"ULTIME
NEWS"
24 Giugno 2003
- da Stampare e distribuire -
ROMA 20
GIUGNO - HOTEL PALADINO
Direttivo
Nazionale "Socialismo è Libertà "
Si è svolto a Roma, Venerdì 20 Giugno presso l'Hotel Paladino, il Direttivo Nazionale dell'Associazione Socialismo è Libertà. Al partecipato incontro hanno preso parte i rappresentanti dell'Associazione provenienti da ogni regione d'Italia e molti giovani. La riunione si è divisa principalmente in due parti, la prima dedicata ad alcuni temi di attualità politca ( La Politica Internazionale, L'ugualianza e la inegualianza, La solidarietà sociale e la coesione sociale, L'assetto Istituzionale, Il sistema Italia, La sinistra e la chiesa, ecc.. ), mentre la seconda a lasciato la parola ai presenti e la discussione è divenuta di carattere organizzativo e di progettualità politica. Un ottimo mix per portare la cultura socialista al centro delle grandi sfide di oggi. Molto significativa la presenza e il contributo della Uil che grazie al suo radicamento nelle strutture sociali ha contribuito ad arricchire di contenuti della giornata. Obiettivo il superamento della diaspora socialista per poter guardare avanti. L'Associazione, ormai presente in tutte le regioni d'Italia e in moltissime provincie, a tre mesi dalla nascita si da appuntamento a Settembre per una grandissima Assemblea Nazionale. Intanto continuerà il lavoro nelle realtà di tutta Italia, con molto entusiasmo grazie anche alle inaspettate partecipazioni ad ogni presentazione locale.
Dopo anni senza
un progetto, oggi i Socialsti sembrano aver ritrovato la giusta strada
e di questo un importante merito è da attribuire all'energico Rino
Formica.
ROMA 14 GIUGNO - HOTEL
MOVEMPICH
Incontro dei Giovani della Costituente Pse
<<Il
nostro progetto : Socialismo è Libertà ">>
In quattro ore e mezzo si è sviluppato un dibattito ricco di proposte, speranze e conferme, arricchito dalla presenza di un ospite graditissimo come il Presidente della Commissione rapporti con il Territorio di SèL, L. Delfino, che dopo il suo intervento e dopo aver portanto il saluto di Rino Formica ( che non ha potuto prendere parte all'incontro per motivi soppravenuti ), ha ribadito la grande fiducia dell’Associazione affinché si realizzi un nuovo protagonismo giovanile, si è intrattenuto con i responsabili regionali, dispensando preziosi e graditi consigli.
Specchiale Dario per la Sicilia; Nicola Carnovale e Rocca Luigi per la Calabria, Dell’Alba Francesco per la Puglia, Paolo Mora per l’Emilia, Pezzoli Federico per la Liguria, Giovanni Bossi per il Friuli Venezia Giulia, Giovanni Tressoldi per il Piemonte, Persichella Maria per il Lazio, Alberto Bianchi per la Toscana, Picone Fabio per la Campania, Maurizio Fabrizio per l’Abruzzo e tanti altri interventi delle delegazioni partite da tutta Italia.
Vari sono state le proposte programmatiche da approfondire attraverso una campagna di seminari in varie città di Italia per contribuire all’agenda di impegni che proporrà l’associazione Socialismo è Libertà; solo per fare qualche esempio: necessità di una riflessione sulla tutela di diritti costituzionali, come quello all’abitazione, trascurati dalla politica liberista degli ultimi anni, modifiche al sistema elettorale e agli istituti referendari (rivalutare i lavori della Bicamerale-D’Alema sul referendum propositivo), nuovo statuto dei lavori, prospettiva della autonomia socialista, ed altro ancora. Alla fine dei lavori è stata accolta la proposta di realizzare nei mesi successivi all’estate quattro iniziativa pubbliche nelle città di Genova, Parma, Vibo Valentia, Catania.
