Il
documento Conclusivo del Congresso
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Socialismo è Libertà : Nasce Movimento Politico.
L’Assemblea
- Congresso dell’Associazione “Socialismo è Libertà”, riunitasi a Roma
il 25-26 ottobre 2004, decide, sulla base della relazione del compagno Rino
Formica e del dibattito che ne è seguito, di trasformarsi in movimento
politico.
Movimento
politico non significa partito. “Socialismo è Libertà” non vuole
diventare e non diventerà l’ennesima formazione politica socialista in
concorrenza con le altre per la conquista del consenso elettorale. Il suo
obiettivo è un altro: la costruzione, insieme alle altre formazioni
socialiste e ai tanti compagni senza tessera, di un partito del socialismo
italiano all’interno del centro sinistra, ponendo così fine a quella che è
una vera e propria anomalia nel panorama politico europeo.
Questo
obiettivo non è oggi nell’agenda di nessuna delle attuali formazioni
socialiste, che devono essere dunque sollecitate e spinte in questa direzione,
che è l’unica, tra l’altro, capace di accelerare il processo evolutivo
del riformismo post-comunista.
Costruire
un partito socialista nel solco della tradizione storica del socialismo
italiano non significa affatto ridare vita al vecchio PSI. Negli oltre 10 anni
passati dalla sua scomparsa, l’Italia e il mondo sono cambiati in maniera,
per alcuni aspetti, radicale. Noi dobbiamo dare una risposta alle aspirazioni,
alle esigenze, ai problemi di oggi non a quelli di ieri. Dobbiamo dunque
guardare al futuro, non al passato, che certamente non va rinnegato ma che
altrettanto certamente va profondamente rinnovato.
Oggi
ci sono cinque punti all’ordine del girono del paese. Il primo è la
convocazione di un’Assemblea Costituente per azzerare i disordinati e
avventuristici mutamenti costituzionali introdotti sia dal centro destra che
dal centro sinistra e avviare un più meditato e concordato processo di
revisione costituzionale. Il secondo è la definizione di uno Stato sociale di
qualità, fondato su una nuova scala della tutela dei diritti e che sappia
offrire a tutti le stesse opportunità nel corso della loro vita; uno Stato
sociale che sappia sanare le ineguaglianze tra classi sociali, tra generazioni
e tra regioni del nostro Paese. In terzo luogo occorre ristabilire confini di
rispetto tra politica e religione, tra Stato e Chiesa. Il quarto punto
riguarda la necessità di trovare un punto di equilibrio nella nostra società
tra la forza del potere e i diritti della democrazia. Infine occorre
ridefinire le regole per un corretto ed efficace rapporto tra rappresentanza e
partecipazione, tra democrazia mediata e democrazia diretta.
Per
affrontare questioni di così grande importanza c’è bisogno di una politica
di sinistra autonoma, revisionista e non integralista, che non ceda nulla
della sua sovranità propria a storie, tradizioni ed esperienze altrui che
rivendicano peraltro orgogliosa continuità e superiore diversità. Ma oltre
ad una politica, dobbiamo lavorare anche per far crescere una forza
organizzata, una classe dirigente meno interessata a valorizzare un passato
che non ritornerà e più pronta a cogliere le contraddizioni nuove prodotte
da antiche e recenti fratture sociali e politiche.
L’Assemblea
– Congresso di “Socialismo è Libertà” invita tutti i compagni a
impegnarsi, in ogni regione, nella presentazione di liste unitarie socialiste,
capaci di rafforzare la presenza socialista in una sinistra che nella sua
attuale configurazione non è in grado di svolgere il ruolo che le spetta;
capaci anche di porre fine alla inconcepibile presenza socialista nel centro
destra e di dare quindi luogo ad
un radicamento socialista nel territorio fatto di capacità critica, di fede e
di rinnovata combattività.
Per
compiere questo straordinario sforzo “Socialismo è Libertà” si rivolge
con rispetto ai compagni dello SDI, che hanno difeso a lungo una trincea
difficile ed esposta; ai compagni di “Unità socialista” che sono
anch’essi sensibili alla necessità della unità socialista; e a coloro che
nel Nuovo PSI hanno vissuto, con sofferenza, il conflitto tra una collocazione
in terra avversa e la necessità di salvare il simbolo; ai compagni del PSDI
che hanno ridato vita ad una delle componenti storiche della sinistra
italiana; ai socialisti che sono finiti in Forza Italia, perché non vi è più
giustificazione per restare in un movimento rifugio quando esso si configura
oggi come un potere avverso alle nostre stesse ragioni esistenziali; ai
socialisti dispersi nella sinistra altra, che non hanno potuto trasformare in
socialista ciò che era diverso dal socialismo; ai vecchi socialisti senza
tessera, ai quali offriamo la possibilità di impegnarsi nuovamente in una
grande causa per la quale vale la pena di battersi; ai giovani delle nuove
generazioni, in bilico tra la operosità prepolitica e l’evasione
fondamentalistica della post-politica.