E’
una provocazione, certo. Ma l’ex ministro socialista – e vecchio amico del presidente Giorgio Napolitano – con maliziosa intelligenza sembra voler svelare un
trucco, un mistero, forse un pasticcio in cui si sta attorcigliando la politica italiana: la riforma del Senato, collegata a quella elettorale. Si può fare,
davvero, come dice Matteo Renzi nei suoi tuìt? Ed è davvero così semplice? [continua a leggere ]
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Caro Direttore,
ho grande stima per il Presidente della Repubblica.
Considero la sua presenza ai vertici dello Stato l’unica garanzia certa che possiede il Paese per evitare il caos di sistema.
Valuto negativamente gli intenti scellerati di chi lavora nell’ombra per costruire laceranti ipotesi di successioni.
E’ per queste ragioni che ritengo urgente sbarrare la strada alla lenta ed inesorabile avanzata di una follia senza metodo, e pongo al Presidente, unico garante
legale dell’unità nazionale repubblicana, tre semplici domande:
-Si può modificare il modello costituzionale della forma di Stato repubblicano con la procedura prevista dall’art.138?
-Se è possibile, sono sufficienti i quorum previsti dall’art.138 profondamente alterati dal passaggio
da una legge elettorale proporzionale (prevista dai costituenti, vedi o.d.g. Giolitti) ad una legge fortemente maggioritaria?
-E’ possibile modificare l’architettura istituzionale della Carta costituzionale con leggi costituzionali approvate da un Parlamento eletto con legge elettorale
incostituzionale?
Serviranno le risposte ad evitare l’ultima farsa che nelle prossime ore si consumerà nel Parlamento degli “sbandati”?
Vedremo.
Se dovesse passare l’idea che con la procedura dell’art.138 si può smantellare a pezzi la Carta Costituzionale, il combinato disposto di leggi elettorali irragionevoli e di imprevedibili movimenti di rivoltosi senza anima e di ribelli senza ragione, possa
regalarci una nuova Costituzione, fondata su principi antidemocratici ed illiberali.
Fraterni saluti
Rino Formica |