IL DISCORSO DI RENZI ALLE CAMERE: OVVIETA',ARROGANZA E GENERICITA'
Il “pensierino” del “ragazzo prodigio”,
ma in politica i fatti sono più complessi
Lettera di Rino
Formica a Il Foglio - 25/02/2014
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Caro Direttore,
commentare il discorso alle Camere di Renzi è inutile.
Ovvietà, arroganza e genericità nel disegnare l’orizzonte 2018 e nell’indicare le ignote vie da percorrere, sono
gli ingredienti di una ribollita senza cavolo nero e con molta cipolla bianca,
Ma parliamo del messaggio nascosto.
Indicare la durata della legislatura non è solo una furbata per assicurare i parlamentari di un rinvio del licenziamento, ma vuole anche annunciare il passaggio dalla forma di governo di necessità alla
tradizionale forma di governo ordinario.
Tradotto in termini più semplici: il governo Renzi, a differenza del governo Letta, non è il governo del Presidente della Repubblica ma è il governo del Segretario del partito di maggioranza relativa che ha trovato non una maggioranza in Parlamento, ma diverse e variegate maggioranze (una di governo, una per la legge
elettorale, una per ogni riforma, ed una, forse, la più indistruttibile, del terrore per lo scioglimento anticipato delle Camere).
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Quindi, solo per questa
molteplicità di maggioranze, tutte autonome e tutte convergenti, si può dire che questo governo è del Signor Renzi, Sindaco d’Italia, espressione plastica del principio autoritario dell’indivisibilità del potere.
Ma questo perverso desiderio non è senza conseguenze.
Dice qualcosa di più violento e di più mirato.
Dice ai parlamentari: da oggi siete meno liberi nei miei confronti, ma siete affrancati dall’atto di sottomissione al Presidente della Repubblica che il risultato elettorale del 25 febbraio vi costrinse a sottoscrivere
con l’umiliante processione al Colle.
Ora Renzi spera nell’irritazione del Colle perchè Napolitano si dimetta e sciolga il Patto Parlamento - Quirinale.
E se non dovesse farlo, sarà lo stesso Renzi a compiere qualche irriverente provocazione.
La vera carta coperta dell’accordo con Berlusconi è l’intesa sulla nomina del futuro Presidente della Repubblica.
Poi penserà il “toscano” con l’uso disinvolto della parola a spiegare che il Paese può tornare normale dopo la
liberazione del Parlamento dalla protezione presidenziale.
Questo il “pensierino” del “ragazzo prodigio”, ma in politica i fatti sono più complessi.
Fraterni saluti
Rino Formica |
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