(
* NELLA PROSSIMA EDIZIONE PUBBLICHEREMO TUTTE LE FOTO
DELLA GIORNATA )
CAMPANIA
Socialisti
a convegno con Conte
Il movimento «Socialismo è libertà» ha organizzato per domani alle ore 18, presso l’Hotel de la Ville, un convegno sul tema «Per l’Unità dei riformisti irpini». Al convegno parteciperanno l’ex senatore Modestino Acone, e gli ex ministri del Psi Carmelo Conte e Claudio Signorile. L’incontro sarà l’occasione per fare il punto sulla diaspora socialista che anche in provincia di Avellino ha portato ad una divisione che, di fatto, ha disperso un patrimonio di idee e di esperienze. I tre relatori tenteranno di lanciare una proposta programmatica capace di catalizzare nuovamente i socialisti irpini.
BASILICATA
GAZZETTA DEL SUD
Ieri
il battesimo ufficiale. Presente l'ex ministro Signorile
La linea di «Socialismo è libertà» è chiara: «Vuole essere un punto d'incontro per quanti hanno provato l'indifferenza o l'ostilità di una Sinistra settaria ed altera e di quanti non condividono un moderatismo liberale senza idee e coerenza e senza storia». Qui sta la chiave di lettura della ragion d'essere dell'associazione spiegata dall'ex pluriministro socialista Claudio Signorile: «Sostanzialmente, oggi nei partiti socialisti è una debolezza l'alleanza con la Destra o con la Sinistra e potrebbe essere una forza l'autonomia: questo è quello che noi chiediamo». L'ex vice di Bettino Craxi, presente al battesimo dell'organismo, ha parlato di un ritorno di coscienza, nella gente, che «la diaspora socialista non deve essere considerata né una maledizione né una rassegnazione. È un episodio della storia di questo Paese: non è la prima volta che i socialisti si dividono, né che si ricompongono». È stato Michele Speranza, uno dei fondatori del circolo locale, a ribadire che «bisogna favorire il dibattito tra i filoni dei socialisti nei modi e nei tempi possibili per un irrobustimento di una Sinistra di governo». Nel far emergere il concetto di una società giusta che non può prescindere dal Socialismo, Speranza ha concluso dicendo che «occorrono l'impegno e il coraggio delle grandi idealità per favorire una situazione di crescita e di sviluppo del dibattito politico».
CALABRIA
GAZZETTA DEL
SUD
Lunedì
23 giugno 2003 ore 19.00
Hotel
Tiziano
-
sala Tiziano
Incontro
con Formica e D'alema
Incontro con Rino Formica e Massimo D'Alema, questa sera, all'hotel Tiziano. L'iniziativa è promossa da «Socialismo e Libertà» e dalla Fondazione di cultura politica «Italiani Europei». Il confronto si svolgerà alle 19 e sarà coordinato da Giuseppe De Tomaso, vice direttore della Gazzetta del Mezzogiorno e da Adelmo Gaetani, vice direttore del Nuovo Quotidiano di Puglia. Nel corso dell'incontro, cui interverranno politici, amministratori ed esponenti dei partiti, verranno affrontate alcune delle principali attualità che interessano la vita politica e le prospettive del paese.
