RINO FORMICA DISDICE L'INCONTRO FISSATO CON
BOSELLI |
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Caro Enrico,
come
avevo previsto le dichiarazioni e le prese di posizioni pubbliche
unilaterali rendono inutile ogni incontro ricognitivo.
Ogni
giorno vi è una proposta nuova e tutte sono da voi accolte.
Allo
stato delle cose vedo in campo tre ipotesi: grande Ulivo (come una
quercia!); un mezzo Ulivo dei riformisti (chi sono e chi li ha visti?); un
nano Ulivo (simile al sottobosco).
Sullo
sfondo appaiono e scompaiono due subordinate: i socialisti allargati (Pse) e
i socialisti senza fissa dimora (pochi e dispersi in tante piccole nicchie).
La
nostra proposta è un’altra: unità socialista per riaccendere il fuoco
di un radicale revisionismo nella sinistra e per accelerare un ricambio
delle elités dirigenti del paese in un quadro
istituzionale di superamento della fallita seconda repubblica e dei
suoi soci di riferimento (Ulivo e C.d.L.).
Mi
era parso che questo concetto fosse espresso nell’ “Appello per l’Unità
e l’autonomia dei socialisti” del vostro direttivo ultimo, allorché
affermavate: “In vista delle elezioni europee, lo SDI è pronto,, nelle
condizioni che si creeranno, a concorrere affinché sia in campo una lista
socialista in grado di raccogliere tutti i socialisti. Per noi,
è evidente che questa lista si deve collocare chiaramente nel solco della
Storia, con una scelta netta contro la destra ed una piena riconferma della
nostra adesione al socialismo europeo”.
Allo
stato vi è poca chiarezza e molta confusione.
Sarebbe
imbarazzante incontrarsi per non capirsi.
Meglio
evitare.
Fraterni saluti e buone vacanze.
Rino
Formica
Lettera aperta ad ENRICO
BOSELLI di Daniele Delbene |
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Caro
Enrico,
nei giorni scorsi durante la Direzione Nazionale dello
Sdi, a seguito di una lettera inviata da Rino Formica, in qualità di
presidente dell´Associazione Socialismo è Libertà, proponevi un forum di
autonomia socialista per agevolare un confronto tra le diaspore al fine di
avviare un possibile percorso atto a superare le divisioni e con una
possibile lista di unità socialista per le prossime Europee.
La tua relazione, infatti, poneva al centro questa iniziativa politica che
è stata conseguentemente citata sui quotidiani e, in primis, dall´Avanti
della Domenica.
Nei giorni successivi, sempre, sui quotidiani si è appresa una tua
dichiarazione che manifestava un parere positivo alla creazione della lista
dell´Ulivo alle Europee.
E'
di oggi la notizia apparsa sul Corriere della Sera di una tua volontà
alla creazione di una lista con DS e Margherita.
A seguito di queste diverse dichiarazioni, il senso della mia lettera,
è finalizzato ad avere un chiarimento sulla strada che i Socialisti
Democratici intendono percorrere in vista delle Europee.
Sono convinto che i Socialisti non possono più permettersi di vivere alla
giornata e tanto meno senza una chiarezza, sfido qualsiasi socialista d´Italia
a dare una interpretazione precisa alle tue dichiarazioni che purtroppo sono
in contrasto l´una con l´altra.
I socialisti, se vogliono tutelare al meglio il loro patrimonio storico e
culturale al fine di renderlo protagonista dello scenario di domani, devono
porsi un progetto e con coerenza perseguirlo senza, invece, creare
situazioni di confusione tra quei pochi compagni rimasti.
Se in questi anni ci sono stati compagni che hanno continuato a militare e a
definirsi socialisti è perché dentro di loro era presente ed è presente
il desiderio di non veder vanificare un loro patrimonio politico per il
quale hanno sacrificato buona parte della loro vita.
Nei confronti di questi compagni c´è bisogno di chiarezza e di onestà.
