Il
disagio sociale che è maturato negli ultimi decenni in
tutta Europa, anche a causa di classi dirigenti che non
sono state in grado di coglierne l’essenza, si è
manifestato in alcune circostanze con una crescente
astensione elettorale e in altre con un forte consenso a
quelle forze politiche che sono state definite
“populiste”. Quest’ultimo è il caso del nostro paese, dove
gli Italiani hanno scelto il voto all’astensione per
manifestare il loro dissenso e per esprimere la loro
speranza in un futuro migliore.
A fronte di attese che
probabilmente non verranno soddisfatte come sperato, si
rischia che il malessere sociale trovi nuove forme di
manifestazione meno democratiche e sempre più “forti” ed
eclatanti.
Le grandi “questioni” che
affliggono il nuovo millennio non possono trovare risposte
in semplici ricette interne ai confini di singoli paesi,
ma necessitano di progetti ben più lungimiranti ed ampi.
Nuove forme di redistribuzione della ricchezza (che è
sempre più concentrata nella mani di pochi), nuove e
migliori aspettative di vita dei popoli e dei paesi
sviluppati, consistenti migrazioni per fuggire dalle
miserie e dalle guerre e per cercare migliori condizioni
di vita, garanzia di pace e libertà diffusa, possono
trovare risposte solide ed efficaci solo con nuovi
“strumenti”:
- unità politica europea (e
non unione finanziario-burocratica europea), da perseguire
a breve termine;
- Stati Uniti del Mondo, da
realizzare in una visione ben più complessa e a lungo
termine, ma che deve essere già parte dell’immaginazione e
della costruzione del nostro futuro prossimo.
Nell’immediato, le forze
politiche tradizionalmente progressiste devono cercare di
ritornare alla loro ragione d’essere, anche attraverso un
radicale cambio della classe dirigente, al fine di
contribuire a contenere gli effetti del post-populismo.
In particolare, nel nostro
paese, il crescente disagio sociale ha trovato in questi
anni un argine grazie a quelli che possono essere definiti
“ammortizzatori sociali naturali” :
- il sindacato, non inteso
come semplice rappresentante dei lavoratori;
- l’associazionismo, che ruota
prevalentemente intorno alle parrocchie.
Entrambi hanno fornito
servizi, assistenza ai bisognosi, luoghi di formazione, di
socializzazione e di sfogo.
E’ proprio da queste realtà
che occorre ripartire per costruire una nuova formazione
politica che, superando quel che rimane delle esperienze
politiche della sinistra italiana, possa contribuire alla
costruzione di un mondo migliore e dare giuste risposte ai
grandi temi che affliggono il nostro tempo.
Redistribuzione della
ricchezza (aumentando i posti di lavoro attraverso una
riduzione dell’orario lavorativo a parità di retribuzione)
e miglioramento delle condizioni di vita (garantendo più
tempo da dedicare ai piaceri della vita e all’assistenza
dei propri cari) -
www.30orelavorative.it - devono essere uno dei primi
obbiettivi di breve termine.
Un grande partito socialdemocratico è il primo passo!
Daniele Delbene
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