Caro Direttore, L’Itali Non
si può dire che
l’interesse popolare diffuso sia disponibile a seguire con
passione e con giudizio l’evoluzione della normativa
costituzionale. Il
popolo ha sempre subito l’espandersi
invasivo di una costituzione materiale senza reagire ed ha
tollerato le incursioni del costituzionalismo dei trattati subendo e
tacendo.
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Il
popolo è convinto che abbiamo la Costituzione più bella del mondo e
che ogni modifica è un attentato ai suoi diritti. Anche
nel dopoguerra, in un periodo di forti pulsioni politiche e sociali,
l’interesse popolare prevalente si concentrò sul referendum
Repubblica/Monarchia. I
lavori della Costituente
(556 eletti) non furono molto seguiti dall’opinione pubblica e dai
partiti. Il
progetto della Carta fu affidato ad una
commissione dei 75 eletti, ma di fatto fu elaborato da un
piccolo gruppo di delegati dei tre grandi partiti (DC,PSI,PCI). Quando
il testo fu sottoposto al voto dell’Assemblea generale, nelle
votazioni più
importanti, i presenti oscillarono tra i 300 ed i 350 eletti. Insomma
l’interesse per la Costituzione è quasi pari all’interesse che i
cattolici italiani hanno per i Vangeli. Tutti
sanno che esistono, ma nessuno li ha letti. E,
quindi, sono autorizzati a non rispettarli. Oggi
si torna a parlare di nuove Commissioni per le gradi riforme. Ma
quale è il vero tema costituzionale che è sul tavolo? Il
Paese avverte che vi è una fuoriuscita dall’involucro
della forma di Stato accolto dai Costituenti. Non
siamo più nella democrazia parlamentare e non siamo ancora nella
democrazia presidenziale. All’inizio
dei lavori della Costituente si votò sull’o.d.g. Perassi. L’o.d.g.
Perassi approvato di fatto
all’unanimità (gli astenuti comunisti si dichiararono favorevoli
alla repubblica
parlamentare) condensò un dibattito di alto livello culturale e
politico con queste parole: La
Seconda Sottocommissione, udite le relazioni degli onorevoli Mortati e
Conti, ritenuto che nè il tipo di governo presidenziale, nè quello
del governo direttoriale risponderebbero alle condizioni della società
italiana, si pronuncia per l’adozione del sistema parlamentare da
disciplinarsi, tuttavia, con dispositivi costituzionali idonei a
tutelare le esigenze di stabilità dell’azione di Governo e ad
evitare le degenerazioni del parlamentarismo”. E’
su questa scelta che deve essere chiamato il popolo ad un giudizio
referendario preliminare: vogliamo confermare la scelta della
Repubblica con governo parlamentare o vogliamo innovare optando per la
Repubblica con governo presidenziale? Nella
legge costituzionale che dovrebbe essere proposta per modificare
l’art.138 (revisionismo costituzionale), bisogna prevedere due
referendum. Uno
preliminare su la forma di Stato Repubblicano ed
uno di approvazione finale. Intorno
a questi referendum, forse, sarà possibile chiamare il popolo ad un
interesse per la legge delle leggi. Naturalmente
so bene che questo suggerimento resterà inascoltato perchè nei
partiti-fantasmi l’attenzione è concentrata su chi deve presiedere
la Commissione e su chi deve farne parte. Fraterni
saluti Rino Formica |