Federazione delle Associazioni Socialiste Europee.
Dalla collaborazione tra Costituente Pse e Associazione Avanti Europa
GRANDE INIZIO PER I SOCIALISTI IN CALABRIA SALA PIENA
Rende 12 aprile 2003.
Non è certo una data che i socialisti Calabresi dimenticheranno con facilità. La presentazione della neonata associazione innanzi al suo padre fondatore che ne detiene la presidenza On. Rino Formica, riscuote un grande successo. D’altra non potrebbe essere diversamente in una terra dove il socialismo ed i socialisti sono da sempre i protagonisti assoluti della scena politica, anche in anni difficili da cui stiamo finalmente tentando disuperare. Poi, non bisogna certo dimenticare che ci troviamo nella terra di una delle figure meridionaliste che fu di maggiore spicco e brillantezza non solo nel vecchio Psi, ma anche negli ambienti esecutivi del nostro paese:Giacomo Mancini. A testimoniare quanto premesso vi era una sala immensa riempita con estrema facilità dai compagni provenienti da tutti i capoluoghi calabresi con grande entusiasmo e grande attenzione verso l’avvenimento del giorno. Tutto questo è ancora stato più facile visto la presenza di una figura di spicco della tradizione passata ma presente del socialismo italiano come Rino Formica, autore di una relazione che ha intrecciato con sapiente maestria la storia di un partito, di uomini, di un paese e del suo meridione, portando alla discussione temi come la questione meridionale ed i principali problemi del nostro paese che individua nel binomio pericoloso della Sanità e dell’Istruzione, settori quanto mai problematici.
Elemento fondamentale da non tralasciare, il che risulterebbe un errore di scarso acume politico, è la presenza di tantissime glorie socialiste calabresi che da troppo tempo non si incontravano sotto il simbolo di una bandiera che aveva caratterizzato la loro storia personale e politica.
Alcuni di questi per motivi personali e di salute hanno a loro malincuore dovuto assentarsi dai lavori, non facendo mancare però il loro saluto ed il loro sostegno. E’ il caso dei compagni On. Rosario Olivo già presidente della Regione Calabria ed il Sen. Sisino Zito e On. Claudio Signorile anche egli atteso.
A fare gli onori di casa il sindaco della cittadina cosentina, che presiede e introduce: On. Sandro Principe.
Da sottolineare l’attiva presenza della Uil Calabrese che partecipa alla presentazione di S&L con i suoi segretari provinciali e il responsabile regionale.
Gli interventi dei rappresentanti della Uil sono del segretario provinciali Benedetto Di Iacono e di Roberto Castagna che sono l’emblematica dimostrazione di come i quadri base del sindacato hanno aderito non solo con entusiasmo al progetto ma si impegnano e lavorano attivamente.
Gli interventi da registrare sono inoltre quelli dell’ On. Vito Napoli esponente del gruppo laburista-Ds e dei due giovani della Costituente Nicola Carnovale che prende la parola in nome dei giovani Calabrese e Luca Lombardo che oltre ad essere del luogo è il responsabile del Lazio.
Luca Lombardo sottolinea con cura che ora di unirsi per un grande ideale, intorno ad una nuova idea che nel 1976 era interpretata da Bettino Craxi ma che poi non si è rinnovata. Forte l’invito di mettersi al lavoro.
Nicola Carnovale conclude gli interventi sopra citati per dare spazio poi all’intervento conclusivo e più atteso della serata quello dell’On. Formica.
Dice:
<auspico che “Socialismo è Libertà” diventi un laboratorio di
idee e contenuti dove noi giovani possiamo crescere ed imparare l’arte della
politica, della politica socialista di cui la nostra Calabria, il nostro
Meridione e il nostro Paese non possono fare a meno. Noi socialisti dobbiamo
creare un progetto comune che sappia guardare avanti, animati non da uno spirito
nostalgico di ciò che fu, ma di ciò che sarà. La nostra unificazione e
conseguenzialmente la formazione di un’area socialista-riformista non può che
non avvenire mediante la comunanza di idee e progetti
condivisibili da tutti e da tutte le parti, valori che sono la base di
ogni coesistenza politica, quei valori e quei progetti di cui la sinistra
italiana necessita per essere nuovamente sinistra di governo, senza la quale
tutti gli sforzi fatti sino ad ora risulteranno vani. La sinistra italiana non
deve guardarci con quell’occhio malvagio che risulta tutt’ora infruttuoso ed
inadeguato per numerosi motivi. Bisogna capire che i socialisti sono necessari
alla sinistra italiana. Partiti come Forza Italia continueranno ad esistere fino
a quando esisterà una crisi ed una diffidenza generale nella e sulla sinistra
Italiana. Concludo dicendo rivolgendomi a tutti i presenti ma in modo
particolare al compagno Rino di regalare a noi giovani ad a tutto il paese un
grande sogno Socialista che è un sogno che si può realizzare.