Estratto
dalla relazione all’incontro organizzativo della Costituente PSE per
Socialismo è Libertà. (BOZZA)
Oggi possiamo provare insieme ad abbozzare una risposta.Io direi che siamo chiamati a colorare l’Associazione. Colorarla significa farla uscire delle fosche tinte della politica, significa liberarla dal pantano della perenne polemica fra socialisti, significa anche costruire lenti diverse per coloro che guardano all’Associazione con occhiali distorti, intravedendo nel riformismo il grigiume del vestito di un dirigente in giacca e cravatta, per fargli scoprire le tonalità forti di noi uomini liberi. Non so dare risposte su che via percorrere, ho una sola certezza: dobbiamo abbandonare la discussione su che casa politica costruire. Non interessa più a nessuno se confluire in una Casa dei Riformisti (per uccidere definitivamente la politica), o litigare per una Casa comune dei Socialisti. Fate attenzione, è chiaro che sono il primo a volere, ed a lavorare, al superamento della diaspora socialista, ma non lo faccio per la nostalgia di persone, che sono stati i transfughi ieri, ed i servi di oggi; m’impegno semplicemente perché è l’unica via per poter occupare, nello scacchiere della politica, quell’area laico socialista, da troppi bistrattata, e da nessuno seriamente rappresentata. Certamente
avremo successo se ci faremo carico di occuparci della costruzione
della Casa, ma casa come diritto oggi negato, se diremo no ad un
vergognoso sistema di strozzinaggio, se non lasceremo la difesa di
questo fondamentale diritto a chi, incapace di una soluzione
riformista, giustamente fa quello che può, meglio di noi inetti, e le
case le occupa. Socialismo è Libertà, allora proponiamoci come difensori di tante libertà negate. Libertà, per chi è omosessuale, di poter vivere dignitosamente la sua vita con il compagno a la compagna che preferisce. Libertà per uno studente di poter scegliere la località in cui studiare, e qui ritorna il problema della casa, infatti, se una stanza costa 300 euro l’unica libertà concessagli è quella perdere un’opportunità, scegliendo se gridare per la vergogna o tacere perché nessuno vuol sentire il suo grido di dolore. Una società che nega le opportunità non è una società socialista. Noi, invece, ci siamo uniti per costruire una società socialista.Io concludo, e credo di poterlo fare leggendovi quanto scrissi a Rino Formica quando ufficialmente, 5 mesi fa, iniziava la nostra avventura. “… Di sicuro avverto difficoltà, ohimè, ballerine nei nostri ambienti non ne circolano più; i nani sì quelli son rimasti e dovremo farne i conti. … Ai nani di cui parlavo, a chi si dedica alla sterile polemica che non merita ascolto, immiserendo il generoso lavoro di compagni delle province di tutta Italia, vorrei dire tante e troppe cose, ma so che non mi ascolterebbero. Loro, zerbini con i potenti, forse, neanche capirebbero, allora lascio che il mio pensiero sia comunicato dalla parola di un maestro del Diritto Commerciale, Cesare Vivante - (solo gli stolti non lo ascolterebbero!) - che sulle pagine della nostra Critica Sociale scriveva: “L’unico modo per rendere immortale la vita è di fonderla con le altre vite che vivono nella nostra età, di continuarla nelle altre vite che piglieranno il nostro posto sovra la terra; di prodigare ad esse i frutti della nostra esistenza, di identificare le voci dell’anima nostra con quelle dell’anima collettiva. Allora, nel sentimento che la vita continua, le energie del lavoro divengono spontaneamente più intense e più liete, perché non si lavora pei subiti successi, coll’ansia tormentosa di non raggiungere il premio, ma serenamente, fiduciosamente, per maturare risultati lontani, a lunga scadenza, come se non si dovesse mai morire, ed è questo il lavoro più eletto … Allora nel sentimento che la vita continua, … la morte si consola colla visione di una immortalità più virile e più pura di quella che abbiamo appreso dalla fede e dalla poesia. …”. Cari
Compagni, Buon lavoro, la strada da percorrere è ancora lunga. Sandro D’Agostino - Resp. Org. Costituente PSE
Lettera
1
IMMUNITA'
