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ROMA. "Scissione, dice?". Rino Formica socchiude gli
occhi. "Rammento bene quella di palazzo Barberini nel
1947, quando i socialdemocratici se ne andarono dal Psi:
c'ero quel giorno ". Ex ministro, padre dello scontrino
fiscale, testa d'uovo della Prima Repubblica, oggi compie
90 anni. Memorabili le sue battute. "Un partito di nani e
ballerine, "la politica è sangue e merda".
Torna sempre tutto in Italia? "Sì, ma con una
differenza: il sangue oggi è sofferenza altrui, mentre la
merda, il lavoro sporco, lo devono fare gli altri".
Lei due anni fa disse: "Renzi si brucerà da solo".
"Il fuoco più rovente ora ce l'ha in casa sua...->>>
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Non mi riferisco a quelli che
sono usciti, ma agli ex democristiani che sono rimasti".
Perché non le piace?
"Non ha cultura politica. È il provinciale che va in città,
quello che entra nel negozio di lusso e tocca la merce,
l'annusa...".
Non sono giudizi ingenerosi? A un
certo punto il suo decisionismo venne paragonato a quello di
Craxi. "Craxi non avrebbe mai fatto rottamazioni.
Non c'è un solo dirigente della minoranza che è stato
estromesso".
Come vede gli scissionisti?
"Le scissioni devono essere preparate da grandi scontri sulla
linea politica: i loro presupposti mi sembrano deboli. Parlano
di recuperare un popolo, ma mi sembrano più attenti a
costituire i gruppi parlamentari invece che a organizzarsi sul
territorio".
Non hanno futuro?
"Dipende, se il Pd avrà la sua Domus Marie, che detronizzerà o
ridimensionerà Renzi, forse sì: molti indizi del resto dicono
che si va in quella direzione...[CONTINUA
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