N.C.
14
MARZO ROMA SALA STRACOLMA COMPAGNI NEI CORRIDOI
E'nata
Socialismo è Libertà
Socialismo
è Libertà L'Assemblea
dei Fondatori di "Socialismo è libertà" si è svolta il 14 marzo
a Roma, presso il Centro Congressi Cavour.
Assemblea dei Soci Fondatori
Un
Grande Successo !
Al momento dell'Assemblea erano pervenute più di 300 schede di adesione - con
relativo versamento della quota sociale- ma all'Assemblea hanno partecipato più
di 500 compagni, con qualche complicazione organizzativa (molti in piedi ed
anche nei corridoi).
Successo quindi oltre le più rosee previsioni e clima di
entusiasmo per la "ripartenza" socialista.
Alla
presidenza :
Silvano Veronese (presidenza effettiva),Rino Formica, Claudio Signorile, Pietro
Larizza, Luigi Angeletti,Claudio Martelli,Donatella Ponelli e Daniele Delbene.
Silvano Veronese ha riferito della appassionata adesione di Aldo
Aniasi -che non è potuto intervenire- e di quella di Guido De Martino,
che ha inviato una lunga ed impegnata lettera.
Dopo la relazione di Rino Formica sono intervenuti
Daniele
Delbene, Roberto Biscardini, Luigi Angeletti, Claudio Martelli, Mario Artali,
Donatella Ponelli, Claudio Signorile.
Ha
svolto le conclusioni Pietro Larizza, che ha proposto alla
approvazione il documento finale e la composizione del Comitato di
Coordinamento della Associazione.
Nei prossimi giorni pubblicheremo tutti i materiali, man mano che ci
perverranno.
Il Comitato di Coordinamento si riunirà nei prossimi giorni per
completare gli adempimenti e dare il via al processo di costituzione
della Associazione nelle regioni e nelle città d'Italia .
Una
Sinistra normale
|
|
Mettiamo indietro
l'orologio. Solo fino a qualche giorno fa, immaginare che a
sinistra si sarebbe aperto un primo vero chiarimento, appariva
come una possibilità remota, se non addirittura irreale.
Oltretutto, con l'irrompere sulla scena della guerra, il nuovo infiammarsi delle piazze aveva ridato fiato anche agli ol-tranzismi. Persino l'appuntamento della conferenza programmatica dei Ds sembrava profilarsi come un'altra occasione destinata ad essere perduta. Al massimo, si poteva ipotizzare che a Milano sarebbero affiorati solo i preliminari tattici di una resa dei conti da non far deflagrare, per ragioni di prudenza, nemmeno alla futura assemblea dell'Ulivo e da rinviare, se del caso, a dopo le elezioni amministrative di fine maggio. Lo stesso slogan scelto per l'adunata milanese - "Un'altra idea dell'Italia" - suscitava qualche istintiva diffidenza. È vero che in politica si apprezza la memoria corta e che una settimana, per la politica, è un lungo periodo. Ma come non ricordare, quando serve, i raccapricci del passato? Tutte le volte che il Pci e, dopo il Pci, i suoi eredi hanno sventolato una prospettiva di diversità, ogni sincero riformista ha dovuto mettersi le mani nei capelli e preoccuparsi. Ci viene alla mente l'antica formula della "democrazia di tipo nuovo", la quale altro non era che il disegno di perseguire anche vie parallele rispetto alle istituzioni democratiche e alle maggioranze parlamentari. Ai "borghesi" bastava il Parlamento, al Pci no. C'era la lotta, e la lotta veniva "prima ancora della formazione della legge, prima ancora del momento legislativo". Anzi, il momento legislativo era un "tecnicismo", e nessuno poteva pensare che l'azione del Pci si sarebbe limitata alla "preparazione e alla presentazione di progetti legislativi su questa o quella riforma". Che dentro la proposta di "un'altra Italia" - questa l'istintiva diffidenza - si vo-lesse mescolare anche il novello quanto equivoco sussiego con cui si guarda al riformismo? Che si volesse dare spazio alle novelle e sfuggenti spinte alla lotta, che da tempo vanno pericolosamente accerchiando i Ds? Che si volesse accettare la tesi di un caotico rassemblement, squagliando del tutto quella Sinistra da "paese normale" (se volete, quella pur