E’ mio parere che gli esempi ed i messaggi in una società siano fondamentali quanto in una famiglia, e se in quest’ultima sono o dovrebbero essere promotori i genitori, nella società sono o dovrebbero essere chi governa, a tutti i livelli. Quest’ultimi più alti sono, maggiore è la responsabilità. E’ innegabile che l’escaletion dell’abbrutimento sociale ha avuto un crescendo senza eguali, soprattutto se si pensa ai mezzi sia conoscitivi sia distruttivi del presente. La situazione nazionale non è di meno a quella mondiale, questi risultati di fatti lasciano pensare senza alcun dubbio che i promotori d’esempi e messaggi, inviati a largo raggio da una spettacolarizzazione della politica di bassissimo spessore, abbiano grosse responsabilità. Una scena con i riflettori accesi su primi attori che hanno trasformato la politica in uno show che “diverte” sempre meno e che va trasformandosi, sempre più, in una ridicola farsa, mai vista prima.Una scena dove gli argomenti principali non sono il lavoro che diviene, per molti, una chimera invece di un diritto a tutela della dignità, dove l’economia non è rivolta all’interesse generale ma a quello particolare, dove le pensioni sono a rischio, la salute un lusso e il paese tutto allo sbando. Vediamo, quotidianamente, interpretare copioni zeppi di monologhi fine se stessi e per se stessi, dove tra rogatorie, Cirami, falso in bilancio, immunità parlamentare ecc. ecc.., noi cittadini siamo divenuti spettatori attoniti nel subire, anche, un Presidente del governo che protesta sempre più con arroganza quando è protestato, ultimamente prima a Milano e poi Bari dove un gruppo di “disobbedienti” pare abbiano gridato al premier “ buffone..” . Ricordo, il bravo comico, Pippo Franco quando in una puntata del suo programma, trasmesso alcuni anni fa dal teatro Margherita di Roma, ironizzò sui politici di allora “maltrattandoli” pesantemente e quando simpaticamente (all’epoca presidente del Consiglio Craxi) affermò: “… ora mi chiameranno buffone…io ..si, disse, ma non sono al Parlamento. Mi risulta che nessuno segnalò le sue generalità per querelarlo. Si legge sui quotidiani di questi giorni che “ chi offende il premier sarà perseguito”, poiché, si dice, che rappresenta tutto il paese. Che pensare allora e che fare, chiedo, a chi in passato ebbe a dichiarare che con la bandiera italiana, che sicuramente rappresenta tutto il paese, (tranne, forse, per i padani?) si sarebbe pulito una parte poco nobile del proprio corpo? Mi risulta che al momento è un Ministro.Politici d’altri paesi come ad esempio Nixon accusato d’aver mentito o Clinton per rosee vicende, trascinati in tribunale per fatti che a confronto a quelli nostrani sembrano marachelle dei nipotini di Paperon dei Paperoni, non mi risulta che abbiano attaccato magistratura e media, o come il tedesco Kooll che rassegnò le dimissioni, come la logica ma soprattutto la responsabilità, il buon senso e le regole democratiche impongono. L’elenco d’esempi sarebbe lungo da citare. E’ triste e sconcertante costatare la caduta, inesorabilmente, in verticale dell’etica.Quella che non è e non vuole essere moralismo o giustizialismo, ma etica che rivendica il rispetto delle regole fondamentali della convivenza civile, della democrazia e dello stato di diritto.E’ amaramente sotto gli occhi di tutti che quei principi fondamentali, fissati dai padri della Costituzione, siano calpestati proprio da chi dovrebbe essere garante e difensore della loro incolumità.Mai come oggi vien voglia di apporre un grosso punto interrogativo alla fine della frase “la legge è uguale per tutti?”.Si vive nella confusione più totale tra esempi e messaggi deleteri, dove le regole e i principi della democrazia divengono abiti da cucire ed adattare alla bisogna del momento.Tutto sembra cadere nella volgarità, tutto sembra inficiato.Mi chiedo quale eredità stiamo costruendo o abbiamo costruito per i nostri ragazzi.Quando una decina d’anni fa il terremoto politico battezzato con il sostantivo di tangentopoli crocefisse un’intera classe politica per dare una svolta di trasparenza e pulizia “etnica” credo che molti si chiesero cosa ci sarebbe stato dietro l’angolo.Siamo giunti, ed è mio parere che all’angolo è stato posto un intero paese.La nostalgia dei grandi statisti, che rappresentarono con onore il nostro paese conquistando credibilità e rispetto, è tanta, come anche il rimpianto di non averli, forse, apprezzati nel presente del loro agire, ma succede sempre così, soprattutto nel nostro paese, solo quando qualcuno viene a mancare se ne apprezza la qualità e se ne riconosce la statura.Ho, non poco, faticato a spiegare ai miei ragazzi come mai è indagato un presidente del consiglio proteso a sfornare leggi a sua tutela e non solo, e come può, anche, sentenziare sull’esito di processi ripromettendosi di fare qualcosa verso questa magistratura a suo dire