Ho sentito spesso, nei tuoi interventi, dichiarare che la sommatoria dei
movimenti di riferimento del Socialismo Europeo non supererebbe il 20.-°,
significa forse che una politica socialista è superata e di conseguenza
inutile per il futuro del paese ?
Se così fosse, non vedo quale possa essere il ruolo dei Socialisti
Democratici e tanto meno le motivazioni che dovrebbero spingere dei
socialisti a portare il loro contributo politico e militante.
Sono convinto che l´esigenza di una politica non si possa constatare con la
matematica, facendo delle somme elettorali, ovviamente i risultati
elettorali sono il risultato di una politica, diviene difficile conoscere
questo risultato nel momento in cui in Italia nello scenario politico è
venuta meno.
I lavoratori, gli operai, le donne, che hanno lottato nel passato nel
movimento socialista, lo hanno fatto per dare risposta a delle esigenze e
non per motivazioni tattiche e di interesse.
I socialisti, se vogliono rivedere un proprio consenso elettorale, devono
porsi di fronte alle grandi sfide della nostra società, tornarne ad esserne
protagonisti con quella capacità che da sempre li ha contraddistinti.
Oggi più che mai c´è bisogno dei socialisti in Italia, in Europa e nel
mondo, ma i socialisti devono ritrovare forse il loro spirito.
Rabbrividisco quando sento che l´obiettivo dei socialisti è semplicemente
quello di eleggere qualche rappresentante e che, pur di fare questo, si è
disposti a confondere i propri connotati culturali.
Scusami se sono così duro, ma ho bisogno di esprimere ciò che provo e ciò
che sono sicuro provano, nel loro silenzio di rassegnazione, migliaia di
compagni.
Non vogliamo ricreare un partito socialista per il gusto di farlo e tanto
meno perché nostalgici del passato, ma perché vogliamo dare ai
nostri figli una società dove quella giustizia sociale per più di un
secolo inseguita possa esserne la bussola.
Nei prossimi mesi avremo le elezioni Europee e forse l´ultima possibilità
a nostra disposizione.
Se riteniamo di aver ancora un ruolo da svolgere per il futuro, mettiamoci
in gioco e, se dovessero esserci, abbandoniamo gli interessi personali.
Nella speranza che la strada indicata nell'ultima Direzione dello Sdi sia
quella attualmente perseguita, ti chiedo di chiarirla a tutti i socialisti d´Italia.
Fraterni saluti .
Daniele Delbene
- in qualità di Presidente della Costituente Nazionale Pse e
membro del Coordinamento Nazionale di Socialismo è Libertà.
DALLA
GAZZETTA DEL SUD Rosario
Olivo: il centrosinistra non è pronto per decidere il candidato alla
Provincia
Prima
si pensi alla Regione
«Questa politica non dà spazio ai giovani»
– Niente Provincia allora? «Non sono interessato. Non ho sollecitato
alcuna candidatura, anzi sono stato io oggetto di sollecitazioni. Ci sono
state diverse prese di posizione a mio favore ma preferirei non riattizzare
le polemiche. Sì, vorrei che su questa vicenda calasse un po' di silenzio».
– Ma un candidato ci dovrà pur essere. «In questo momento nel
centrosinistra non si è pronti, anche perché prevale la vicenda della
leadership regionale. C'è un discorso più ampio da fare, che include la
candidatura alla presidenza della Regione. Dobbiamo rivedere un po' tutto».
– È una presa di distanza? «Sa qual è il problema? Che faccio politica
fin da ragazzo ed è un male stare troppo a lungo sulla scena. Un tempo
quella del politico era una professione impegnata. Quando la politica c'era.
Adesso attraversa una fase di crisi, non esiste la partecipazione di larghi
strati intellettuali. Le decisioni sono prese da oligarchie ristrette, le
risorse umane sottoutilizzate. E si discute di cose che non fanno vibrare più
la gente».
– Dunque? «Un esame di coscienza va fatto e in modo radicale. Non siamo
attrattivi se è vero che i giovani non si avvicinano. C'è troppo
politichese in giro. E troppa litigiosità nei partiti. Dobbiamo
confrontarci sui problemi, non indulgere in liti da cortile. Anche perché
contiamo poco».