contraddittoria Sinistra dalemiana che è di moda disprezzare) in cui dovrebbero contare i voti espressi in Parlamento e le dirigenze elette nei congressi? Rimettiamo a posto le lancette dell'orologio. Rimettiamole ad oggi, venerdì 4 aprile. Le previsioni pessimistiche sull'utilità dell'appuntamento di Milano, che oggi si apre, sembrano smentite dagli ultimi impegni. Se dobbiamo attenerci alle recenti dichiarazioni di Fassino - il quale si sta finalmente dando quel coraggio che sembrava fargli difetto - la convenzione programmatica potrebbe non risolversi in una semplice, per quanto infervorata, parata di contrapposizione all'esecutivo di centrodestra. All'ombra della Madonnina potrebbe cioè avvenire il tanto atteso miracolo del primo autentico chiarimento fra la maggioranza congressuale che guida il principale partito dell'Ulivo (e che si dice riformista e di governo) e quella congerie di soggetti massimalisti che da un anno sta tenacemente provando non solo ad influenzare le politiche, ma anche ad entrare nella stanza dei bottoni dell'Opposizione. Nessuno si attende una plateale rottura con i Cofferati e con i Moretti, con il "correntone" di Berlinguer e con la Cgil di Epifani, con i circoli moralistici stile Micromega e con i movimenti no global o del pacifismo anti-americano. Basterebbe che si indicasse loro l'alt. Se Fassino lo farà con lettere chiare, a Milano capiremo dove vanno i Ds. |
( Giuliano Lanfranchi ) dalla Gazzetta Politica |
Lettera aperta a Stefania Craxi
( in verità per tutti i socialisti)
Ancora una volta Stefania Craxi ha saputo offerto alla platea di un'assise socialista un suo sincero intervento. Spesso ci siamo trovati davanti a critiche severe, a volte contraddittorie, sempre, però, riflessioni su cui vale la pena interrogarsi.
Questa volta non era facile affrontare la platea congressuale del NPSI - esaltata da proclami su una presunta “ricostruita casa socialista”, da percentuali ottimistiche, da fedeltà ai nuovi professionisti della politica; ed anche dal messaggio, chiaro ed esplicito, del segretario nazionale di adoperarsi per ricercare in vista delle elezioni europee una ricomposizione della diaspora socialista – con un secco: “Non si è unita e non si unirà la nomenklatura socialista”.
Quello che però interessa, e rende degno della riflessione di tutti, l’intervento dalla Craxi sta nella via indicata per il raggiungimento degli obiettivi sbandierati in questo congresso del NPSI (riunificazione di un polo laico-socialista, affermazione di una forza socialista per il rilancio di una seria politica della sinistra socialista), e cioè quella di favorire la riunificazione dei socialisti, attraverso un passo indietro dell’attuale classe dirigente che lasci spazio alle energie fresche giovanili.
Qualche breve riflessione s’impone, se non altro poiché i giovani sono stati chiamati in causa, e poiché il successo della proposta può avvenire solo per opera degli interessati.
In primis, mi sia concessa una battuta: la Craxi ha scoperta l’acqua calda!
Che la soluzione sia valida è indiscutibile, ma come arrivarci?
Chi ha cercato di operare un riavvicinamento fra i giovani socialisti (chiariamo subito che non mi riferisco unicamente alle organizzazioni giovanili socialisti, né possiamo limitarci a fare affidamento ad un rigoroso, e convenzionale, dato anagrafico) sa bene che non è saggio affidarsi solo ai buoni sentimenti. L’affermazione in politica di un progetto non può essere gentile concessione delle nomenklature, in assenza d’idee-forza capaci di aggregare, e di strutture che possono sostenere un’azione diretta a rompere equilibri che hanno permesso di costruire fra le macerie abitazioni accoglienti per pochi intimi, ed hanno impedito, non di rimettere in piedi (il che sarebbe grave errore) ma di costruire qualcosa di nuovo su, quelle macerie, ogni tentativo è destinato ad abortire.