politicizzata e di parte.Si ripropone il ripristino dell’immunità parlamentare, qualcuno ha parlato anche per assessori e sindaci. Chiedo: ma che paese è mai questo? Che paese è mai diventato? E’ questo forse il riformismo di cui si parla da tutte le parti? Se cambiamenti devono esserci dovrebbero, quantomeno, interessare temi di primaria necessità per tutti i cittadini.Come può rimanere al suo posto e governare un qualsiasi soggetto indagato dove sussistono pesanti indizi? E’ vero, anche, che una persona è innocente finché non si è concluso il processo d’ultimo grado ma è pur vero che chi ricopre cariche di governo, a tutti i livelli, dove le proprie azioni investono i destini d’intere comunità debba essere garante ed esempio d’integrità morale senza ombra di dubbi, impossibile da attuare nel momento in cui la persona coinvolta è investita da sospetti ed indagini a suo carico. Le dimissioni dall’incarico affidatogli dovrebbero essere d’obbligo e dovere, sino al momento dell’accertamento d’innocenza o colpevolezza, non il contrario che con l’immunità porterebbe il cittadino a pensare d’essere governato da persone di dubbia morale con deducibili conseguenze, ancor più grave se tutto ciò è accompagnato da comportamenti e dichiarazioni disinvolte. “Chi offende il premier sarà perseguito” riportava la stampa del 14 u.s. Chiedo: e chi offende il cittadino? Quando, ad esempio, chi governa, a tutti i livelli, facilmente si aumentano stipendi, ad esempio, da ventimilioni di vecchie lire ed anche più, mentre c’è chi si appicca fuoco perché non ha lavoro e a perderlo sono in decine di migliaia. Quando ci si dimentica per anni dei terremotati, quando le scuole crollano per inadempienze e incurie decennali seppellendo bambini innocenti. Quando chi paga le tasse e fa l’onesto ha in cambio ospedali da terzo mondo, quando non si è più sicuri in casa propria, quando in un paese, tra le prime potenze mondiali, ha pensioni e stipendi da fame, quando per interventi vitali si è costretti a fare le questue e appelli, quando si spendono miliardi in opere inutili, per citarli tutti i <<quando>> non basterebbe la Treccani. In quanto all’offesa verso il premier, poi, il Devoto così spiega il sostantivo buffone:<< in passato persona addetta a rallegrare coi suoi lazzi le feste, i conviti o le giornate dei signori. Chi parla e si comporta in modo da far ridere alle sue spalle o da indisporre per l’inopportuna voglia di scherzare o la mancanza di serietà nei rapporti umani>>. Nella trasmissione di Ballarò”, del 13 maggio u.s., su rai tre si è potuto vedere il premier mentre raccontava barzellette con il palese intento di far divertire e ridere i presenti tirando in ballo, con battute sarcastiche, anche le mogli dei magistrati, in passato, mi pare, ha esibito corna in incontri internazionali.Credo che sia d’obbligo riflettere e come il buon senso, il dovere e la responsabilità impone cercare in tutti i modi di ritracciare strade dove regole e principi democratici siano guida del nostro vivere civile, per rispetto ai nostri figli, della propria dignità e per poterci definire, senza ombra di dubbi, ancora cittadini e non sudditi. Sinceramente il sostantivo su citato più che offensivo lo trovo inadeguato da rivolgere ad un premier che, onestamente, per quel che mi riguarda non mi diverte affatto soprattutto per <<l’inopportuna voglia di scherzare>> in un momento in cui il paese vive con non pochi e gravi problemi da risolvere. Anna Prato -Socio Fondatore Socialismo è Libertà
Lettera
2
FORMICA
A LECCE PER RILANCIARE IL RIFORMISMO E L’AUTONOMIA DEI SOCIALISTI La
sala è ancora piena quando Formica prende la parola; avrebbe
potuto farlo pure prima, i compagni lo aspettavano; ma anche i Ds,
i rappresentanti dello SDI e dei circoli socialisti. Come si fa
però a convincere i compagni, che non hanno da portare alcun
contributo al dibattito generale, a fermare il proprio intervento
ad una semplice testimonianza del proprio comune di appartenenza,
circolo aziendale o culturale e lasciare spazio ai temi di
approfondimento così necessari, indispensabili quasi! Alle 20, 30
comunque comincia la sua relazione. Ed esordisce affermando, senza
alcun dubbio, che è il Paese Italia a chiedere nuovamente sulla
scena politica la presenza dei socialisti, perché, dopo la nostra
scomparsa, c’è stata involuzione e crisi. Ecco allora la
necessità di riunire insieme le forze che si erano nutrite, pur
tra mille difficoltà, delle esperienze di governo della sinistra.