– Cioè? «Dovremmo avere consapevolezza dello scarsissimo peso che
abbiamo a livello nazionale e cercare momenti unificanti sulle cose di
valore. Se qualcuno vuol fare il gradasso continui pure, ma in realtà
contiamo poco».
– Di chi la colpa? «Forse anche di una certa mentalità su cui ci siamo
adagiati tutti e che invece va contenuta nei limiti fisiologici».
– Parla di clientelismo e raccomandazioni? Parla dei giovani traditi e
delusi nella loro aspettativa meritocratica? «In effetti tutto ciò più
che una mentalità è una religione. Tanto che si dice: se non hai un santo
in paradiso...».
CASERTA
«Socialismo è libertà» : aderiscono
Farinari, Pettrone e Santangelo
In linea con l’iniziativa nazionale nata dalla esigenza di riunire tutti i socialisti italiani promossa da Rino Formica, Claudio Martelli, Pietro Larizza ed altri, si è costituito a Caserta, alla presenza del senatore Ciccio Barra, il comitato provinciale dell’associazione nazionale «Socialismo è libertà». Il coordinamento è composto da Antonio Farinari, Franco Natale (consigliere provinciale), Arturo Napolitano, Domenico Ottaiano, Pietro Pettrone, Antimo Di Domenico, Mario Sapio, Luigi Stocchetti, Domenico Razzano, Franco D’Angelo e Mario D’Alessio. Tra le numerose adesioni vi è anche quella di Benedetto Santangelo. Ad essi è affidato il compito di coinvolgere tutti quei socialisti che, pur militando a vario titolo, in diverse formazioni politiche, si pongono come obiettivo la ripresa di un vero dibattito politico.
Da La Nazione
<<Socialismo è Libertà a Prato >>
PRATO — Stanno iniziando le adesioni per l'associazione culturale «Socialismo è libertà», fondata da Rino Formica e altri come Claudio Signorile, Luigi Angeletti, Enrico Manca, Claudio Martelli e Pietro Larizza. L'associazione si propone di riunire tutte le anime della diaspora socialista (dal Nuovo Psi allo Sdi, a chi è approdato a Forza Italia o ai Ds) in un'area riformista comune in vista delle prossime elezioni. Contattare Alessandro Mazzeo, 340-9821954.
ALTRI
INTERVENTI SUL FUTURO SOCIALISTA
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<< Socialisti abbiamo una dignità << di Sandro D'Agostino |
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Quando
decidemmo d’essere partecipi dell’edificazione di un grande progetto
socialista attraverso Socialismo è Libertà fu proprio una idea forza
espressa nelle lettere di Rino Formica che mi colpì, egli esprimeva nelle
sue missive una forte tensione verso la libertà che era quello che io
cercavo. La mia adesione, il mio lavoro di questi anni è stato fatto con
grand’umiltà e tanta passione, con una forte ricerca di libertà, con
la voglia di risvegliare il popolo socialista disperso e distratto,
svogliato e abbandonato.
Ecco
perché, contrariamente a quanto avevo in mente, ho deciso di non scrivere
una lettera aperta ai segretari dei partiti socialisti affinché questi
possano offrire ai loro militanti un’opportunità di riscatto attraverso
liste unitarie alle prossime elezione europee.
Sarò
presuntuoso ma penso che il dramma socialista stia tutto nell’incapacità
della cosiddetta “base” di scegliere il proprio percorso e quindi
scrivo direttamente ai compagni che vorranno leggere due righe scritte
male, ma con tanto amore per la nostra causa.
Qualche
anno di politica attiva mi spinge a capire e a non condividere i giochi
elettorali dello SDI e del NPSI; non capisco e non condivido il silenzio
dei molti compagni che incontro, e che qualunque sia il partito di
appartenenza, manifestano una forte esigenza di unità dei socialisti ma
poco fanno a livello loca per invertire la rotta da capitani senza
brevetto alla guida di piccole barche, destinate a rubare la scia di
imbarcazioni più grandi.
