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Quando, da giovanissimi, ci
accingevamo ad organizzare la vita repubblicana in Italia,
fummo educati da una classe dirigente che aveva vissuto
esperienze terribili, il comunismo e le guerre
mondiali. Essa ci avviò verso una cultura politica che si
fondava su alcuni equilibri: il contesto internazionale,
la stabilità democratica interna, la capacità del sistema
politico di forzare gli eventi attraverso l'azione non
violenta dei partiti. Questa la rete entro la quale
abbiamo operato. |
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Analizzando la vita politica italiana di quest'ultimo
ventennio, Rino Formica, più volte ministro di
importanti dicasteri del Partito socialista, ad
Affaritaliani.it dichiara: mi sorge il dubbio che
quelli della mia generazione e di quella seguente non sono
stati in grado di educare le generazioni successive ad essere
classe dirigente.
Ma per capire le ragioni dell'attuale caos che investe il
mondo globale e che non riguarda soltanto il nostro Paese
occorre andare a ritroso nel tempo. Un passato che
Formica così ricostruisce.
Nell'immediato dopoguerra gli Stati
vincitori dell'alleanza angloamericana e l'Urss convennero che
l'ordine mondiale dell'organizzazione sovranazionale era
saltato a causa dell'insufficienza della Società delle
nazioni. Per porvi rimedio Roosevelt, Churchill e
Stalin, si riunirono a Yalta, in
Crimea, nel 1945, per siglare un accordo volto a
ristabilire un nuovo assetto politico mondiale post-bellico.
Gli accordi della Conferenza di
Yalta...[CONTINUA
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