mi sono contro e io gli faccio vedere i bilanci'. Ma la sua è una tesi evanescente, perché il bilancio della vita politica e del consenso democratico va molto al di là del fatto quantitativo''. L'errore del Cavaliere, secondo Formica, è di essersi rifiutato di prendere in considerazione ''le preoccupazioni sul futuro che tante persone hanno per sé e per i propri figli o cercare di interpretare il malessere sociale che va al di là dei dati. Su questi temi non è stato capace di dire una parola, non ha avuto la capacità di rassicurare e di alimentare la fiducia''.

''Prodi se ne è avvantaggiato: la brutta figura di Berlusconi gli ha permesso di fare bella figura. Insomma, non è lui che ha vinto la partita ma è l'altro che ha perso''. Anche il Professore, infatti, non è apparso molto convincente. ''Definirei la sua reticenza su certi argomenti 'inevitabile'. Non impegnandosi o formulando degli impegni generici, si può permettere di tenere insieme la coalizione, rischiando il meno possibile in termini di perdita di consenso elettorale. La mancanza di determinazione si nota meno in chi per 5 anni ha fatto l'opposizione che non in quelli che per 5 anni sono stati al governo''.

La formula del confronto all'americana, ''mal si adatta - secondo l'esponente socialista - al sistema istituzionale italiano. Le regole importate mi hanno sempre convinto poco, come in questo caso. Negli Stati Uniti ci sono due candidati che si affrontano e rappresentano soprattutto lo stessi. In Italia i candidati rappresentano due coalizioni, formate da molti partiti. Una pluralita' difficile da interpretare a pieno. Tanto è vero che, almeno nella Cdl, non sono passate 24 ore per veder emergere i distinguo e le prese di distanza di Fini e Casini da Berlusconi''.

Formica non si unisce al coro di consensi raccolto da Prodi nel centrosinistra. E anche il progetto del Professore di ridurre il cuneo fiscale di cinque punti non lo convince. ''E' stato evanescente dal punto di vista della copertura e mi sembra che Prodi stia riproponendo l'illusione suscitata da Berlusconi, quando pensò che la riduzione della pressione fiscale potesse rimettere in moto l'economia''. Il percorso è diverso ma l'obiettivo di Prodi, a parere dell'esponente socialista, è lo stesso.

L'accresciuto margine di contrattazione salariale che deriverebbe dall'abbassamento degli oneri fiscali, aprirebbe la strada ai consumi delle famiglie e al riavvio del sistema produttivo. ''Ho molti dubbi che questo accada - riflette l'ex ministro delle Finanze - perché, per essere efficace, uno strumento di questo tipo dovrebbe presupporre un'economia chiusa, quasi autarchica. Mi sembra difficile che possa avere effetti apprezzabili in un mercato aperto, esposto alla concorrenza delle economie emergenti che hanno un costo del lavoro dieci volte inferiore a quello dell'Italia. Naturalmente ciò non toglie che possa essere sperimentato''.

Capitolo concertazione: Formica ritiene sia una pratica ''inevitabile'' anche se, nel corso degli anni, ''si è andata svuotando di significato. Funzionava - ricorda - quando intorno a un tavolo si sedevano tre soggetti: due (sindacati e imprenditori) chiedevano; il terzo (governo) pagava il conto''. Oggi con i vincoli di bilancio imposti dalla Ue i ''margini di manovra sono molto più ridotti ma è evidente che alla concertazione non vi è alternativa. Stiamo parlando di una cosa ovvia, scontata''.

Chiunque dovesse vincere non avrà vita facile nel prossimo Parlamento. La ''vera porcata'' secondo Formica, non è infatti la legge elettorale proporzionale ma la lista bloccata. ''Esempio unico di sistema antidemocratico, a nessuno, fatto salvo un breve periodo di applicazione agli albori della storia repubblicana, è mai venuto in mente di fare le liste bloccate che sono un'arma in mano, non alle segreterie, ma alle oligarchie dei partiti che peseranno in modo indiscutibile sul funzionamento del prossimo Parlamento e sulla riduzione degli spazi di democrazia nei partiti''.

Di fronte all'interrogativo che attraversa il centrosinistra (quali leggi approvate dalla Cdl salvare e quali correggere o abrogare) Formica invita ad avere un atteggiamento ''pragmatico''. ''Essendo venuto meno il discrimine ideologico tra provvedimenti progressisti o conservatori (oggi ad esempio, dice, nell'ambito delle liberalizzazioni molti progressisti sono piu' disponibili a realizzarle degli esponenti della destra), occorre agire tenendo conto degli effetti che la legge produce: ha un effetto virtuoso? Coniuga l'equilibrio economico a quello sociale? Allora che senso ha cambiare tanto per cambiare''.