Il
principale obiettivo di Socialismo è Libertà resta quello di edificare
sulle macerie di ciò che di materiale è rimasto ai socialisti, abbiamo
una grande forza che è la nostra povertà, non abbiamo beni da tutelare,
abbiamo idee e passioni, abbiamo ripreso a sognare ma ad occhi ben aperti
e con i piedi per terra.
Dopo
il dietrofront della dirigenza SDI, che nelle sedi ufficiali si esprime
nel senso di favorire la creazione di un forum socialista (che felicità
quando Boselli rubò la nostra idea!!!) per poi realizzare capriole
creative pur di non scontentare l’amico Prodi e sostenere l’orgia dei
falsi riformismi prima, e appena
passati tre giorni, dopo gli schiaffi ricevuti da chi riformista non è e
con i socialisti non ci vuole stare, l’orgia si trasforma in rapporto a
tre dove margherite e rose possono solo essere di contorno e abbellimento
ad una quercia un po’ malandata dai caldi estivi. Certo sotto l’ombra
si trova buon riposo e ospitalità ma non è quello che vogliamo.
Una
pubblicità simpatica in questi giorni della RAI dice: “Noi abbiamo
altri programmi”, lo stesso diciamo noi pur senza televisioni a servizio
(abbiamo rifiutato le gentili concessioni che Berlusconi poteva offrire).
Stiamo realizzando delle assise in cui presenteremo le nostre tesi
programmatiche, scenderemo fra le gente, saremo guerriglieri, e come armi
useremo la nostre idee.
A
qualcuno parrà un’utopia la nostra, per noi che non sappiamo fare
calcoli e che, come gli innamorati spendiamo tutto per la nostra causa,
per la causa del socialismo, è un dovere e una passione ciò che stiamo
facendo.
Oggi
avere un sussulto di dignità, lavorare per la rinascita di un partito
socialista non è più questione semplicemente politica, non
è lo è per un giovane di ventiquattro anni come me e non lo è
ancor di più per chi da una vita ha militato con il PSI,
non lo è per i dirigenti dei micro-partiti attuali, oggi
ci troviamo difronte ad una questione di dignità, ad questione di
libertà. O scomparire con un seggio in parlamento, o scegliere di esserci
con la nostra storia, il nostro cuore, forse con grandi difficoltà, ma
esserci ed esserci da socialisti.
Cari compagni, a voi la scelta.
Sandro D’Agostino - Resp. Org. Costituente PSE - Direzione Naz. Socialismo è Libertà
Pezzoli :I Socialisti dicono Basta di Federico Pezzoli |
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E' ora che la base
socialista torni ad essere protagonista delle proprie scelte politiche.
Siamo vicini alle elezioni
Europee ed in Europa esiste il Partito Socialista Europeo, non esistono
Ulivi e tanto meno Case dei Riformisti, i socialisti in Italia non possono
che presentarsi come Socialisti.
Presentare simboli
differenti sarebbe come mettersi in discussione da soli, quasi da ritenere
il ruolo dei Socialisti in Europa e nel mondo ormai superato.
Più semplice è ovviamente
per i Ds e ancor di più per la Marcherita che in Europa siede nel Ppe
insieme a Forza Italia e Udc e che quindi hanno bisogno di assumere vesti
diverse...
Il
ruolo dei socialisti non è superato, al contrario sempre più necessario
dinnanzi alle grandi sfide della società.
In Italia c'è bisogno di
superare delle divisioni insensate e prive di motivazioni politiche,
alimentate solamente dalla mancanza di contenuti politici e da situazioni
personali.
Invito tutti i Socialisti a
riprendersi il giusto spazio................
In Liguria attraverso
l'Associazione”Socialismo è Libertà” stiamo lavorando a questo
fine.
