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Superiamo la diaspora per rilanciare un grande progetto di
Daniele Delbene [ANNO 2007] Con la fine della prima repubblica e con il cambiamento degli scenari e degli equilibri politici internazionali, avvenuti alla fine degli anni ottanta, il nostro paese si è trovato a vivere quasi 15 anni di vuoto politico, più o meno,generalizzato. La politica è stata sostituita dalla prima metà degli anni novanta fino ad oggi da altri poteri che potremmo definire antidemocratici perché non dipendenti dal volere dei cittadini, ma da lobby e corporazioni spesso intrinseche, tra le altre, di frizioni provenienti da ambienti religiosi. I partiti si sono ridotti a cartelli che spesso terminano il loro attivismo con il momento elettorale, deboli di una partecipazione dei cittadini e quindi inevitabilmente succubi di interessi di parte. In questo quadro la sinistra italiana non ha saputo fare i conti con la propria storia, con un revisionismo di fondo e con la maturazione di un serio e necessario progetto politico che le permettesse di superare la propria anomalia rispetto gli altri paesi europei. Si è perso tempo per ricercare formule matematiche, che prive spesso di motivazioni culturali e sociali, garantissero i numeri per il governo dell’attuale, senza indirizzi per il giorno successivo, ma per la gestione, spesso conto terzi, spesso personalistica, del potere. Oggi la sinistra italiana è a un bivio che rischierebbe di veder scomparire l’anima socialista, riformista figlia della ragione che ha permesso nel secolo passato, al nostro paese, di ottenere grandi conquiste sociali, civili fino a renderlo uno dei paesi tra quelli più sviluppati, economicamente e socialmente, del mondo. Il rischio è quello della nascita di prospettive, che prive di motivazioni fondanti, di anima e sentimento, creerebbero un’ulteriore crepa tra le realtà sociali, le organizzazioni politiche e le istituzioni. Crepe che determinerebbero un crescendo distacco dei cittadini dalla partecipazione alla vita politica del paese con l’inevitabile venir meno dei loro interessi dall’attualità di governo e nella proggettualità del futuro. Già oggi è presente e vivo, forse non ancora ben visibile, il venire meno, anche nel nostro paese, della libertà degli uomini intesa come emancipazione sociale degli stessi, al fine di far valere la propria dignità di esseri umani, con le proprie prerogative e la propria ragione di voler essere parte attiva di una società in veloce evoluzione. In questo quadro il tempo che abbiamo di fronte è breve ! Sta a noi, uomini capaci di comprendere, aprire una nuova fase politica che sappia essere garante di un riequilibrio sociale nel nostro paese, nel contesto quindi europeo e poi internazionale. Sta a noi cogliere questo momento storico! Sta a noi cogliere la grande assemblea che si è appena conclusa a Bertinoro per avviare un significativo progetto politico! Sta a noi costruire i presupposti per la ri-normalizzazzione della sinistra italiana! Sta a noi, prendendo esempio dai grandi partiti membri del PSE, costruire una grande forza del socialismo italiano quale espressione della sinistra laico-socialista-riformista del nostro paese! In questa fase diviene di fondamentale necessità creare i presupposti di una nuova forza politica che abbia però ben salde le proprie radici in un ben definito contesto storico e politico. La forza che deve nascere non dovrà essere figlia di “ nessuno”, ma evoluzione di più sensibilità e culture politiche provenienti da una comune matrice. Da Bertinoro si è lanciata la Costituente per arrivare in tempi brevi ad un nuovo soggetto politico che sia espressione di tutta la sinistra di matrice laico-socialista. Da questo percorso è nostro interesse e interesse della sinistra guardare con attenzione a quello che accade attorno a noi per accompagnare realtà politiche vicine al nostro percorso. Nessuno sarà e dovrà essere escluso, ma tutti dovranno essere consapevoli del contesto nel quale intendiamo operare e quindi esserne convinti partecipanti. Nei Democratici di sinistra si è aperta una fase congressuale che sta segnando prevalentemente due strade : il superamento della sinistra riformista con un nuovo partito Democratico, che rischia di essere un allargamento della Margherità e il presupposto per una nuova DC, e chi invece è consapevole della valenza di una presenza del socialismo nel nostro paese. A quest’ultima area, come è naturale che sia, va la nostra attenzione e il nostro interesse nel renderla partecipe al nostro cammino. Altresì a quell’area liberale, repubblicana, laica, che in parte era gia presente a Bertinoro, e che in tutti i paesi d’Europa trova una rappresentanza rappresentanza nel Pse dobbiamo guardare con attenzione e spirito di coinvolgimento. Al superamento della diaspora dell’area socialista tradizionale dobbiamo porre attenzione affinché il nostro progetto possa decollare. In questo cammino si devono creare i presupposti per un ricambio generazionale che sia però accompagnato dall’esperienza delle classi dirigenti che si sono prestate fino ad oggi. Sarebbe un errore pensare di porre una linea netta tra padri e figli nella dirigenza del nostro percorso politico, ma sarebbe altrettanto poco credibile creare un i presupposti di una nuova forza politica semplicemente mettendo insieme dirigenti, che pur meritevoli di aver consentito alle rispettive sensibilità politiche di giungere fino a noi oggi, hanno sullo loro spalle il peso dei cammini trascorsi. In questo contesto il gruppo che seguirà la fase costituente per la forza socialista dovrà essere equilibrato tra la nuova e la precedente classe dirigente. Il paese ci attende! La sinistra attende il nostro responso quasi fosse come un verdetto di vita o morte ! Quella Socialista dovrà essere la nostra nave per costruire un paese che possa, ogni giorno che passa, essere migliore per tutti gli uomini. |