Il
"Quarto Stato" e la truffa di Ingroia |
Lettera
aperta del sindaco al magistrato-candidato
"OFFESA
A VOLPEDO
E AI LAVORATORI"
di
Giancarlo Filippo Pio Caldone
Sindaco di Volpedo
Ill.mo
Dottor Ingroia,
mi
permetto di disturbarLa, sono Giancarlo Filippo Pio Caldone,
Sindaco Socialista di Volpedo (Al) e fino a pochi mesi fa
Assessore della Provincia di Alessandria.Con molta pacatezza Le
scrivo, sperando che legga questa mia, per chiederLe di non
utilizzare come simbolo del suo nascente movimento il quadro
“Il Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo. Detta decisione
non nasce da una motivazione politica ma dal fatto che come
Sindaco del paese del “Quarto Stato”, che non percepisce
nessuna indennità anzi dona €. 600,00 mensilmente al Comune,
pronipote di Angelo Stringa, Sindaco di Volpedo dal 1900 al 1922
(amico fraterno del pittore Pellizza, costretto con le botte e
olio di ricino ad emigrare per motivi politici in Argentina)
sono veramente disgustato dell’utilizzo indebito che si è
fatto in questi anni di questa icona.
Tra
l’altro mi permetta…il suo stilizzato è veramente orrendo,
a differenza dell’utilizzo fatto (versione moderna del quadro)
dal suo ex collega e futuro compagno di partito On. Antonio Di
Pietro con il quale mi sono complimentato tramite e-mail.Un
minimo di classe e di buona educazione consiglierebbe di
comunicare e di informare il Comune di provenienza circa la
volontà di utilizzare detto simbolo ( lo fece addirittura
l’On. Bettino Craxi!) anche se il Comune di Volpedo non è
proprietario del quadro ma il Comune di Milano che lo acquistò
tramite una sottoscrizione popolare. D’accordo…il Comune e
il paese che rappresento forse legalmente non possono proibire
l’uso ma moralmente si! Questo quadro è stato utilizzato e sfruttato in mille modi nel campo dello spettacolo, da Bernardo
Bertolucci che non si è neppure degnato di dare una risposta all’invito rivoltogli dal Comune di
Volpedo nel 2001 quando il quadro ritornò a Volpedo e ultimamente da Adriano Celentano. Nel
campo privato l’industria Lavazza l’ha utilizzato per la sua pubblicità, anche in questi casi senza
educazione alcuna. Tanto per citare alcuni caso d’uso.
Chiederò all’Avvocato Giuliano Pisapia, Sindaco del Comune di Milano ed illustre forense, ed a
Franco D’Alfonso, Assessore Socialista del Comune di Milano, di verificare le possibilità legali per
impedire l’utilizzo non solo a Lei ma anche al Segretario Nazionale del mio partito, Riccardo
Nencini che ieri si è svegliato facendo una scarno e banale comunicato, consono alla sua persona, in
cui contestava l’utilizzo del quadro da parte del suo movimento. Con il mio partito, a differenza che
con Lei, è un motivo strettamente politico. Infatti, come può un partito che non fa le primarie per la
scelta dei candidati e che si è venduto per un piatto di lenticchie al PD di permettersi di parlare
del quadro “Il Quarto Stato”, del suo autore Pellizza da Volpedo e del paese di Volpedo?
Questa mia protesta nasce anche da una considerazione di un Sindaco di campagna: credo che non
siate informati che a Volpedo esiste un’Associazione (www.pellizza.it) formata esclusivamente da
volontari di tutte le età e di tutte le ideologie politiche che dal 1995 gratuitamente, facendo sacrifici,
dedicano il loro tempo all’apertura ad ingresso gratuito dei Musei Pellizziani, estate ed inverno,
sabato e domenica e che vive solo ed esclusivamente su donazioni e contributi di alcuni enti quali
fondazioni bancarie ed enti locali vari. Allora mi è venuta in mente la seguente considerazione: il
quadro non deve essere più un simbolo di movimenti o partiti politici ma patrimonio di tutta
l’umanità, rappresentando tutti coloro che lo ammirano e lo apprezzano.
Mi sia concesso anche di informare che, considerati i tagli alla cultura, mi sono permesso di inviare
nei mesi scorsi una lettera al Capo dello Stato On. Giorgio Napolitano, che tanto si commuove
quando vede l’icona, qualcuno sostiene addirittura che conservi un piccolo bozzetto nel suo studio,
al Presidente del Consiglio Mario Monti, al Ministro della Cultura, del Turismo e Sottosegretari
vari chiedendo un aiuto perché la Piazza principale di Volpedo, dipinta in un quadro del Pellizza, è
minacciata da un grave dissesto idrogeologico. A tutt’oggi da lor Signori nessuna risposta tranne
l’interessamento del Ministro alessandrino della Salute, Prof. Renato Balduzzi e della Senatrice
Dott.ssa Maura Leddi. Questo a riprova di quanto sopraffermato che il Quarto Stato viene
solamente sfruttato e strumentalizzato e a riprova anche di come, nonostante i vari proclami, siano
considerati i piccoli Comuni come Volpedo. Colgo l’occasione per ricordare che solo il giornalista
radio televisivo Vincenzo Mollica e lo show man Piero Chiambretti e Gad Lerner hanno, a costo di
sacrifici personali, contribuito alla salvaguardia di questo patrimonio senza nessun sfruttamento
alcuno del quadro.
Ricordo anche che i circoli socialisti del nord Italia che hanno fatto di Volpedo la loro sede stabile
utilizzano il nome “Volpedo” senza utilizzare il nome “il Quarto Stato”.