Federico Pezzoli - Responsabile Regione Liguria Socialismo è Libertà
Forse l'Ultima partita per i Socialisti Italiani di Nicola Carnovale |
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si sta giocando in questi giorni una partita che per noi socialisti italiani, che da troppo tempo solchiamo le scene della politica in maniera confusa e frammentaria, può rivelarsi di fondamentale importanza per il nostro prosieguo politico.
In Italia sembra ormai assodato un fatto: L’attuale governo di centrodestra non rappresenta più un futuro credibile, il sogno Berlusconi è ormai svanito da un po’ di tempo, lasciando al risveglio solo la consapevolezza che il peggio, purtroppo, deve ancora giungere.
Ma l’alternativa, che è rappresentata dal centrosinistra o di quel che resta dell’esperienza ulivista, così com’è, non va!
Il centro sinistra, continuamente scisso al proprio interno, è formalmente unito solo per la conquista del potere.
Tanto più, la sinistra in particolare, è in preda alle proprie contraddizioni interne ed incapace ancora di scegliere tra riformismo e massimalismo, scelta cari compagni che noi socialisti non dobbiamo fare. La nostra storia, 110 anni fa la fece.
Solo un disattento osservatore della politica non si accorgerebbe che nel centrosinistra manca un’anima, una vera anima riformista quale é stato il Psi e quale dovrebbe essere oggi “una” grande e forza socialista.
L’attuale sistema elettorale per l’elezioni di stampo politico, lascia poco spazio alla riaggregazione di tutte quelle forze che si rendono interpreti, con tutte le difficoltà del caso, di questo sentimento.
Una prospettiva che considererei molto allettante, è quella presentataci l’anno venturo con l’elezioni Europee, dove il sistema elettorale vigente è ancora il caro e vecchio proporzionale. La non collocazione negli schieramenti, aiuterebbe notevolmente la formazione di un’unica lista socialista alle Europee.
Una lista che possa rappresentare tutti coloro che, dopo 10 lunghi anni dalla ventata giustizialista sono e si sentono a pieno titolo socialisti. Figli di una cultura non certo minore. Ancor di più essa può essere di stimolo alle nuove generazioni, come punto di partenza per costruirein Italia, così come vi negli altri paesi, una vera forza laico-socialista-riformista.
Non posso non citare, alcuni autorevoli interventi sulla stampa di sole poche settimane indietro: l’articolo del compagno Martelli, che invitava, con molto pragmatismo e lungimiranza, di usare l’elezioni europee per i socialisti, come un congresso.
Non di meno importanza è l’input che proviene dai compagni del sindacato Uil, con la dichiarazione del loro segretario nazionale, il compagno Luigi Angeletti, che poneva in essere la ragione di una divisione dei socialisti, esortandone l’unità.
Tutti coloro che si esimono attualmente da questa proposta e da questa prospettiva unitaria si assumano le proprie responsabilità.
Se le assumono con i propri elettori e con la storia.
Il mio non vuole essere un riferimento casuale. Esso a delle mire ben precise.
Il Compagno segretario dello Sdi, Boselli, deve dire chiaramente ai suoi elettori ed ai socialisti che lavorano per una lista comune, se vuole seguire quest’ultima scia oppure appoggiare una lista de “L’Ulivo” o ancora peggio una lista unitaria con Ds e Margherita.
Compagno Boselli, spero si accorga che le sue ultime dichiarazioni, sono l’una il contrario dell’altra. Esse, oltre a creare confusione e delusione nel mondo socialista non aiutano in alcun modo la formazione di uno scenario politico che veda i socialisti uniti e cosa ben più importante, protagonisti della scena politica. Un protagonismo che nasce dalla consapevolezza della necessità, che nel nostro paese si necessità di una grane stagione riformista che possa far compiere all’Italia un definitivo salto di qualità.
Ma il mo invito va anche al compagno segretario del Npsi, De Michelis, affinché anch’egli segua la strada che porta all’unità socialista.
