(02-03-2019) L’8
MARZO: non più la giornata per la rivendicazione dei
diritti delle donne, ma la festa per il riconoscimento
delle loro naturali e pregiate peculiarità!
In una società che vorrebbe tutti gli uomini
uguali, senza più distinzioni culturali, ideali, di pensiero e di sesso,
la consapevolezza delle differenze impresse dalla natura diviene, per
tutti gli uomini e in particolare per le donne, il più profondo e
indispensabile elemento di emancipazione.
La donna, in particolar modo in alcune aree del
mondo, deve ancora vedere riconosciuta appieno la propria dignità, che
non è quella che spesso viene erroneamente identificata nella ricerca di
una mera “uguaglianza” con il sesso maschile, ma quella di essere
”liberamente” donna.
Uno dei più
ingiusti torti e una delle più grandi umiliazioni che possano subire le
donne è considerarle come una “specie” da proteggere.
Le
donne non hanno bisogno di essere "mortificate" dalle quote rosa, ma
semplicemente di vedere riconosciuta la loro libertà di essere donne.
E quando alla donna viene
riconosciuta la propria dignità, molto spesso, supera l’uomo!
Le “grandi donne”, che non sono solo quelle
celebri e famose, ma quelle che ogni giorno affrontano con tenacia le
sfide, le gioie e le gratificazioni della vita, sono quelle che si
realizzano senza necessità di quote a parte!
E’ giusto che una
donna possa scegliere liberamente la propria vita, è altrettanto giusto
consentire alle donne che
lo desiderano di intraprendere
professioni e mansioni che tradizionalmente, vuoi per la necessità di
forza fisica, vuoi per naturale predisposizione, vengono associate agli
uomini, ma è sbagliato considerarla normalità! Si tratta invece di
un’ulteriore dimostrazione di quanto donne tenaci, vuoi per piacere,
vuoi per necessità, siano in grado, più degli uomini, di emanciparsi.
Daniele Delbene
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