Termino chiedendoLe ufficialmente una risposta e comunicandoLe che agirò sia in termini legali
che in termini di mobilitazioni o iniziative anche eclatanti affinché Lei ed il Partito
Socialista in primis, altri partiti e industrie non utilizzino l’immagine del quadro.
Invierò questa mia, oltreché agli indirizzi sopraelencati, a tutti gli organi di informazione con
preghiera di diffusione assumendomi, naturalmente, tutte le responsabilità civili e penali.
Con cordialità e scusandomi per il disturbo, voglia gradire gli auguri di un buon anno e di un
successo elettorale, naturalmente senza il simbolo.
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Volpedo
contro simbolo Ingroia |
Formica:
"Il Quarto Stato non rappresenta il socialismo degli
inquirenti della Lubianka"
Il
Sindaco del Quarto Stato: "Ricorso
al Viminale per violazione ordine pubblico"
Il
sindaco di Volpedo, Giancarlo Caldone, intende presentare ricorso
all’Ufficio Elettorale del Viminale contro l’uso del Quarto
Stato di Pellizza da Volpedo nel simbolo del giudice-candidato
Ingroia.
Lo
dichiara al Nuovo Avanti! diretto da Rino Formica il primo
cittadino socialista della cittadina piemontese di cui ha
pubblicato la lettera al magistrato per protestare contro l’”approprizione
indebilta” di un simbolo della città per fini elettorali.
“Credo
che Ingroia e la sua lista non siano informati che a Volpedo
esiste un’associazione formata esclusivamente da volontari di
tutte le età che dedicano il loro tempo alla apertura e alla
custodia per l’ingreso gratuito dei Musei Pellizzani e che vive
esclusivamente di donazioni e contributi di mecenatismo.
Un’abuso per fini elettoriali, al di là della loro finalità
politica, è un oggettivo danno per il nostro Comune. Si tratta di
un simbolo universale del mondo del lavoro e ridurlo a simbolo di
una parte è una manipolazione che ci induce a ricorrere presso
l’Ufficio Elettorale del Viminale per chiedere l’inibizione
del logo del Quarto Stato nel simbolo della lista di Ingroia. Si
tratta di un provvedimento giustificato dalla legge sull ‘ordine
pubblico, poichè tale abuso può indurre in inganno gli
elettori”.
Dal
canto suo il direttore del Nuovo Avanti!, Rino Formica, sostiene
l’iniziativa dei sindaci Caldone e Pisapia nella loro giusta
protesta per la sottrazione dei simboli di un movimento come
quello Arabcione, nato a Milano, e che tra le culture democratiche
che lo ispirano ha riconosciuto quella del socialismo riformista
di Caldara, Greppi e delle giunte di sinistra degli anni 70-80:
“ Ho visto che l’uso elettorale del quadro il Quarto Stato ha
suscitato una vivace polemica. Credo che i simboli di una lunga
storia di lotte sociali e politiche siano patrimonio dell’umanità.
Ma
ciò non esclude - prosegue Formica - anzi impone a coloro che
furono nel 900 i portatori sani dei simboli e dei valori tutelati
dal socialismo democratico e non violento, largo e non settario,
di popolo e non di elites, di aprire un centenzioso anche politico
e non solo legale con i fruitori “abusivi” delle immagini.
Proporrei al sindaco di Volpedo e al Sindaco di Milano,
proprietario dell’Opera, di invitare i promotori della lista
Ingroia a un confronto pubblico sulla compatibilità tra la storia
del Quarto Stato e la teoria autoritaria del sospetto e
dell’intolleranza.
Il
Quarto Stato simbolo del socialismo largo e pacifico - conclude il
direttore del Nuovo Avanti! - non può essere il simbolo di un
“socialismo della Lubianka”, e delle segrete degli inquirenti
del KGB".
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Quarto
Stato, Milano contro Ingroia |
Il
Comune è proprietario dell'Opera
SUL
"PELLIZZA DA VOLPEDO
APPROPRIAZIONE INDEBITA
Vedo
con sincero dispiacere che l' "Operazione
Arancia(ione) Tarocco " si è trasferita dal
rione Forcella di Napoli, pronube il sindaco ex
magistrato De Magistris alla magnifica terra degli
agrumi, riportata nei verbali, pardon nei discorsi,
del non ancora ex procuratore Ingroia . Non contenti
di condurre un tentativo di appropriazione indebita
del Movimento Arancione e dimentichi della severità
con la quale autorevoli membri della lista
perseguono anche solo le vaghe idee di reato
potenziale, i promotori della Lista giustizialista
stanno pensando di impadronirsi anche dell'immagine
del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo come simbolo
elettorale .
Cosa
c'entri un simbolo dell'unità della classe operaia
e lavoratrice, della storia e della tradizione
socialista e della sinistra italiana , l'immagine
universalmente riconosciuta della solidarietà e del
riscatto sociale collettivo con una Lista nata per
dividere ed elevare a programma poltico il
giacobinismo mediatico giudiziario e che ha avuto
come suo primo atto politico l'attacco denigratorio
al simbolo stesso dell'unità , il presidente
Giorgio Napolitano, non è dato di sapere.
Il
Quarto Stato ha fatto da fondale alle più grandi
manifestazioni corali ed unitarie della sinistra
italiana da oltre un secolo, non può e non deve
essere nemmeno per un istante trascinato in contese
che di politico hanno poco e di opportunismo troppo.
Spero che l'annunciata iniziativa proveniente da
Volpedo di tutela dell'immagine e della grandezza di
Pellizza abbia successo e che questa idea balzana e
malsana si riveli presto uno scherzo utile per la
cronaca di un giorno senza danneggiare ulteriormente
la storia di un secolo.
(Assessore
al Comune di Milano)
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