Bisogna essere cosciente di una cosa, senza pur dover essere pessimisti, questa potrebbe essere l’ultima possibilità per noi, non possiamo e non dobbiamo permetterci il lusso di fallire per errori che derivano molto spesso, dal protagonismo umano.
Guai a non lavorare in questa direzione. Perché cari compagni, bisogna capire che uniti non solo siamo più forti, ma facciamo anche paura.
I socialisti uniti, non sono il desiderio di nessuno. Per gli altri è meglio averci divisi e logorati, che uniti e coesi!
Il perché? Non sono certo Io a dovervelo dire.
Non si perdi tempo andando dietro a chimere elettorali della prima ora, come liste de “L’ulivo” o altro, la storia ci da una nuova possibilità…Non buttiamola come se niente fosse…il futuro è nelle nostre mani…
Non
vorrei svegliarmi un bel mattino e pronunciare la frase del Nietzsche:
Cercavo uomini veri, invece ho trovato solo le scimmie dei loro ideali!!!
Nicola Carnovale - Responsabile Provinciale Vivo-Valentia Costituente Pse
Dopo
l’invito formale ad incontrarsi, rivolto dal Coordinamento nazionale dei
Partiti socialisti regionali a tutte le forze socialiste organizzate e ai
socialisti accasati in altri partiti, pubblicato su L’Avanti del 21
luglio 2003, si è tenuto a
Roma venerdì 18 luglio il primo incontro con l’associazione Socialismo
e Libertà nello studio dell’On.le Rino Formica. Il gruppo autonomista
era rappresentato dal coordinatore nazionale Claudio Nicolini, da due
rappresentanti del PSR Lazio, E. Natalini e G. Minutilli, e da due del PSR
Puglia, A. Spinelli e S. Favale; dall’altra parte l’ospite, l’On.le
Formica. Dopo la presentazione delle proposte con le quali il neo
costituito Coordinamento dei PSR si presenta
all’incontro con gli altri raggruppamenti socialisti, e prima di passare
a individuare i temi che accomunano i socialisti della associazione
ispirata da Formica e quelli del coordinamento autonomista, è stata
giudicata come altamente positiva la iniziativa presa dal Direttivo
nazionale dello SDI il giorno 17 luglio e mirata a costituire
per settembre un Forum al quale aderiscano tutti i socialisti. Era
proprio quanto proponevano i Partititi socialisti regionali al momento
della loro nascita: tutto sta a vedere come si concretizzerà. Le
considerazioni comuni tra Formica e il coordinamento guidato di Nicolini
hanno riguardato anche i “tempi del fare”: solo le grandi forze
regolano i tempi, ha asserito Formica; noi dobbiamo essere buoni velisti e
fare andare la barca anche senza vento; ogni tentativo di caricare di
responsabilità i movimenti è scivolata su soggetto e identità
socialista. La parola Autonomia però è stata sempre presente durante il
colloquio, da ambo le parti, perché di parti si tratta, sia pure con
tanta storia in comune e il desiderio di tutelare e valorizzare al meglio
il patrimonio identitario dei socialisti. Altra concetto emerso con forza
e unità è stato quello di fare concorrere a questo processo, che
lentamente sta prendendo corpo, tutti coloro che si sentono di richiamarsi
ai valori e alla identità socialista; uomini di ieri e di oggi, che
ricostruiscano una base per coloro che vorranno difendere la bandiera
socialista domani. Perché ciò accada, e si ponga fine alla diaspora, è
necessario che si riprenda a parlare, dopo oltre dieci anni di silenzio o
di discorsi tenuti a piccoli
gruppi e nel chiuso del partito, a tutti coloro che con noi vogliono
dialogare; e nel “noi” si sono ritrovati gli autonomisti e Formica. La
unità dei socialisti però non può avvenire come nel passato, con
frustrazioni e lacerazioni; lanciato quindi il tema della RICOMPOSIZIONE,
anche perché qualunque nuova sinistra deve fare i conti col nuovo centro
che si è creato nella scena politica italiana. Per rendere produttiva
questa azione di ricomposizione non serve, anzi è nociva, l’dea di
togliere i compagni alle “altre” formazioni socialiste. I due gruppi
hanno concordato sul fatto che occorre, invece, ricomporre insieme i
socialisti isolati, che si sono messi da parte; poi il discorso va esteso
a coloro che, nel frattempo, sono andati a ingrossare le fila di Forza
Italia o dei Diesse; inutile andare oltre con coloro che hanno fatto
scelte più marcatamente non socialiste, approdando nel PDRC o, pochissimi
a dire il vero, persino in AN. Ad ogni calcolo numerico si è concordato
di applicare una scrematura del 99,99%.... per non restare delusi.
