Cari compagni,
a tutti voi un
ringraziamento per il genuino impegno e l’inesauribile
passione con cui state cercando di contribuire alla
costruzione di una nuova forza del Socialismo
italiano.
Di una grande forza del
Socialismo democratico vi è forte necessità nel nostro
paese (così
come in Europa e nel mondo intero) per garantire
una sempre maggiore giustizia sociale.
Il percorso che ci attende e
la forza che dovremo andare a costruire avrà bisogno
del contributo di tutti, ma
non potrà vedere nei propri protagonisti attivi coloro
che sono stati, a vari livelli e a vario titolo,i
dirigenti delle formazioni politiche della sinistra
italiana degli ultimi vent’ anni. Non perché
qualcuno ponga dei veti su di loro, ma perché
mancherebbero della necessaria credibilità.
Come si può
essere credibili nella costruzione di una nuova
prospettiva quando si è accettata passivamente o si è
stati promotori di quella che si vuole soppiantare?
Come si può
proporre nuove soluzioni alle grandi questioni del
nostro tempo, se pur avendo avuto la possibilità
concreta di porle in essere non lo si è fatto, o
addirittura si è stati gli artefici di strade opposte?
Il malessere
della sinistra (nel
nostro paese e non solo) è da imputare
all’incapacità di comprendere i nuovi e profondi
mutamenti sociali che hanno segnato la nostra epoca e
vede la più significativa responsabilità in coloro
(“intellettuali” e “dirigenti politici” della sinistra)
che hanno voluto esserne interlocutori ed interpreti.
L’incapacità
di comprendere le esigenze del nuovo millennio e di
immaginare (in risposta) nuovi modelli di società per
il futuro ha portato le organizzazioni
tradizionalmente di sinistra ad un grande
“disorientamento politico”.
La
necessità
di una
crescente emancipazione socio-economica, che è
la vera
libertà dell’uomo e la via maestra da perseguire, è
stata spesso confusa e scambiata con la mera proposta
di sempre nuovi “diritti civili”,
in taluni casi
fino ad eccedere nella “mortificazione” della stessa
natura umana (considerato
l’attuale diffuso stato di consapevolezza della
“natura umana”).
Per le
medesime ragioni, la sinistra è rimasta (spesso
volutamente) cieca e sorda dinanzi a grandi e
sentite “questioni” (vedi
tra le altre l’immigrazione), limitandosi, nella
sua maggioranza,
ad una semplice giustificazione ed a una
ignorante accettazione “dogmatica” dei fenomeni.
Al contrario,
andava spesa la dovuta attenzione per comprenderne le
radici profonde e per elaborare nuove e lungimiranti
risposte.
La sinistra
che guarda al futuro non è quella degli ultimi decenni
! Non ha nulla in comune con quella che ha accettato
passivamente la supremazia dei mercati su quella della
politica e che spesso ha anteposto gli interessi di
pochi grandi gruppi finanziari a quelli di tutti gli
altri (sarebbe
limitativo riferirsi ai soli “più deboli”).
Il
Socialismo è altro! E’
comprensione e, attraverso l’uso della ragione,
capacità di visione di un nuovo mondo che tenda ad
essere (il
più possibile)
migliore per tutti!
Sono sicuro che
tutti voi, oggi riuniti nella storica sede del Partito
Socialista della Garbatella, saprete essere parte
propositiva e protagonista di una nuova e imminente
sfida. Nei prossimi mesi getteremo tutti insieme le
basi per una nuova e grande forza del Socialismo
Italiano.
Daniele Delbene