E fa partire la iniziativa della Associazione Socialismo è Libertà
da un appello lanciato lo scorso anno a
Torino dal Segretario generale della UIL, perché si
ricreasse il gruppo politico dei riformisti socialisti che avevano
fatto da sponda politica a tante iniziative sindacali conclusesi
positivamente nell’interesse dei lavoratori e del paese. Il
sindacato aveva ritenuto un
vulnus, quello operato con le scorribande politico giudiziarie
iniziate nel 1992 e che avevano portato alla scomparsa del
simbolo, del partito e della forza parlamentare riformista. E
colloca nel tempo le diatribe,
le lacerazioni su problemi seri all’interno delle forze della
sinistra in Italia, concludendo però con una confortevole
asserzione: se è vero che non si riusciva nel dopoguerra a tenere
in piedi alleanze organiche a livello di governo centrale, è pur
vero che il filo che ricollegava la sinistra alle origini comuni
permetteva di tenere vincoli nel sindacato
e nelle varie amministrazioni degli enti locali. Passa poi
a delineare l’attacco inaudito portato al P.S.I. , negli anni
‘90, da parte della
società civile. Eppure meriti il Psi ne aveva accumulati, e
tanti, a partire dal 1970, quando aveva avuto la capacità di
rompere un sistema strutturale del passato, un connubio sociale e
culturale. Fino ad allora il sistema imperante governava con la
dottrina delle emergenze permanenti, che potevano avere una sola
soluzione, appunto, di emergenza. Il PSI ruppe il sistema
col riformismo, che i problemi li studiava, li prevedeva,
li sminuzzava, li risolveva passo dopo passo prima che venissero
dichiarati marci e abbisognevoli, come nel passato, di un solo
duro intervento emergenziale. Prevenire, d’altronde, costava
meno che curare. Fino ad allora il Psi era stato fuori dal governo
e il sistema controllato dalla D.C. e dal P.C.I.. A metà degli
anni settanta il Psi aveva anticipato la domanda forte che veniva
dalla società civile sulla integrazione e competizione europea;
quindi fatto evolvere il sistema politico italiano verso politiche
aperte all’Europa, e non più bloccate da veti. E la battaglia
non era stata facile perché i conservatori amplificavano le vie
di resistenza al nuovo, aperte col centro sinistra, quello vero,
tentando di fare intervenire dall’esterno, nuove soluzioni
emergenziali. Così si costruisce la vera subalternità di un
paese o di una parte del paese, ieri come oggi. E qui si misura la
capacità di un governo – e torna sulla attualità – di
sedersi ad un tavolo internazionale e sapere aprire una
conflittualità con i partners. Il Governo attuale, precisa
Formica, non ha una soluzione da portare sulla previdenza e
scarica sul tavolo europeo il problema, sperando in una soluzione
comunitaria confacevole all’Italia. Ma ogni popolo ha i suoi
ritmi, le sue leggi sul lavoro e se ad un tavolo di negoziato non
si siede con tutta l’autorevolezza del caso, si rischia solo di
complicare le proprie vicende interne, importando soluzioni
pasticciate, imposte da nazioni più forti che cercano di
approvare provvedimenti in linea con le loro politiche interne.