L’altra grande affermazione che ha accomunato i due raggruppamenti
socialisti è stata quella della generosità: “lavorare
per un Progetto e non per una Persona”, che è poi la molla che ha
fatto scattare la scissione autonomista del 12 aprile, all’ultimo
congresso celebrato dal N.Psi. E’ stato proprio Formica a volere
sottolineare come i vecchi dirigenti non si devono fare avanti, perché
rischiano di allontanare chi vuole tornare a lavorare per una idea
socialista; 10 anni sono tanti e non serve tornare ai vecchi temi cari ai
socialisti di ieri per sensibilizzare che si è accasato altrove: La
umiliazione – e i socialisti ne hanno sopportate tante – se
permane è un elemento di forza; se si esaurisce è un elemento di
debolezza. Sono queste le
parole d’ordine che hanno accomunato le espressioni dei due gruppi e che
non serve riportare nel dettaglio per non annoiare il lettore. Oltre alla
ricomposizione, la ricucitura con grande disinteresse; non abili suonatori
di tromba servono in questo momento alla causa socialista, ma abili
ricamatori. Il sentimentalismo su cui contava G. De Michelis,
d’altronde, non ha pagato se il risultato nazionale si è fermato
all’1%. Con le recenti elezioni locali il desiderio di autonomia dei
socialisti - non compresi a destra come a sinistra - ha fatto compiere un
bel salto in avanti alle liste socialiste: quella della autonomia è
quindi la strada maestra da seguire, quella che porta al riscatto dei
socialisti. Certo non è la percentuale elettorale da rincorrere, ma vanno
recuperati gli elettori che 10 anni fa si aggiungevano ai 500.000 appena
raggiunti… e sono oltre cinque milioni. Anche perché la Politica si
basa sì sulla forza delle idee ma va coniugata e congiunta con la
presenza degli eletti. Idee e presenze altrimenti, senza consensi, nessuno
dà ascolto ai socialisti. Occorre, quindi, conseguire una condizione
materiale apprezzabile senza la quale ogni discorso rimane bello, ma fine
a se stesso, perché ogni “contaminazione” tra forze politiche diverse
è regolato dai rapporti di forza. Si è passati infine a esaminare le
cose da fare nel prossimo futuro, insieme, Coordinamento dei PSR e
Socialismo è libertà, e in modo autonomo, per dare vita ad una
attività organizzata con i colori socialisti. Se e quando ogni soggetto
potrà diventare partito o costituire comitati elettorali è stato messo
da parte proprio per non perdersi in inutili processi alle intenzioni di
chicchessia. Se ci sarà un tavolo unico, come oggi c’è quello di
scambio di idee tra il coordinamento dei PSR e Socialismo è Libertà, è
stato detto, ognuno porterà a quel tavolo le proprie idee, le proprie
personali ambizioni e le sottoporrà alla discussione generale. In
conclusione quello che deve venire fuori non è la aspirazione dei singoli
a candidarsi alle prossime elezioni europee, ma una iniziativa suggestiva
che affascini chi la propone e chi sarà chiamato a portarla avanti. Né
vale andare dietro più di tanto alla nascita dei circoli di F.I.
intitolati a Craxi come il primo che ha aperto i battenti a Roma o a
quelli che forse si preparano a organizzare a novembre altri soggetti
politici. I socialisti si battono per la propria bandiera, con i propri
colori. Gli altri, sono altra cosa!