I miei ventitre anni impongono un’ulteriore considerazione:
Attenzione a far passare l’idea che ci sia un’opposizione ad un progetto che potremmo chiamare di unità dei giovani socialisti.Quando dico che il successo della proposta può venire solo ad opera degli interessati intendo che le maggiori deficienze si manifestano proprio in noi giovani. Tutti ammalati di un malsano realismo -certamente paghiamo il delle vicende seguite a tangentopoli, delle varie scissioni – non abbiamo saputo restare immuni dal rapporto di vassallaggio che è la chiave di lettura dell’equilibrio di cui parlavo prima. Chi ha qualche nozione di storia medievale, saprà che il rapporto fra i signori e i lori vassalli si basava sullo scambio di protezione in cambio dei fedeltà. Questo è un po’ quello che succede fra superstiti del PSI. I mini-partiti che oggi sono ancora esistenti mantengono una studiata stabilità in virtù di una rete collaudata di rapporti fra pochi personaggi di spicco (?) a livello nazionale, e qualche rappresentante a livello locale che ha come sua massima aspirazione di esser ricordato come il vincitore della polemica che ha appassionato qualche frequentante del “bar dello sport”. Difronte allo scientifico sezionamento del corpo socialista, e in tal caso non mi riferisco solo ai partiti ma a una intera cultura, ad un patrimonio storico che è stato disperso ed umiliato ci siamo gioiti di alimentare un sistema che voleva il nostro collasso. Orami è evidente che l’unico vero patrimonio che ci è rimasto è la storia, l’unica forza che poteva, e può, ridar vita ad un movimento socialista è stato scientificamente (il termine non è casuale) messo fuori gioco da una studiata operazione anti-storica, che si è realizzata, con il nostro concorso, guardando alla storia com’è avvenuto finora, e cioè, con malsana necrofilia (ecco il sezionamento di cui parlavo) e non cercandovi una regola che coinvolga il presente e fondi di più sicuro l’avvenire.Concludo con la proposta, che faccio con molta serenità visto che essere ascoltato ancora non passa fra i miei rischi. La crudezza della realtà ci potrà venir confortata dalla maggiore coscienza di noi stessi e dal non saperci vittime miserevoli di illusioni infantili. Proprio quest’anno ricorrono i cento anni dalla nascita della Federazione dei Giovani Socialisti. Non partecipiamo anche noi alla malsana operazione di necrofilia, non arrendiamoci a questo miserevole presente di vassalli timorosi di “bruciarsi” (uso l’espressione, che ritengo orribile, frequente fra noi giovani socialisti che vuole indicare il timore di superare quel rapporto di vassallaggio con cui esemplifico la condizione di noi socialisti, come se potesse esserci qualcosa di peggio dello stato attuale a cui arrivare).
Il punto di partenza è una giornata di festa, ma prima di questa come fondatore, e membro del direttivo, dell’Associazione politico-culturale Socialismo e Libertà mi prendo la responsabilità di offrire una sede di incontro ed elaborazione per realizzare una base programmatica forte che rappresenti l’opportunità di non organizzare solo una giornata d’incontro ma di realizzare una sfida, fatta di confronti e scontri, per pianificare un futuro socialista.
A chi teme che l’invito a lavorare in Socialismo è Libertà sia un tentativo di captazione rispondo che non chiediamo una collaborazione per la nostra associazione, ma che mettiamo questa a disposizione di tutti i volonterosi che non si sono arresi. In ogni caso noi siamo disposti a valutare ogni altra proposta.
Sicuramente, consapevoli delle nostre responsabilità, chiediamo solo un sussulto di dignità a tutti coloro che non vogliono bearsi della lievità del loro dato anagrafico, ricordandogli:
"Gli errori sono lezioni di saggezza.Il passato non può essere cambiato.Il Futuro è ancora in tuo potere "
Sono certo che chi ha decino di raccogliere la sfida, anche Stefania Craxi, a cui vanno i miei saluti e la mia stima saprà contattarci.
