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Orgoglioso
del programma delle iniziative organizzate dalla Fondazione
"Giuseppe Di Vagno (1889-1921)", il Presidente Gianvito
Mastroleo ha dichiarato: "La vicenda Di Vagno non solo
fu una storia di lacerazioni di un Uomo con la propria
terra e la propria appartenenza politica, ma anche di
lacerazione giudiziaria: i colpevoli dell’assassinio difatti
non furono mai condannati definitivamente, prima per via
del decreto Ovidio del 1923 e poi della amnistia di Togliatti
nel 1947.
Quelle fratture si chiudono solo a novanta anni di distanza
attraverso la messa a nudo degli atti del processo, che si
consacrerà simbolicamente in Parlamento, lì dove si manifesta
la massima espressione della rappresentatività popolare.
La Camera dei Deputati, infatti, ha voluto ancora una volta
(dopo i primi due volumi) patrocinare la pubblicazione
della ricerca storica sugli atti del processo che disvelano
tragicamente la volontà di uccidere degli autori del tragico
delitto.
Un delitto i cui responsabili – mandanti ed esecutori
materiali - restano ancora oggi impuniti davanti alla legge,
ma inesorabilmente fissati nelle loro responsabilità
davanti alla storia, supremo giudice".
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Il
25 settembre 2011
cade il Novantesimo anniversario dell’omicidio del martire
socialista Giuseppe Di Vagno e per l’ occasione la Fondazione
“Giuseppe di Vagno (1889-1921)” ha organizzato un programma
di manifestazioni che hanno ricevuto l’Alto Patronato della
Presidenza della Repubblica. Una serie di appuntamenti
fondamentali per il ricordo del ”Gigante Buono”, come
i suoi concittadini lo amavano chiamare, ma anche per tenere a
mente quel tragico 1921 che segnò una profonda
lacerazione del paese con l’avvento del fascismo e
l’autodistruzione della sinistra.
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(Foto)
17 novembre 1921. L'esercito,
con un cannone, chiamato per mantenere l'ordine pubblico in
occasione del "Pellegrinaggio" alla tomba di Giuseppe
Di Vagno a due mesi dall'assassinio. |
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