dal Corriere della Sera del 04 Giugno 2006

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Formica: la «Rosa» è stata un errore
Boselli si è suicidato, via lui e gli altri

 
ROMA - Un lungo silenzio, poi un sospiro. Rino Formica fatica a parlare: «Mi dispiace infierire...». Infierire sui compagni socialisti infilatisi in un progetto, quello della Rosa nel pugno, che lui giudica «un errore», tanto che «per dirne bene bisogna necessariamente fingere». E però lui, colonna portante del socialismo italiano, più volte ministro negli Anni ’80 e ora presidente del movimento Socialismo e libertà , sente comunque il bisogno di parlare con chiarezza: «Questo non è un progetto politico, al massimo è un cartello elettorale di scarso successo e con un solo elemento di certezza: il dissolvimento dello Sdi». Un giudizio molto severo.
«Sin dall’inizio è stato chiaro che sarebbe finita così. Nell’ultimo congresso del partito, Boselli con enfasi sostenne il superamento della vicenda del socialismo italiano. I radicali, invece, con pallida perfidia, non parlarono di superamento ma di evoluzione della loro storia politica. Mi sembrano due posizioni diverse e infatti i 31 punti del famoso manifesto di Fiuggi non sono altro che i 31 punti di Pannella e compagni».
La tesi della «prepotenza» radicale?
«Io dico piuttosto che i socialisti si sono autoliquidati, sono volutamente caduti nella trappola degli eventi per sfuggire alla nuova situazione che un anno fa si andava creando».
La possibilità di ricostituire l’unità socialista?
«Esattamente. Dar vita alla "Rosa" è stato un errore nel momento in cui, per la prima volta, si apriva concretamente questa prospettiva. Invece Boselli è scappato "per la tangente", mi si passi la brutta parola e ha scientemente accettato la dissoluzione nell’area radicale, giustificandola con l’idea di un presunto nuovo progetto politico».
Lei si è dato una spiegazione del perché?
«Le classi dirigenti si riconoscono nei momenti difficili, quando uno non ha il respiro...».
Quindi ora lo Sdi dovrebbe lasciare appassire la «Rosa»?
«La "Rosa" non è mai sbocciata, nel senso che quel poco che c’era è finito il giorno dopo le Politiche. È solo un cartello elettorale e pure riuscito male, visti i risultati: c’è stata un’emorragia di voti malgrado abbiano goduto di uno spazio sulla stampa che nessun altro piccolo partito ha avuto».
Però adesso i socialisti chiedono di non puntare solo sulla laicità e...
«Innanzitutto la questione è stata affrontata in modo sbagliato: di fronte a una Chiesa, che pone problemi moderni, la "Rosa" sa rispondere solo con il linguaggio antico dell’anticlericalismo».
Comunque, vogliono riequilibrare l’azione politica: più temi economico-sociali e meno diritti civili.
«Sono chiacchiere da bar: come si può fare un dosaggio di tematiche se non c’è un progetto politico? Qualcuno ha notato che del trinomio originario Fortuna-Blair-Zapatero ora si citano solo gli ultimi due? È scomparso ogni riferimento anche nominalistico alla tradizione socialista e sì che Fortuna l’hanno scelto proprio per sottolineare la continuità con la lotta politica radicale. Nonostante tutto, nello Sdi il massimo dell’opposizione è rappresentato da chi vuol partecipare subito al partito democratico: ma se neanche Ds e Margherita sanno ancora di cosa si tratta!».
Insomma, secondo lei lo Sdi dovrebbe tornare sui suoi passi e riprovare con l’unità socialista?
«Il problema è che il momento propizio ormai è passato. In politica, quando si sceglie una via sbagliata, poi è difficile correggersi».
E allora? Cosa dovrebbe fare Boselli?
«Il gruppo dirigente del partito dovrebbe andarsene a casa e passare il testimone alla generazione dei trentenni. A loro toccherà gestire la questione socialista, che si riaprirà quando ci si renderà conto dell’impossibilità di costruire a sinistra il partito democratico e a destra il partito dei moderati».
 
l’Intervista
Livia Michilli
 
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