Per non parlare della Delega per la banca centrale europea che ha
il compito di regolare il tasso di liquidità delle monete:
regolano sempre i più
forti. Poi compie un nuovo salto all’indietro, infastidito anche
da chi continuamente si alza e lascia la sala, e fa ancora una
riflessione “storica” sul periodo che vide la scomparsa del
partito. Il discorso, semplificato al massimo è questo: se il
sistema politico era malato, era malato tutto ciò che era
organico al sistema: Magistratura, Impresa, Economia; tutte forze
servili o interessate. Altro che cercare la soluzione nella società
civile! Eppure intorno al 1989 si era trovata una importante
convergenza delle due forze
della sinistra – PSI e PCI - e dei cattolici, al di là della
loro collocazione governativa, su principi importanti, quali la
visione comune sulla uguaglianza dei cittadini; la solidarietà
sociale; il rispetto della proprietà privata. Si era riusciti così
ad attenuare i conflitti sociali evitando che avanzasse la
necessità di Alternanza. Il prezzo che si pagava, in accordo, a
questa pax sociale, aveva una matrice corporativa accettata e
condivisa: la pace sociale sostenuta con le risorse pubbliche. E
questo per dare anche una risposta che fin dagli anni sessanta, al
nascere del primo centro sinistra, si era posta: i socialisti che
partecipavano al C.S erano di destra o di sinistra? Allora la
risposta fu secca e, se ci viene permesso, vale anche oggi:
vediamo la soluzione che viene data ai problemi. Allora i
socialisti si impegnarono e dettero la soluzione dei riformisti a
tanti problemi; cominciò allora, e non si è mai fermata, la
competizione permanente per la soluzione dei problemi messi sul
tappeto. Un ricordo, poi di A. Moro, a proposito dello scredito
che lo stesso attribuiva alla scelta che, con Segni, anche i
socialisti accettarono e subirono: quella tecnica elettorale che
portò al maggioritario. Cosa già proposta e tentata negli anni
‘50 da un deputato siciliano della D.C. Moro lo scrisse nel suo
memoriale dei 55 giorni di prigionia: con queste tecniche
elettorali si deteriora il sistema. D’altronde basta vedere cosa
è accaduto di recente alla elezioni provinciali di Roma, per
comprendere che le coalizioni non rappresentano la semplificazione
del sistema partiti; a Roma hanno
partecipato ben 33 liste. E questi partiti minori, che
pullulano ad ogni appuntamento elettorale, rappresentano un costo
ormai ingestibile da parte dei partiti maggiori, F.I.e DS. Anche
per queste formazioni minori l’Ulivo ha fallito e la CDL è in
via di fallimento, secondo Formica. Dopo le elezioni europee
nascerà la tendenza ad un sistema elettorale nuovo che Formica
definisce “a
vocazione proporzionale”. Un ultimo pensiero, preso tra gli
appunti che ogni tanto guarda, mentre la sala si assottiglia,
anche perché la scuola che ci ospita deve chiudere, e relativa
alla fatica delle riforme da affrontare, anche a costo di aprire
un conflitto con i due schieramenti attuali, per potere governare
una società plurale che sappia concepire la riconciliazione fra
tre generazioni. La prima è quella che ha ricostruito l’Italia
durante il dopoguerra; la seconda è rappresentata da chi ha
vissuto a cavallo degli anni ’70 e ’80 in una società
opulenta, fatta di “plus valore”; la terza è quella attuale,
fatta di dubbi, incertezze dei giovani, per il lavoro, i servizi
sociali, la grossa differenza tra paesi ricchi e poveri,
l’accesso alla tutela della salute da parte di tutti. Ecco perché
i socialisti, conclude, non possono più sostenere una scissione
che non rende possibile affrontare i problemi gravi che abbiamo
davanti. Occorre una realtà politica forte, che rafforzi la
propria presenza nella società, per poter avviare le soluzioni
che i socialisti hanno nella loro cultura di governo, nel loro
pensiero, guardandosi dalla spietatezza della lotta che i due
schieramenti hanno mosso e muoveranno ancora verso i socialisti
perché, la spietatezza, sta dentro la lotta politica, ne è una
componente. Conclude con una battuta simpatica e non certo
irriverente: la politica è scontro duro, non la possono fare le
suore orsoline. Terzagi
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