Sandro D'Agostino - Direttivo Nazionale Socialismo è Libertà - Resp. Org. Costituente Pse
La Nascita di Socialismo è Libertà
La nascita di “Socialismo è libertà”, può certamente considerarsi un grande successo della Costituente giovanile Socialista – Pse, che sin dalla diffusione del documento ideologico del compagno Formica, ci ha visti attivi promotori ed “evangelisti” di questa nuova cultura, ma radicata cultura socialista. Cultura che ovviamente non è mutata nei suoi principi fondamentali che l’anno caratterizzata in cento anni di storia, ma che sicuramente si propone di fare chiarezza sul futuro di noi socialisti, che da più di un decennio solchiamo gli scenari della politica italiana in maniera frammentaria e confusa, senza un preciso scopo, una nuova motivazione, a mio modesto avviso necessaria in questa diversa e complessa fase politica che non ha precedenti nella storia repubblicana del nostro paese. Motivazioni che troppo spesso sono state di carattere personalistico anziché essere inquadrate in una ottica politica. I tentativi di riunificazione delle forze “riformiste socialiste” andate alla deriva dopo lo scioglimento del vecchio Psi, sono stati vani per vari e numerosi motivi, ma questi devono farci riflettere ed essere da guida necessaria per questa nostra nuova avventura, affinché non rimanga un’altra grande ed incompiuta cattedrale, non in un deserto, ma bensì in una folla oceanica di partiti e movimenti che per quanto possano sembrare simili, non trovano punti di contatto su argomentazioni basilari della politica nazionale ma soprattutto internazionale. Questa nuova associazione deve farsi promotrice di un sentimento unitario forte, che sappia superare e demolire le barriere createsi in questo decennio e deve rendersi necessariamente interprete del malcontento popolare che giorno dopo giorno accresce all’interno delle forze di governo di centro-destra, ma di cui non ne è esente neanche la stesso centro-sinistra, patria inequivocabile per noi socialisti. Bisogna porsi obbiettivi chiari e comprensibili a tutti gli associati, ricercando la forza necessaria all’interno della stessa associazione e non certo con accordi con eventuali parti politici. Fare questo, o semplicemente pensare in tale direzione distruggerebbe l’entusiasmo creatosi, che avuto il suo apice assoluto nella riunione Romana del 14 Marzo, dove si potevano scorgere i volti di compagni evidentemente emozionati e cosa ben importante, carichi e motivati per questa nuova avventura. Per alcuni è stato come rivivere situazioni passate, dove essere socialista significava anche essere i rappresentanti di tante e numerose istituzioni nazionali e locali.
Facciamo che questo entusiasmo e voglia di fare e fare bene non svanisca, e si riesca a porsi nei confronti della gente non come il vecchio che ritorna, ma come il nuovo che avanza, trascinato da idee, valori e tante proposte per il nostro paese.
Le
potenzialità non mancano, specie in noi giovani, in cui riesco a scorgere la
voglia e la determinazione che ci permetterà di fare tanto e bene. A noi deve
competere il ruolo di essere nuova linfa vitale e ridare una maggiore ed
innovata credibilità al socialismo ed hai socialisti italiani. Siamo i figli
del socialismo degli anni ’90, un socialismo che era divenuto orfano perché
rifiutato in quel determinato periodo da alcuni, forse proprio da quelli che se
ne sono serviti e solo ora grazie
al coraggio e alla passione di pochi sta facendo che esso riacquisti una
innovata identità, che scorge le sue radici nella tradizione che fu degnamente
rappresentata da uomini come Turati, Nenni, De Martino ed infine, ma non ultimo
da Craxi. A noi spetta il compito di dare ad esso un futuro, dei figli, che
possano andare orgogliosi di quello che tutti noi oggi stiamo facendo. Concludo
con una frase su cui dibattevo con alcuni compagni, nella speranza che questa
possa essere di riflessione per tutti coloro che si sento socialisti o che forse
ancora non hanno scoperto d’esserlo. “Essere socialisti non è
soltanto un modo di pensare o un’ideologia, ma un modo d’essere”
Nicola Carnovale - Responsabile Provinciale Costituente Pse Vibo-Valentia